Nella cerimonia di premiazione degli Awards 2023 dell’atletica mondiale che, per le principali categorie assolute maschili e femminili, vedevano in lizza cinque straordinari atleti e atlete, vi è stata alla fine la sorpresa che sono stati assegnati 6 premi totali divisi a seconda che fossero per uomini o donne, tra discipline della pista, della pedana o su strada, in modo da poter dare il giusto riconoscimento al maggior numero possibile di candidati perché, veramente, quest’anno la scelta era più problematica che mai.

I riconoscimenti sono stati quindi conferiti al maschile allo svedese Armand Duplantis specialista del salto con l’asta, al velocista statunitense Noah Lyles e al keniano neo primatista del mondo nella maratona Kelvin Kiptum, mentre al femminile alla connazionale di quest’ultimo Faith Kipyegon, straordinaria interprete del mezzofondo, alla venezuelana Yulimar Rojas sensazionale specialista del salto triplo e, per la gare su strada, a un’altra recente primatista del mondo della maratona l’etiope Tigist Assefa.

Le principali imprese maschili dell’anno di questi straordinari campioni sono state, per quanto riguarda Lyles, le tre medaglie d’oro iridate di Budapest nei 100, 200 e staffetta 4×100 metri, per Duplantis i due ennesimi record del mondo realizzati sia al coperto che all’aperto mentre, per Kiptum, lo straordinario merito di aver spostato i confini della maratona, correndo a Chicago in 2h00’35 dopo essersi imposto anche in un’altra grande 42,195 dell’anno quale quella di Londra in 2h01’25.

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Al femminile Kipyegon ha impresso il proprio nome nella leggenda del mezzofondo, realizzando tre record del mondo, il primo dei quali al Golden Gala Pietro Mennea di Firenze nella serata del 2 giugno con il fantascientifico crono di 3’49″11 sui 1500 metri allo stadio Ridolfi, ma ancora a Parigi, sempre in Diamond League, con il 14’05″20 nei 5000 e a Montecarlo con il 4’07″64 nel miglio, con il primato dei 5000 peraltro poi superato al termine della stagione dall’etiope Gudaf Tsegay con 14’00″21, poi Rojas ha ottenuto a Budapest il quarto titolo mondiale consecutivo nel triplo, il settimo di fila se si considerano anche le indoor, stavolta piazzando la zampata vincente all’ultimo salto con 15,08 e infine, come già citato, fenomenale è stato il crono di 2h11’03 con cui Assefa ha demolito di oltre due minuti a Berlino il precedente limite della maratona donne.

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Gli Oscar mondiali agli under 20

Un’altra Faith, sempre keniana, è invece la Rising Star dell’anno al femminile, Faith Cherotich, medaglia di bronzo mondiale nei 3000 siepi a soli 19 anni, un personale di 8’59″65 e riconoscimento anche al maschile, in questa categoria giovanile degli under 20 per il Kenya a Emmanuel Wanyonyi, 19 anni, argento mondiale degli 800 metri e campione della Diamond League.

Gli altri premi

Come già annunciato in precedenza, uno dei premi è andato a un italiano, il fotografo Mattia Ozbot vincitore del riconoscimento “Photograph of the Year”, la foto dell’anno, il titolo di miglior allenatore al coach di Femke Bol, lo svizzero Laurent Meuwly. “Fair Play Award” alla mezzofondista etiope Letesenbet Gidey per l’abbraccio con l’olandese Sifan Hassan dopo la caduta nella finale mondiale dei 10.000.

“Woman of the Year” a Falilatou Tchanile-Salifou, presidente della Federazione di atletica del Togo, per l’impegno in favore dei diritti delle donne e la parità di genere. “Member Federation Award” all’Australia per l’organizzazione dei Mondiali di cross e per i risultati di Budapest. “President’s Award” all’Abbott World Marathon Majors, l’associazione delle sei principali maratone al mondo.

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