Tra le tante assenze importanti di atleti azzurri ai prossimi mondiali di Eugene in Oregon, che inizieranno il prossimo 15 luglio, va rilevata certamente anche quella della specialista del salto in alto, Alessia Trost, che sta vivendo una stagione particolarmente sfortunata in quanto totalmente frenata da un edema osseo ischio crurale, che le impedisce di fatto di gareggiare in quanto le fa particolarmente male quando dovrebbe staccare per il salto e, infatti, nell’unica gara che l’atleta ha provato a fare quest’anno, a Grosseto il 22 maggio, non è riuscita ad andare oltre l’1.70 in quanto condizionata dal dolore.
Un vero peccato per un’atleta dal talento cristallino, esplosa agonisticamente sin da giovanissima con il picco della carriera avuto nel 2013 quando il 28 gennaio, a Třinec nella Repubblica Ceca, valicò l’asticella a 2 metri che è la soglia di eccellenza per qualsiasi saltatrice in alto, ma con alle spalle anche, a soli 19 anni, due titoli mondiali di cui uno allieve e uno juniores, oltre a tanti titoli italiani e affermazioni nelle più svariate manifestazioni giovanili.
Sempre nel 2013, peraltro, ricordiamo che Alessia stabilì anche il suo personale all’aperto, vincendo con 1,98 i Campionati Europei Under 23 a Tampere.
Poi dal 2014 non tutto per Alessia è andato sempre nel migliore dei modi, o quantomeno secondo quello che la sua sfolgorante attività giovanile aveva fatto prevedere, per motivi di vario genere che fanno inevitabilmente parte della vita agonistica di un’atleta, specie di grande livello, anche se poi sempre ottenuto dei buoni risultati e piazzamenti di prestigio, quali l’argento agli Europei Indoor di Praga, nel 2015 saltando 1,97, il quinto posto nella finale Olimpica di Rio 2016 con 1,93 e, sempre con questa misura, un ottimo bronzo ai Mondiali Indoor di Birmingham nel 2018.
Gli ultimi anni, poi, per la 29enne azzurra sono stati anche pieni di cambiamenti di vario genere e, naturalmente, come per tutti complicati pure dall’esplosione della pandemia mondiale ma, alla fine, pur non raggiungendo più i picchi dei suoi anni migliori è sempre rimasta nell’elite delle migliori saltatrici del mondo e ha partecipato anche alle Olimpiadi di Tokyo dove, purtroppo, è stata eliminata nelle qualificazioni avendo saltato 1,90.

Alla fine dello scorso anno poi il trasferimento a Berlino, per ragioni di cuore, ma anche la voglia e la determinazione per una nuova stagione che avrebbe voluto fosse ben diversa di quella che purtroppo è stata.
Ma Alessia oltre a essere una grandissima campionessa è anche un meravigliosa persona, dotata certamente di un’umanità e sensibilità fuori dal comune e, in tale ottica, proprio per l’amore e la passione infinita che continua a nutrire per l’atletica ed i suoi protagonisti, ha deciso di candidarsi per uno dei sei posti vacanti nella commissione atleti di World Athletics, presieduta attualmente dall’astista francese Renaud Lavillenie, e dovrà contendere la sua iniziativa con altri 12 atleti.
Sarà l’intero parterre degli atleti accreditati per i Mondiali di Eugene, in Oregon, a scegliere i propri rappresentanti, esprimendo la preferenza dal 15 al 20 luglio, e scegliendo così chi potrà portare avanti al meglio le istanze di chi vive quotidianamente e in maniera attiva l’atletica leggera, per far sentire ancora meglio la propria voce.
Le parole di Alessia: “Gareggio da più di dieci anni e mi sono resa conto che è fondamentale essere coinvolti nel nostro amato sport a tutti i livelli, e quindi sarebbe un onore rappresentare i miei compagni atleti.
Credo davvero che la conoscenza degli atleti più esperti debba guidare l’energia dei più giovani e supportare il loro percorso verso la consapevolezza e la fiducia. Per rafforzare la nostra ‘eredità’ dobbiamo consolidare i nostri legami, trovare un luogo comune dove scambiare pensieri e idee.
La conoscenza non può essere solo tramandata da atleta ad atleta, deve essere condivisa e facilmente accessibile. Quando il terreno è solido e l’energia è tanta, i sogni dei giovani possono trasformarsi in un traguardo personale e unico”.

Naturalmente facciamo un grandissimo in bocca al lupo ad Ale per la riuscita di questa sua candidatura, che certamente merita in pieno per le sue grandissime doti umane, ma rimane primario l’auspicio per una sua pronta ripresa agonistica, in quanto siamo certi che possa ancora dare tantissimo all’atletica e ci piace allora riprendere le sue stesse parole di un’intervista che gentilmente ci concesse a inizio anno.
“Mi hanno sempre dato sostegno una sana dose di buon senso, la soddisfazione che mi da saltare e la consapevolezza di avere tra le mani un’opportunità, quella che tutti i giovani desiderano, e di non volerla sprecare.
Nel tempo ho trovato sempre più conforto nella mia famiglia, negli amici più stretti e fondamentale è stato, nei momenti chiave della mia carriera, il supporto del Gruppo Fiamme Gialle e del mio manager Federico Rosa.”
