A 4 giorni all’inizio dei Campionati Europei di Monaco di Baviera, in Germania, analizziamo l’altra gara di velocità pura dell’atletica, i 200 metri, che al maschile vedranno impegnato con grandi aspettative il campione olimpico della staffetta 4×100 metri di Tokyo, Filippo Tortu reduce da una brillante partecipazione ai campionati del mondo in Oregon, dove ha fallito l’accesso alla finale di soli 3 millesimi ma ha ottenuto il suo personale con 20″10.
L’obiettivo di Filippo, e quindi tutta la sua programmazione stagionale, è stato indirizzato verso questi campionati continentali dove il velocista lombardo ha sempre dichiarato di voler puntare a un podio, il più possibile alto, che sino a pochi giorni fa appariva quasi scontato in considerazione dei possibili avversari e delle liste stagionali europee che lo vedevano al terzo posto, ma dietro a due avversari assolutamente alla sua portata quali il francese Méba Mickaël Zeze accreditato di un 19″97, e il britannico
Nethaneel Mitchell-Blake di 20″05, ma con entrambi i crono realizzati in condizioni particolarmente favorevoli e non suffragati da altri risultati nell’anno a quei livelli.
La sensazione era quindi che, se Filippo avesse corso in linea a quanto fatto vedere a Eugene, sarebbe partito a Monaco di Baviera con i favori del pronostico per il successo finale ma, quanto accaduto dall’inizio di agosto, ha cambiato leggermente gli scenari con l’avvento improvviso del 18enne israeliano di origini ghanesi, Blessing Akwasi Afrifah, capace di vincere il titolo mondiale under 20, davanti oltretutto a un ottimo Letsile Tebogo, con il crono di 19″96, dopo aver corso batteria in 20″37 e semifinale in 20″17, tutti tempi che hanno abbattuto il suo precedente personale, prima dei campionati di Cali, che era di 20″55, per non parlare del fatto che solo il 20 luglio, pochissimi giorni prima del suo eccezionale exploit mondiale juniores, aveva corso un 200 in 21″06.
Un avversario quindi imprevedibile e imprevisto, mentre dell’altro britannico Zharnel Hughes, di cui abbiamo a lungo parlato in merito al suo ruolo di favorito sui 100 metri, si credeva che avrebbe puntato solamente sulla distanza più veloce, e invece è iscritto anche sul mezzo giro di pista dove, peraltro, ha ottenuto un brillante 20″12 di stagionale pochi giorni fa a Birmingham ai Giochi del Commonwealth, per cui bisognerà vedere se a Monaco deciderà di correre entrambe le distanze.
In definitiva a nostro avviso, non dimenticando tra la lista dei possibili aspiranti al podio il campione europeo uscente, il turco Ramil Guliyev, certamente non al massimo splendore di quando vinse anche i mondiali di Londra 2017, ma pur capace di vincere i Giochi del Mediterraneo con 20″21, il destino di Filippo è solamente nelle sue mani nel senso che, se saprà confermare e magari anche leggermente migliorare l’eccellente condizione mostrata a Eugene, per i suoi avversari sarà molto difficile stargli davanti, fermo restando che riteniamo Hughes, per esperienza e continuità di rendimento, il concorrente assolutamente più pericoloso.
Per gli altri due azzurri iscritti, che partiranno dalle batterie, da valutare la condizione di Fausto Desalu, anche lui come Filippo campione olimpico della 4×100, apparso non in grande forma ai Mondiali di Eugene, mentre per Diego Pettorossi sarà comunque vada la prima grande esperienza internazionale della carriera.
200 metri femminili
Ci saranno tre azzurre in gara nel mezzo giro di pista al femminile con la 21enne sarda Dalia Kaddari che appare quella con le migliori possibilità di ben piazzarsi e di poter puntare a una prestigiosa finale, avendo anche l’opportunità di saltare il turno iniziale e quindi di concentrare tutte le sue energie sulla semifinale.
Per Dalia, che vanta un personale del 2021 di 22″64, quest’anno il miglior crono è stato di 22″83, tempo che a nostro avviso dovrà cercare di superare se vorrà raggiungere il suo obiettivo di essere tra le 8 migliori specialiste europee.
Le altre due italiane in gara saranno Vittoria Fontana, che nel 2022 ha ottenuto il personale di 22″97 e che potrà sicuramente, mantenendosi su tale tempo, superare la batteria per poi provare l’impresa della finale che si può raggiungere con un crono intorno ai 22″70, e Irene Siragusa, quest’anno a 23″05, che può puntare quantomeno al superamento di un turno.
Per il titolo continentale si prevede un grandissimo duello, così come nei 100 metri, tra la britannica Dina Asher-Smith, quest’anno a 21″96, e la svizzera Mujinga Kambundji che ha fatto nel 2022 il personale e record elvetico di 22″05, con tutte le altre nettamente dietro per un bronzo raggiungibile a 22″50 circa, con la Kaddari che se facesse la gara della vita potrebbe anche fare un sogno in merito.
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