Avevamo appena commentato l’incredibile situazione per cui la campionessa del mondo dei 400 metri femminili, Salwa Eid Naser, è riuscita ad evitare una più che scontata squalifica ad un minimo di 2 anni per avere saltato 4 controlli antidoping, nello spazio di meno di 13 mesi, solo perché, in uno di questi, gli ufficiali preposti alla verifica si erano trascritti il civico sbagliato dell’abitazione dell’atleta e avevano, quindi, suonato al campanello errato dove nessuno poteva rispondere.
Per inciso veramente assurda la descrizione di questo evento da parte di alcune importantissime testate giornalistiche nazionali sportive che hanno parlato solo di un controllo, quello dell’errore sul civico, ignorando totalmente di evidenziare il punto fondamentale che ce n’erano stati ben altri 3.
Ma tralasciando l’imbarazzante vicenda legata alla Naser, quel che ci ha colpiti ieri, proprio per il contrasto con l’altra storia, sono state le scarne notizie apparse su vari siti specialistici della corsa, oltre a quello istituzionale della FIDAL, in merito alla squalifica emessa, dalla NADO Italia Antidoping, di 8 anni, per un atleta italiano di origine marocchina, Yassin El Khalil sulla base di due sentenze, l’una, la prima, che si sovrappone alla seconda.
Prima Sezione: Yassin El Khalil (tesserato FIDAL) squalificato 8 anni
Pubblicato: 22 Ottobre 2020
La Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, nel procedimento disciplinare a carico del sig. Yassin El Khalil (tesserato FIDAL) e, assorbita la fattispecie di cui all’art. 2.3 in quella prevista dall’art. 2.5, visti gli artt. 4.3.1, 4.7.1 lett. c) delle NSA, afferma la responsabilità dello stesso in ordine agli addebiti ascrittigli e gli infligge la squalifica di 8 anni, a decorrere dal 19 ottobre 2020 e con scadenza al 18 ottobre 2028. Visto l’art. 4.8.1 dispone l’invalidazione dei risultati sportivi medio tempore conseguiti. Condanna il sig. El Khalil al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in euro 378,00.
Prima Sezione: Yassin El Khalil (tesserato FIDAL) squalificato 4 anni
Pubblicato: 22 Ottobre 2020
La Prima Sezione del Tribunale Nazionale Antidoping, nel procedimento disciplinare a carico del sig. Yassin El Khalil (tesserato FIDAL), visti gli artt. 2.3, 4.3.1 delle NSA, afferma la responsabilità dello stesso in ordine all’addebito ascrittogli e gli infligge la squalifica di 4 anni, a decorrere dal 19 ottobre 2020 e con scadenza al 18 ottobre 2024. Condanna il sig. El Khalil al pagamento delle spese del procedimento quantificate forfettariamente in euro 378,00.
Non entriamo nel dettaglio degli articoli citati che, ciascuno, andando sul sito della NADO potrebbe leggersi.
Abbiamo, invece, provato a cercare in rete qualche informazione in più e tra le pochissime trovate, quel che sembrerebbe è che l’atleta abbia saltato 2 controlli antidoping, uno al termine di una competizione e l’altro, in una visita domiciliare.
Ora, questo potrebbe spiegare la prima squalifica, sia pur veramente elevata dei 4 anni, ma la seconda degli 8, che in pratica integra la prima, non si riesce proprio ad interpretare, perché le violazioni indicate potrebbero essere varie, la più grave delle quali, leggendo gli articoli, potrebbe essere legata ad “intimidazioni” ma sono solo vaghissime ipotesi perché nulla di certo è emerso.
Ricordiamo che Khalil è un buon atleta di 28 anni, tesserato per la Polisportiva Policiano di Arezzo, che ha cominciato a fare seriamente atletica con le corse su strada, dal 2017, in quanto prima, dal 2008, anno del suo primo tesseramento, troviamo solo suoi occasionali risultati, anche in pista dai 1500 metri in avanti, ma senza una reale continuità al punto che, in determinate stagioni agonistiche, non vi è nessuna traccia della sua presenza.
Da tre anni circa, invece, si dedicava in particolare alle corse dai 10 chilometri alla mezza maratona su cui ha un personale, più che onorevole, di 1h05’23 che, certamente, gli consentiva di avere inviti a manifestazioni anche di una certa importanza.
L’unica dichiarazione sulla vicenda trovata è quella del Presidente della Società Sportiva di El Khalil, Fabio Sinatti che, come riportato dal corrieredellumbria.corr.it ha dichiarato in merito:
“È una vicenda su cui c’è necessità di fare chiarezza. Innanzitutto vorrei precisare che non si trattava di una gara della federazione ma di una gara paesana organizzata a Montone, nei pressi di Perugia, sotto l’egida della Uisp, dunque in quell’occasione El Khalil non correva con i colori della nostra società e la nostra società non era presente.
Lui ha detto che aveva saputo che la moglie incinta non stava bene e, di conseguenza, che aveva lasciato la gara per scappare all’ospedale, mentre il medico dell’antidoping ha interpretato questa sua azione come un sottrarsi ai controlli. Nei controlli effettuati successivamente è sempre risultato negativo al doping”.
Come si può leggere non si parla del controllo saltato a casa che, invece, viene citato in altri siti di corsa.
Sarà nostra cura fare degli aggiornamenti se verranno forniti ulteriori dettagli su questa vicenda.