
Tutti gli appassionati di atletica leggera, ma anche tantissimi tifosi di altri sport, conoscono Gianmarco Tamberi e la sua storia agonistica fatta di grandissime soddisfazioni, 1 titolo mondiale indoor, 2 europei (uno al coperto e l’altro outdoor), il primato italiano con la grandissima misura di 2,39, ottenuto però nella serata più beffarda della sua vita.
Tutti sanno, quanto accaduto pochi giorni prima delle Olimpiadi di Rio dove si sarebbe presentato da grande favorito e quanto, per lui, queste Olimpiadi rappresentassero un sogno inseguito da quasi 4 lunghissimi anni.
Adesso che tutto è stato rinviato, di un anno, il suo stato d’animo non sarà certamente più lo stesso e la delusione si percepisce evidente da questo suo post apparso, nel pomeriggio, sul suo profilo Instagram.
Esaltato da tanti ma, altrettanto, contestato da molti per il suo fare molto istrionico, Gianmarco è, sopra ogni altra cosa, un ragazzo che vive di Atletica e, come già detto, merita il rispetto assoluto dei veri appassionati di questo sport.
Il post del suo profilo pubblico di Instagram
“Ho sacrificato interamente la mia vita privata in questi ultimi quattro anni. Ho messo da parte qualsiasi pensiero di fare una famiglia, di vivere le mie amicizie come un ragazzo normale, di ricambiare il tempo che mi viene regalato da tutte le persone che mi vogliono bene. Ho messo da parte tutto quanto, mettendo davanti un solo pensiero. Pensiero che era diventata una dolce ossessione con cui convivere. Mi sono svegliato ogni mattina di questi ultimi 4 anni chiedendomi come prima cosa se avessi dormito abbastanza bene per poter affrontare al meglio l’allenamento del pomeriggio. Poi colazione, caloria per caloria segnata ogni giorno, ad ogni singolo alimento. Allenamenti tutti i giorni, ovvio. Ma tra questi… alcuni andavano male, e condizionavano il mio umore per giorni interi, a volte settimane. Settimane passate a non rispondere a nessuno per trovare dentro di me la forza per reagire. Tutto questo perché sapevo quanto fosse importante ogni singolo dettaglio in vista di quell’appuntamento. Vivevo ogni singola scelta personale in funzione di quel evento. Se dovevo andare a cena da qualche parte, le domande in successione che si presentavano nella mia testa erano: Puoi permetterti questa cena per la dieta?
Domani hai allenamento di tecnica?
Quando è la prossima gara?
Quella più facile, che si pongono tutti: mi va una cenetta fuori? Era forse la 10ima della lista, e la sua rilevanza nella decisione finale rasentava lo 0…
Ogni singola azione condizionata da loro…
Ogni singolo pensiero….
Ogni…
Singolo…
Respiro…
Vorrei aver dato alla mia donna l’amore e le attenzioni che si merita, vorrei aver dato la mia spalla ai miei amici mille volte in più…
E ora mi guardo allo specchio dopo aver letto le notizie al giornale.
Una lacrima scende lenta nel viso nello stesso canale ben scolpito dalle lacrime di 4 anni fa e capisco. Capisco che tutto questo è stato fatto per un qualcosa che non ci sarà…
E se quella volta scrissi, addio Rio, addio mia Rio…
Ora forse un po riesco a consolarmi nel darti l’arrivederci!
Si, ma chissà a quando….
ARRIVEDERCI TOKYO, ARRIVEDERCI MIA TOKYO!”