I Collari d’Oro dello sport italiano

    Assegnate ai campioni olimpici dell'atletica le massime onorificenze sportive del nostro Paese

    Per l’Atletica Italiana un’altra grande giornata di celebrazione per le eccezionali imprese dei suoi atleti in questo 2021 magico e indimenticabile che, purtroppo, sta per finire.

    Assegnati, oggi, nella Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica “Ennio Morricone”, a Roma, i Collari d’Oro, la massima onorificenza dello sport italiano che ha brillato veramente con tantissimi successi in varie discipline sportive, facendo si che la bandiera tricolore sia stata spesso issata nella più alta posizione.

    Un posto d’eccezione lo hanno naturalmente avuto, in queste premiazioni odierne fatte dal Presidente del Consiglio Mario Draghi, i sette campioni olimpici dell’atletica con anche i loro tecnici che ricordiamo essere, Marco Tamberi per il figlio Gianmarco, Salvino Tortu per il figlio Filippo, Paolo Camossi per Marcell Jacobs, Sebastian Bacchieri per Fausto Desalu, Francesco Garau per Lorenzo Patta e, infine, Patrizio Parcesepe per entrambe le medaglie d’oro della marcia, Antonella Palmisano e Massimo Stano.

    Riconoscimenti anche per il direttore tecnico Antonio La Torre e per il responsabile della velocità Filippo Di Mulo.

    Consegnato il Collare d’Oro anche alla campionessa paralimpica dei 100 metri Ambra Sabatini, e la Palma d’Oro al merito tecnico per il direttore tecnico FISPES Vincenzo Dominuco e per l’allenatore Jacopo Boscarini.

    Le dichiarazioni degli atleti azzurri

    Gianmarco Tamberi: “Dividere la medaglia con un amico come Barshim è l’emozione più bella della mia vita, lo rifarei sempre. Se ripenso all’ultima gara prima delle Olimpiadi, era un dramma. Non ho dormito tutta la notte, ho pianto. Poi con mio padre ci siamo detti… manca una gara, è quella che conta, crediamoci fino alla fine. Tra noi c’è fiducia totale.”

    Filippo Tortu: “Noi staffettisti siamo molto contenti di come sia andata a Tokyo, poi è stato montato un caso tutt’altro che necessario su chi avrebbe corso l’ultima frazione. Tutti e quattro siamo completamente a disposizione del coach Di Mulo, ci può disporre come vuole per farci correre più veloci possibile. È molto semplice essere allenato da mio padre, anche se è mia mamma la vera coach di casa. Mi reputo molto fortunato di poter lavorare con lui ogni giorno, non sarei mai arrivato dove sono arrivato.”

    Marcell Jacobs: “Paolo Camossi mi ha portato nelle migliori condizioni possibili a Tokyo, per sfruttare tutto quello che avevo imparato nelle stagioni precedenti. L’abbraccio con Gimbo è qualcosa di talmente bello che non ricordo cosa ci siamo detti: ci guardavamo negli occhi, dopo tanti infortuni sognavamo questi momenti.”

    Fausto Desalu: “Mia mamma ha fatto tutto quello che poteva per farmi andare a scuola, farmi allenare e farmi stare bene. L’ho ripagata con questo oro, spero sia soltanto l’inizio di una serie di successi.”

    Lorenzo Patta: “Sapevamo di poterci giocare le nostre carte, ma non volevamo dircelo per scaramanzia. Eravamo convinti che avremmo potuto fare una bella gara.”

    Antonella Palmisano: “Un pizzico di rosa in mezzo a tanti ragazzi ci voleva! Ringrazio il mio allenatore Patrizio Parcesepe che ha curato ogni minimo dettaglio non solo dal punto di vista tecnico.”

    Massimo Stano: “Avevo studiato un po’ di giapponese per capire cosa si dicevano tra loro. Gli ultimi metri, quando ho capito di avercela fatta, sono stati bellissimi.”

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