Dopo l’omicidio della forte mezzofondista keniota Agnes Tirop, trovata morta nella sua casa una decina di giorni fa, un altro gravissimo episodio scuote il mondo dell’Atletica per la notizia della morte, nella notte di venerdì a Guayaquil in Ecuador, del velocista di quella nazione Alex Quinonez, 32 anni, che aveva conquistato la medaglia di bronzo nei 200 metri ai Mondiali di Doha 2019.
Non ancora chiarite le dinamiche della cruenta uccisione avvenuta ad opera di una serie di persone che hanno sparato all’atleta, e a un suo amico, che si trovavano nella zona periferica e commerciale della città.
Alex Quinonez si era fatto notare nel 2012, quando aveva vinto i 100 e i 200 metri ai Campionati Iberoamericani in Venezuela, impresa che gli aveva permesso di qualificarsi per l’Olimpiade di Londra dove l’ecuadoriano era anche approdato alla finale poi dominata da Usain Bolt.
Dopo alcuni anni non ai massimi livelli aveva ottenuto il suo miglior risultato in Qatar, nel 2019, riuscendo a conquistare una prestigiosa medaglia irridata di bronzo con l’ottimo crono di 19″98, alle spalle di due fenomeni quali lo statunitense Noah Lyles e il canadese Andre De Grasse.
Sempre nel 2019, a Losanna, aveva corso in 19”87, proprio personale sul mezzo giro di pista e quarta delle volte che era sceso sotto i 20” in carriera, mentre il suo miglior crono nei 100 era di 10”09.
Quest’anno Quinonez era finito nelle maglie dell’antidoping per irregolarità nei whereabouts, l’obbligo degli atleti di segnalare i propri spostamenti per farsi trovare dagli addetti dei test antidoping: la leggerezza gli era costata una sospensione che l’aveva costretto a saltare i Giochi di Tokyo.