Avevamo provato, quando era arrivata la notizia della sospensione agonistica di Nino Di Francesco, per essere risultato positivo a un controllo antidoping dopo la vittoria nella Maratona di Pescara del 18 ottobre scorso, ad approfondire l’argomento come sempre facciamo quando l’atleta, che incorre in tale presunta violazione, non sia propriamente di primo piano.
Il punto è che, l’assunzione di sostanze vietate con il solo scopo di barare, è un atto sempre deprecabile, ma stupisce ancor di più quando, chi faccia uso di tali prodotti, sia un atleta non professionista, che sostanzialmente corre solo per passione.
In realtà, Di Francesco, che oggi è stato squalificato a 4 anni dalla Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, con scadenza al 9/11/2024, in qualche modo aveva fatto della sua passione una piccola fonte di guadagno in quanto aveva scritto un libro, dal titolo “Maledetta corsa. Tutto quello che un runner non dovrebbe sapere“, in vendita su tantissimi siti online, recensito da importanti testate giornalistiche quali, ad esempio, “repubblica.it”, ed anche con l’introduzione di un grandissimo ex maratoneta, Orlando Pizzolato.
Abbiamo sperato, in ogni caso, che ci potesse essere una spiegazione, che lo stesso Di Francesco rilasciasse qualche dichiarazione, dal momento dell’iniziale sospensione del 9 novembre, ma nulla è stato più detto ed oggi la sentenza inequivocabile, che non lascia spazio ad alcuna ulteriore considerazione.
Come avevamo già osservato nel nostro precedente articolo, c’è una frase scritta nella presentazione del suo libro, in cui l’atleta racconta come la corsa, a cui era approdato nel 2017, fosse diventata per lui una grande passione, ma anche una maledetta ossessione, quella stessa che, evidentemente, l’ha poi tradito.