Sebastian Coe (foto straitstimes.com)
Sebastian Coe (foto straitstimes.com)

Come già dibattuto, a quattro mesi dal presunto inizio delle competizioni tra i migliori atleti del mondo, la comunità sportiva reclama una risposta riguardo il posticipo delle Olimpiadi.

Nelle ultime ore, il Presidente della World Athletics, Sebastian Coe, ha formalmente chiesto il rinvio dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020.

In una lettera al presidente del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) Thomas Bach, Coe afferma che le Olimpiadi previste per questo luglio “non sono fattibili o desiderabili” a causa della crisi del coronavirus.

Nella sua lettera, che ha seguito una teleconferenza tra lui e i presidenti delle federazioni olimpiche, il britannico ha dichiarato che anche se nessuno vuole vedere rinviati i Giochi, non è assolutamente possibile tenere in vita l’evento a tutti i costi, certamente non a scapito della sicurezza degli atleti, e una decisione in merito deve essere presa molto rapidamente.

Il CIO si è concesso quattro settimane per decidere sul futuro dei Giochi 2020.

Le opzioni includono un ritardo di diversi mesi o, molto probabilmente, un anno dall’inizio previsto il 24 luglio. La cancellazione non è “all’ordine del giorno”, afferma il CIO, ma saranno presi in considerazione anche i Giochi “ridimensionati”.

I tre principali motivi descritti nella lettera sono: eque condizioni di concorrenza, rischio di infortunio e benessere emotivo degli atleti.

Quest’ultimo tema è stato messo in evidenza anche dal presidente del Comitato Olimpico giapponese Yasuhiro Yamashita, che ha affermato che un ritardo troppo lungo per Tokyo 2020, potrebbe essere un peso per gli tutti atleti in preparazione alle competizioni.

Nella sua lettera, indirizzata agli atleti e pubblicata domenica, Bach aveva dichiarato che il CIO è “in un dilemma” e “una decisione finale sulla data dei Giochi Olimpici di Tokyo 2020 ora sarebbe ancora prematura“.

In termini di rinvio, Bach ha anche fatto presente come la “cancellazione distruggerebbe il sogno olimpico di 11.000 atleti“.

A livello globale, negli ultimi giorni, UK Athletics, la sua controparte statunitense e diversi enti governativi olimpici nazionali hanno sollecitato il comitato a ritardare i Giochi, mentre questa domenica il Canada è diventato il primo grande Paese a ritirarsi ufficialmente dalle Olimpiadi e dalle Paralimpiadi di questa estate, dichiarando di aver preso “la difficile decisione” dopo aver consultato governo, atleti e rispettivi gruppi sportivi.

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