L’etiope Sisay Lemma ha vinto la gara maschile della centoventottesima edizione della Maratona di Boston in 2h06’17 con una corsa tutta di testa dall’inizio alla fine. Lemma ha battuto il connazionale Mohamed Esa di 41 secondi.
Lemma ha lanciato il suo attacco al terzo miglio e ha staccato fin da subito il gruppo degli inseguitori. Il trentatreenne etiope è transitato a metà gara in un velocissimo 1h00’19”, con una proiezione finale al di sotto delle 2h01’, tempo davvero straordinario considerando il difficile percorso di Boston.
Lemma ha preso un vantaggio di 2 minuti sul gruppo degli inseguitori che comprendeva Evans Chebet, Albert Korir, Cybriam Kotut, John Korir e Haftu Teklu. Lemma ha continuato a spingere portando il suo vantaggio a 2 minuti e 49 secondi al ventesimo miglio. A quel punto Lemma era ancora in tabella di marcia per battere il primato del percorso detenuto da Geoffrey Mutai dal 2011 con 2h03’11”.
Lemma ha cominciato a rallentare leggermente sul tratto in salita in prossimità del ventunesimo miglio. I keniani Evans Chebet (vincitore nelle ultime due edizioni della Maratona di Boston) e John Korir hanno provato a lanciarsi all’inseguimento di Lemma riducendo lo svantaggio a 2 minuti.
Chebet e Korir si sono ulteriormente avvicinati a Lemma portando il gap a 90 secondi quando mancavano due miglia alla fine. Lemma ha corso il tratto tra il ventiquattresimo miglio e il traguardo in 5’21” ma è riuscito a difendere il primo posto in 2h06’17”, decimo miglior tempo mai realizzato nella storia della Maratona di Boston.
Lemma ha vinto la seconda maratona consecutiva quattro mesi dopo il trionfo a Valencia con il personale di 2h01’48” (quarto miglior tempo della storia). L’etiope vanta anche una vittoria a Londra nel 2021 in 2h04’01” e tre terzi posti a Berlino nel 2019 in 2h03’36”, a Tokyo in 2h04’51” e a Londra in 2h05’45” nel 2020. La sua carriera internazionale partì nel 2012 con la vittoria alla Maratona di Carpi. Lemma ha riscattato la delusione per il ritiro nell’edizione dell’anno scorso della Maratona di Boston. Lemma è gestito dal manager trentino Gianni Demadonna.
L’Etiopia non vinceva nella gara maschile di Boston dall’edizione del 2016 quando si impose Lemi Berhanu.
Sisay Lemma: “L’anno scorso non conclusi la gara e volevo rifarmi. Per questo motivo sono venuto a Boston. Per fortuna sono riuscito a riscattarmi e sono davvero felice. Il mio piano era battere il record del percorso, ma il percorso collinare mi ha stancato. Il percorso è simile a quello delle Olimpiadi di Parigi ed è stata un’ottima preparazione per i Giochi Olimpici. Non erano previsti i pacemaker e ho provato a fare la lepre di me stesso. Ero molto stanco nel finale”.
Mohamed Esa, secondo classificato alla Maratona di Boston nel 2023, ha corso molto forte nel finale e ha superato Chebet e Korir rimontando dalla quarta alla seconda posizione nell’ultimo miglio e ha chiuso in 2h06’58”.
Chebet, che inseguiva l’obiettivo di diventare il primo atleta a vincere tre edizioni consecutive della Maratona di Boston dai tempi della tripletta di Robert Cheruiyot tra il 2006 e il 2008, ha completato i podio chiudendo in terza posizione in 2h07’22”.
John Korir e Albert Korir si sono piazzati rispettivamente al quarto e al quinto posto in 2h07’40” e in 2h07’47”.
CJ Albertson è stato il primo statunitense al traguardo in settima posizione in 2h09’53”, primo tempo della sua carriera al di sotto delle 2h10’. Albertson, che qualche edizione fa provò ad andare in fuga nei primi chilometri della Maratona di Boston, ha riscattato la delusione per il quinto posto ai Trials statunitensi di Orlando validi come selezione per le Olimpiadi di Parigi.
La prova femminile
La keniana Hellen Obiri ha ripetuto la vittoria dell’anno scorso con il tempo di 2h22’37, diventando la prima atleta in grado di vincere due edizioni di fila della maratona di Boston dai tempi della doppietta della connazionale Catherine Ndereba, che mise a segno una “doppia doppietta” (2001-2002 e 2004-2005).
Oltre a Ndereba e Obiri le altre quattro atlete in grado di imporsi per due anni di fila nella città del Massachetts sono state Rosa Mota (1987 e 1988), Olga Markova (1992 e 1993), Uta Pippig (1994, 1995 e 1996), Fatuma Roba (1997, 1998 e 1999).
Una ventina di donne sono transitate al decimo chilometro in 33’27” e al 21 km in 1h12’33”.
La statunitense Emma Bates, quinta classificata nell’edizione dell’anno scorso della Maratona di Boston, ha provato a staccare le avversarie prima del trentesimo chilometro ma la sua iniziativa è durata poco ed è stata ripresa dalle atlete africane. Il gruppo di testa si è ridotto a dodici atlete al passaggio al 35 km in 2h00’48”.
Obiri, Sharon Lokedi (vincitrice alla Maratona di New York nel 2022) e la quarantaquattrenne Edna Kiplagat hanno staccato l’etiope Workenesh Edesa (vincitrice a Osaka in Gennaio) intorno al trentasettesimo chilometro. La gara si è decisa al 39 km quando Obiri e Lokedi hanno preso un buon vantaggio su Kiplagat.
Obiri ha lanciato l’attacco decisivo dopo il passaggio al 40 km in 2h15’54” prima di tagliare il traguardo in Boylston Street.
Lokedi si é piazzata seconda migliorando il record personale in 2h22’45” dopo la vittoria di New York nel 2022 e il terzo posto sempre nella Big Apple nel 2023. Kiplagat ha tagliato il traguardo in terza posizione in 2h23’21” dopo le due vittorie nel 2017 e nel 2021.
Obiri, due volte campionessa mondiale sui 5000 metri a Londra 2017 e a Doha 2019, ha vinto la terza World Marathon Major consecutiva dopo i successi di Boston e New York nel 2023. La keniana diventa la quarta atleta dell’era World Marathon Majors ad aver vinto almeno tre gare di fila del circuito dopo Brigid Kosgei, Irina Mikitenko e Peres Jepchirchir.
Obiri si candida come la favorita per le Olimpiadi di Parigi per la sua capacità di correre gare su percorsi impegnativi e ricchi di saliscendi e senza pacemaker. Anche il percorso delle Olimpiadi presenta un tratto in salita simile a quello della maratona di Boston.
Obiri vive e si allena da più di un anno a Boulder in Colorado sotto la guida dell’ex maratoneta Dathan Ritzenheim.
Hellen Obiri: “Sapevo che Sharon Lokedi era molto forte e ho dato il meglio di me stessa alla fine. Ho cercato di spingere, ma era ancora molto vicina. Sono davvero felice della vittoria. Quando vinsi qui non avevo ancora familiarità con la maratona.
Quest’anno la mia preparazione è andata alla perfezione e avevo fiducia in tutti i lavori svolti insieme al mio allenatore. Vincere qui è davvero speciale. Dopo questo successo spero di venire selezionata per le Olimpiadi. il percorso delle Olimpiadi è molto duro. E’ persino più impegnativo di quello di Boston. Se avremo in squadra Sharon Lokedi la gara femminile sarà fantastica”.