Marco Torrieri (foto archivio Olimpiadi 2004)
Marco Torrieri (foto archivio Olimpiadi 2004)

Sarei banale nello scrivere che le storie degli atleti, tramite le loro dirette testimonianze, mi emozionano sempre, ma non posso negare che quella di Marco Torrieri, 42enne atleta romano in attività agonistica, mi coinvolge proprio direttamente perché mi porta dentro il mondo che, per tanti anni, è stato parte importante della mia vita: quello dei master dell’atletica.

Per chi non lo sapesse la categoria master è quella degli atleti over 35 che si sfidano nell’ambito agonistico in classi divise ogni 5 anni: M35, M40…. F35, F40 e così via.

Personalmente ho passato, dalla M40 alla M55, circa 13 bellissimi anni in cui vi era in me solo il cruccio di pensare come il mondo master venisse totalmente snobbato dall’esterno e che, appartenervi, fosse quasi una vergogna per quegli atleti che, da assoluti, avevano avuto risultati importanti.

A memoria solo tre eccezioni a tale regola, quella del grande maestro della moda Ottavio Missoni, di cui ricordiamo la partecipazione alle Olimpiadi del 1948 a Londra, quella di Armano Sardi, a cui faccio gli auguri in ritardo per i suoi 80 anni compiuti da pochi giorni, che fece le Olimpiadi di Roma nel 1960 e, icona dell’atletica master degli ultimi 15 anni, Mario Longo, che non partecipò alle Olimpiadi, ma ottenne una medaglia di bronzo nella 4×100 degli Europei di Spalato nel 1990.

Per questo motivo l’entrata, peraltro da qualche anno, di Torrieri in questo mondo, che pur non mi appartiene più, mi fa molto piacere, perché Marco rappresenta la massima espressione tecnica mai vista in tale contesto, vantando ben due partecipazioni alle Olimpiadi, Sydney 2000 e Atene 2004, oltre a due personali su 100 metri 10″22 e 200 20″38, assolutamente ragguardevoli, considerando che quello nei 200 rappresenta anche la sesta prestazione italiana di sempre.

L’altro giorno ho annunciato che avrebbe onorato i campionati italiani master che si svolgeranno da questa mattina a domenica, ad Arezzo e, tra l’altro, mi fa molto piacere notare che tra gli iscritti ci siano anche due altri ottimi atleti, ancora in piena attività agonistica tra gli assoluti, quali il 39enne Fabrizio Schembri nel triplo e il 42enne Marco Lingua nel martello.

L’esempio di Marco sta cominciando a cambiare veramente qualcosa e allora per me, alla vigilia dell’inizio dei campionati, il grande piacere di intervistarlo.

Ciao Marco grazie per la tua immediata disponibilità. Sei pronto, dunque, per questi campionati?

Ciao, grazie veramente a te per questa attenzione, sinceramente inaspettata ma che fa sempre molto piacere.

Come hai giustamente segnalato sono iscritto sia ai 100 che ai 200 metri ma, sinceramente, deciderò all’ultimo se gareggiare perché sono reduce da un’importante operazione fatta al tendine e quindi sono in graduale ripresa.

Ho un ricordo molto limpido di te sino al 2004, alcuni eccellenti risultati, due Olimpiadi poi dal 2005 cosa è successo e quando hai cessato l’attività assoluta?

Purtroppo sono incappato, come spesso accade, in una serie di problematiche fisiche che hanno rallentato la mia preparazione e mi hanno messo nella condizione, alla ripresa dell’attività agonistica vera e propria, di ottenere riscontri cronometrici più alti di quelli a cui mi ero abituato.

Questo, spesso, per un atleta è un grosso problema, perché ci si aspetta sempre di migliorare e, quando ciò non avviene, subentrano contraccolpi psicologici da cui poi è difficile uscire.

In ogni caso sino alle indoor del 2009 sono riuscito a gareggiare con una certa continuità ma poi, un infortunio più grave degli altri, mi ha bloccato totalmente e permesso di tornare alle gare solo alla fine dell’estate del 2010, peraltro solo nei 100 e poi, dopo un 2011 non certo esaltante, sono uscito dal Gruppo Sportivo dell’Aeronautica Militare. 

Però, in realtà, non ho mai smesso e ho continuato a gareggiare, pur se poco, senza grandi interruzioni, tranne totalmente nel 2012 e nel 2016. 

Nel frattempo sono anche andato per certi periodi all’estero a studiare e confrontarmi con realtà tecniche diverse e sono poi diventato tecnico federale, per cui mi sono dedicato pure all’allenamento oltre che a cominciare ad essere, a tutti gli effetti, un atleta master.

Sinceramente mi emoziona l’orgoglio con cui ti definisci ‘un atleta master’ il cui mondo mi sembra ti appassioni molto. Come mai?

E’ vero, amo veramente tanto il mondo master e dici molto bene, sono orgoglioso di farne parte. C’è un motivo primario, ovviamente, che è la passione per questo sport e il piacere di continuare a provare l’emozione di andare sui blocchi in attesa dello sparo dello starter.

Allo stesso modo ci tengo molto alla mia salute fisica e a quella delle persone che seguo, prima su tutte la donna della mia vita, mia moglie Lucilla Fiori, che un tempo era una buona maratoneta e che, gradualmente, ho portato su distanze più brevi, quali appunto i 100 e 200 metri, che correrà ad Arezzo.

Ovviamente non alleno solo lei, ma ho creato un team apposito, che porta il mio cognome, totalmente dedicato proprio agli atleti master che vogliono farsi allenare da me nelle distanze veloci sino ai 400 metri.

Come è nata questa tua ulteriore passione per l’allenamento?

In realtà, mi emoziona molto dirlo, è stato il grande Pietro Mennea a spingermi a studiare in tale direzione, anche approfondendo l’argomento con periodi passati, come detto, all’estero.

Pietro è stato una persona veramente importante per me, specie in determinati momenti un po’ complicati e sono molto fiero che, il giorno del mio matrimonio, sia stato proprio un 12 settembre con la sua presenza.

Scusami la domanda, Marco, ma immagino tu non possa vivere, purtroppo, solo di atletica. Quale è la tua attività primaria?

In realtà io sono sempre rimasto all’interno dell’Aeronautica Militare, dopo essere uscito dal Gruppo Sportivo nel 2011 e lavoro per essa all’Aeroporto Vigna di Valle. Ho chiesto e ottenuto di fare i turni di notte per cui 4/5 volte alla settimana non dormo, ma almeno ho poi tutto il giorno per potermi dedicare ai miei atleti e alla mia passione.

Incredibile, veramente una voglia di sacrificio fuori dal comune che andrebbe presa come esempio da tantissimi. Quanti atleti segui in questo momento?

Una cinquantina, di cui venti direttamente a Roma che vengono al campo Paolo Rosi dell’Acqua Acetosa dove praticamente vivo tutte le mie giornate.

Poi gli altri 30 sono sparsi un po’ per l’Italia e qualcuno anche all’estero a Malta. Con tutti interagiamo via email o chat telefonica ma, ovviamente, se passano da Roma sono a loro disposizione.

Ma torniamo a te. Ho visto che l’anno scorso, dopo un buon 2018 in cui hai ottenuto il record italiano M40 sui 60 metri, con 6″88, non hai gareggiato e ovviamente il motivo è che ti sei operato al tendine. Come stai adesso?

Abbastanza bene, ma non voglio rischiare di accelerare i tempi della ripresa perché ci tengo troppo a tornare a grandi livelli ed ho un sacco di record italiani master da attaccare.

Grande Marco, questo vuol dire che ti potremo definire a lungo un atleta master con gli enormi benefici per tutto il movimento che la tua presenza comporta?

Assolutamente si e appena mi sentirò nella condizione affronterò con la maglia azzurra le sfide master a livello internazionale, quali europei e mondiali, che credo mi divertiranno molto.

Grazie veramente Marco per la tua infinita passione e per quello che fai, ogni giorno, per gli amici master.

Per chi fosse interessato a confrontarsi con Marco lascio un suo riferimento diretto di email TorrieriSprintTeam@gmail.com
Lucilla Fiori-Marco Torrieri (foto Torrieri-Team)
Lucilla Fiori-Marco Torrieri (foto Torrieri-Team)
Lucilla Fiori-Marco Torrieri (foto personale)
Lucilla Fiori-Marco Torrieri (foto personale)
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