Ezio Madonia Luminosa Bogliolo Antonio Dotti ( foto eco di Savona )
Ezio Madonia Luminosa Bogliolo Antonio Dotti ( foto eco di Savona )

Quel 23 maggio del 2018 a Savona io c’ero e fu il giorno della grande sfida sui 100 metri di Filippo Tortu e Marcell Jacobs con il primo a vincere, ed ottenere il suo PB del momento, con 10″03, preludio a quanto sarebbe successo esattamente 30 giorni dopo, a Madrid, il 22 giugno.

Ma quel pomeriggio di sole, in quel piccolo impianto senza tribune, in prossimità del mare, mi rimase anche impresso nella mente per l’urlo di gioia, appena tagliato il traguardo, di un’atleta che abbattè la barriera dei 13 secondi nei 100 metri ostacoli.

12″99, quinta miglior prestazione di sempre e l’arrivo nel mondo dei grandi dell’Atletica Italiana di Luminosa Bogliolo.

Da quel giorno la vita di Luminosa e, soprattutto, le sue prospettive di successo, sono cambiate ma, in realtà, i cambiamenti sono stati tanti, negli ultimi anni, e allora ce li facciamo raccontare direttamente da lei.

Lumi, ci siamo! Domenica 26 debutti in un meeting regionale, a Bergamo sui 60 ostacoli e poi il 31 si comincia con il World Athletics Indoor Tour di Karlshrue con, a seguire, quello di Torun e poi Glasgow. Come stai?

Bene direi, ho già fatto un 60 piani che mi ha dato buone sensazioni ma è chiaro che non vedo l’ora di misurarmi sulle barriere per vedere cosa succede.

So che i 60 ostacoli non sono la tua gara preferita ma, in ogni caso, la stagione indoor rappresenta certamente un buon test per l’aperto. Che obiettivi ti sei posta?

Certo, preferisco la gara all’aperto perché gli ostacoli, sui 60, sono per le mie caratteristiche troppo pochi. Sono però fiduciosa, in questo periodo, di migliorare il mio personale di 8″10 e farlo anche in maniera consistente.

Dopo le tre gare internazionali farai gli Italiani di Ancona e poi? C’è un pensiero per i mondiali di Nanchino?

Diciamo che la data è molto avanti, dal 13 al 15 marzo e capisci bene come, il fatto di arrivare a questo evento all’apice della forma, possa poi condizionare tutta la successiva preparazione per le Olimpiadi e gli Europei che sono, di fatto, l’obiettivo della stagione.

Io e i miei tecnici, quindi, pensiamo di rinunciarci e chiudere la stagione al coperto con gli assoluti ma, se dovesse arrivare un crono molto buono, magari sotto gli 8, credo potremmo rifare una valutazione in merito.

Bene, questo il presente e il futuro da scrivere ma, voltandoci un attimo indietro, mi piacerebbe sapere di più su come sei arrivata all’Atletica e come è nata quella tua prima impresa del 23 maggio del 2018?

Devo ammetterlo, è nato tutto abbastanza per caso e per emulazione di un mio amico, un ragazzo che ammiravo tantissimo, della mia Alassio, un grande campione: Emanuele Abate. (Primatista Italiano dei 110 ostacoli con 13″28)

Ho cominciato, quando ero al liceo, a frequentare il campo di atletica e poiché Emanuele era lo sportivo simbolo di Alassio mi è piaciuta l’idea di fare la sua stessa specialità.

Lui era allenato da un tecnico molto bravo, Pietro Astengo, lo stesso che aveva portato alla ribalta, anni prima, Ezio Madonia.

Pietro è stato bravissimo ad impostarmi tecnicamente, ma il tempo che dedicavo all’allenamento era veramente poco, una volta alla settimana.

Quindi nessun risultato eclatante nelle categorie allieve e juniores?

No, qualche discreto piazzamento, ma nulla di più. Il mio obiettivo principale era fare più punti possibili per la mia società, il Cus Genova, ai Campionati di Società di categoria.

Tra l’altro, alla fine del  2014, mi sono anche trasferita in Sardegna, a Sassari, perché avevo fatto il test per fare il Corso Universitario di Veterinaria e l’unica sede disponibile era quella.

Ho continuato ad allenarmi ma, sempre una volta a settimana con i programmi che Pietro mi mandava via email.

Poi però, nel 2016, c’è stata una prima svolta, vero?

Si, purtroppo una tragica, la scomparsa a giugno di Pietro e una positiva, quella che dopo i primi due anni di Università, mi hanno trasferita a Torino.

Siccome il mio rendimento continuava a non essere male, però, una volta arrivata in Piemonte, anche tramite Ezio Madonia sono entrata in contatto con Antonio Dotti e lui mi ha convinta a provare ad aumentare i miei allenamenti perché, a suo avviso, avevo talento e potevo ottenere buoni risultati.

E quella è stata la prima grande svolta che mi ha gradatamente portata al primo risultato eclatante di Savona con il 12″99.

Quante volte ti allenavi, in quel periodo?

Il 2017, il primo anno che mi sono allenata con Dotti e Madonia ho cominciato con 3/4 allenamenti a settimana e poi, dall’inizio del 2018, sono arrivata a 5 di media.

Ovviamente anche nel 2019 i miei allenamenti hanno avuto questa intensità con una tendenza più ai 6, alla settimana, nei momenti di carico.

L’anno scorso, stagione straordinaria, grandi risultati, record italiano avvicinato di un soffio, 2 piccoli centesimi. E adesso, avete cambiato ancora qualcosa nella preparazione?

Io e i miei due allenatori  abbiamo convenuto che fosse il momento di dare la spinta definitiva, cercando di curare ulteriormente quei dettagli che, forse, non erano stati gestiti al 100%.

In tale ottica abbiamo deciso di incrementare ulteriormente gli allenamenti o, per meglio dire, di dividerne alcuni, un paio di giorni alla settimana, in due sedute distinte, una mattutina e una pomeridiana, per poter curare meglio determinati aspetti tecnici e di forza.

A proposito di forza, so che hai qualche piccolo problema congenito di schiena. Come riesci a conciliarlo con gli allenamenti in palestra in cui spesso si devono usare macchinari di un certo tipo, come ad esempio lo squat al castello.

Abbiamo, per necessità, trovato degli strumenti alternativi con cui, peraltro, mi trovo benissimo e devo dire che hanno dato buoni risultati. 

Non carico mai bilancieri sulle spalle, ma uso uno speciale macchinario di elettrostimolazione che mi permette di sviluppare la forza, in maniera equilibrata, a seconda del periodo di allenamento che sto seguendo.

Da quest’anno poi abbiamo introdotto, in maniera importante, delle sedute di pilates a corpo libero, per migliorare la mia mobilità.

Per quanto riguarda l’alimentazione, invece, segui una dieta particolare?

Hai toccato un argomento delicatissimo (ride) poiché, sempre da quest’anno, un’altra grande novità è che sono seguita da un nutrizionista che detta il mio regime alimentare in maniera rigorosa.

In poche parole, una tragedia, nel senso che a me piace molto mangiare e devo ammettere che per seguire questo schema faccio un grande sacrificio che spero, veramente, venga ripagato nel modo che puoi ben immaginare.

Grazie Luminosa, so bene quali sono i tuoi obiettivi, specialmente per la stagione all’aperto, e avremo modo ampiamente di riparlarne, anche per commentare le prime gare indoor.

Ogni storia racchiude dei messaggi importanti e, nel caso di Luminosa, è che non serve ottenere i risultati da giovanissimi per poter diventare dei grandi atleti, ma si può crescere gradatamente, in modo da permettere al proprio fisico, nei primi anni successivi alla fine dello sviluppo, di assestarsi totalmente.

Il secondo insegnamento che ne deriva è che, in un paese di oltre 60 milioni di abitanti, è impossibile non vi siano molti talenti per l’Atletica. Il problema è che sono nascosti e non si fa abbastanza, ovviamente parlo a livello scolastico, per far si che possano emergere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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