Antonella Palmisano, la campionessa olimpica dei 20 km di marcia a Tokyo 2020, è stata sottoposta martedì, come previsto, a un’infiltrazione ecoguidata a cura del professor Dante Dallari presso l’Istituto Ortopedico Rizzoli di Bologna, dove era stata operata dallo stesso ortopedico lo scorso 29 settembre.

Il piccolo intervento è stato reso necessario dall’infiammazione del nervo sciatico al livello del cavo popliteo del ginocchio sinistro, riscontrato alla marciatrice azzurra nel corso di accertamenti resisi necessari per l’improvviso insorgere di un nuovo dolore, sintomatologia che non è direttamente collegata con l’operazione eseguita all’anca oltre sei mesi fa ma che, in ogni caso, va ad influire sul nervo sciatico e sulla limitazione di quella mobilità indispensabile per poter effettuare al meglio il movimento tecnico della marcia.

In altre parole, se Antonella fosse specialista di un’altra disciplina dell’atletica, il problema non avrebbe la stessa fondamentale importanza per cui, adesso, l’atleta è in fervida attesa per verificare se la situazione creatasi sia migliorata e, in tale ottica, effettuerà da domani un paio di importanti test sino a domenica, con la ripresa dei suoi allenamenti, anche se poi non è rimasta totalmente ferma in questi giorni avendo già effettuato un’uscita di una quindicina di chilometri ad un ritmo però molto leggero.

Domani venerdì, invece, per lei 25 km da percorrere ad una velocità significativa e poi, se tutto sarà andato bene, una seconda prova domenica con un lavoro specifico al fine di una valutazione globale sempre nelle speranza di confermare il programma previsto sino a 10 giorni fa, che prevedeva per la campionessa olimpica l’attesa prima gara, dopo la vittoria a cinque cerchi del 6 agosto 2021, in una importante dieci chilometri internazionale del prossimo 30 aprile a Madrid.

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Naturalmente, poi, l’obiettivo reale è quello della 20 km dei Mondiali di Budapest in Ungheria, in programma dal 19 al 27 agosto, dove l’atleta ci aveva personalmente confidato di volersi presentare non certo per fare presenza ma per puntare decisa ad un podio, e in prospettiva soprattutto le Olimpiadi di Parigi del 2024 che sono state, di fatto, lo stimolo principale che l’hanno convinta a sottoporsi all’intervento dello scorso settembre nella speranza di risolvere definitivamente il problema e potersi giocare ogni carta al fine di rivincere l’oro a cinque cerchi.

Di sicuro, però, la trentunenne marciatrice non è una che si arrende ed anzi, proprio nelle difficoltà trova dentro se stessa ancora maggiore forza e capacità di reagire, come le capitò del resto anche a Tokyo, dove vinse pur essendo reduce dall’inizio dei problemi che l’hanno poi afflitta successivamente, vale a dire la fibrosi con la compressione del nervo sciatico che non le impedì allora di trionfare.

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