Marta Zenoni

In esclusiva per SprintNews.it alcuni dei propositi, per il 2020, della talentuosa mezzofondista azzurra. Per lei non esistono sogni ma solo certezze da realizzare.

Quelle poche persone che mi seguono da anni, ora sono orgoglioso di sapere che sono molte di più, sanno che ho sempre avuto un’attenzione particolare per Marta Zenoni e per il suo indiscutibile talento, specialmente quando, per oltre 20 mesi, si erano perse le sue tracce e il suo ritorno agonistico sembrava fortemente in dubbio.

Non vi nascondo che quando, il 3 febbraio 2019, l’ho vista tornare alle gare e vincere i campionati italiani promesse sui 3000 metri indoor, mi sono realmente commosso e, come me, sono certo tante altre persone.

Da quel giorno è come se fosse cominciata, a neanche vent’anni, una nuova vita agonistica per l’atleta azzurra che, nel corso della stagione passata, ha ottenuto soddisfacenti risultati tra cui la medaglia di bronzo agli europei under 23 di Gavle, nei 1500, il secondo posto sui 3000 nei campionati europei a squadre di Bydgoszcz e due titoli italiani assoluti, all’aperto, su 1500 e 5000.

Avrebbe, anche, potuto fare la sua prima esperienza a un mondiale l’anno scorso poiché, pur non avendo ottenuto il minimo, sarebbe rientrata tra le partenti dei 1500 per la logica dei target numbers.

Purtroppo, un altro piccolo colpo della sorte l’ha fermata, ai primi di settembre, e costretta a portare per circa un mese e mezzo un tutore a un piede.

Adesso che tutto è passato, però, Marta è più forte e determinata che mai. I suoi, per carattere, non sono mai sogni ma sempre propositi e si appresta, adesso, ad iniziare la vera preparazione per quella che certamente sarà per lei una stagione importante con tantissimi appuntamenti a cui puntare.

Avendo, negli ultimi mesi, avuto l’opportunità e il piacere di conoscerla personalmente, l’ho incontrata e intervistata per sprintnews.it.

Ciao Marta, ho voluto mettere in copertina una tua foto di qualche giorno fa, di passaggio da una località montana, perché i tuoi occhi ritraggono, a mio avviso, la grande serenità di questo momento della tua vita. Mi sbaglio?

Assolutamente no, in effetti sto vivendo un periodo molto felice per tutta una serie di ragioni.

L’ultima risonanza magnetica, a cui sono stata sottoposta il 7 gennaio, ha evidenziato come il problema allo scafoide del piede sia definitivamente risolto e, quindi, posso allenarmi senza più alcun problema.

So che sei anche molto contenta per l’inizio della tua carriera universitaria. Dove studi e a cosa sei iscritta?

Sono iscritta a Roma, al corso di laurea in Economia e Management della Luiss Sport Academy e ringrazio, per questo, la P&CO di Luigi Pezzilli, azienda che ha creduto in me dandomi una borsa di studio.

Devo dirti che questa nuova esperienza mi elettrizza molto e mi ha molto aiutato, nei mesi scorsi, quando ero un po’ in ansia per il mio piede.

Adesso, però, stai bene e pronta per un 2020 alla grande. In questi mesi sei riuscita, in ogni caso, a fare allenamenti alternativi?

Assolutamente si, grazie al lavoro del mio staff, ho svolto tantissimi lavori, specialmente in piscina, per tenere alta la condizione fisica e recuperare quel poco di massa persa da una parte, durante il periodo di tenuta del tutore al piede.

In realtà, se devo esprimere una mia personale sensazione, mi sento anche meglio dell’anno scorso, prima di correre agli italiani indoor promesse ma, per motivi di estrema prudenza, abbiamo deciso di saltare totalmente la stagione al coperto per puntare decisamente sulle gare outdoor.

Un 2020 ricchissimo di eventi di ogni genere, con il primo fondamentale appuntamento il 28 maggio alla Diamond League Italiana dove si correranno i 1500. Possiamo definirlo il primo vero obiettivo stagionale?

Certo, voglio assolutamente fare bene in quella che sarà, di fatto, la mia prima esperienza di Diamond davanti a un pubblico italiano. Sarebbe importante trovare già lì un buon tempo.

Ricordo, per chi legge, che il minimo per le Olimpiadi sui 1500 è 4’04″20. Credi possa essere alla tua portata?

Sinceramente non mi sento ora di fare previsioni anche se, ovviamente, spero a Napoli, dove ritengo non vi sarà alcun tipo di tatticismo in corsa, di fare una buona gara e di stabilire, quantomeno, il mio personale.

In questo momento, però, penso solo a stabilizzare la mia condizione fisica nel senso che è fondamentale che io non abbia più alcun tipo di infortunio e, in tal senso, sto svolgendo degli importanti lavori di prevenzione in tal senso.

L’anno scorso hai gareggiato dai 1500 sino ai 5000, a dimostrazione che sei un’atleta poliedrica ma gli 800, la distanza che da allieva, specialmente, ti ha dato grandissime soddisfazioni, che fine hanno fatto?

Gli 800 sono, in realtà, il mio primo e vero amore. Nel 2019 è stato deciso di non correrli perché considerata una gara più traumatica che presuppone una preparazione ancora più completa.

Purtroppo, anche quest’anno non sono riuscita ad iniziare dall’autunno un tipo di allenamento specifico per correre al meglio questa distanza per cui, per adesso, penso solo ai 1500 ma, certamente, gli 800 sono per me un discorso apertissimo.

Avrei tante cose da chiederti ancora ma preferisco tenermele per qualche settimana, in modo da sapere da te delle novità ulteriori.

Hai voglia, per concludere, di fare qualche particolare ringraziamento?

Certamente, la persona a cui sono più legata da un punto di vista sportivo è il Presidente della mia società, l’Atletica Bergamo ’59, Achille Ventura.

Lui è colui che mi avviato all’Atletica, essendo stato il mio primo allenatore, lui è quello che mi è stato sempre vicino in tutti i miei momenti bui e che riesce, ogni volta, con le sue parole, a infondermi quella indispensabile serenità, specie prima degli eventi importanti.

Probabilmente, a breve, entrerò in un Gruppo Sportivo Militare, ma lui sarà sempre il mio vero Presidente e il mio punto di riferimento indissolubile.

Mi sento, poi, sinceramente, di fare un grande ringraziamento alla FIDAL e, in particolare, al Presidente Alfio Giomi, per avermi sostenuto tantissimo, specie negli ultimi mesi dell’ultimo infortunio che ho superato grazie al loro continuo e costante supporto.

Per finire vorrei citare anche il mio attuale tecnico Saro Naso.

Marta Zenoni è un’atleta che non sogna gli obiettivi da raggiungere, lei li vuole a tutti i costi e forse, anche per questo, può apparire a qualcuno un po’ indigesta perché è una di quelle persone, molto istintive, che non filtra niente di quello che vuole esprimere.

Personalmente io prediligo chi si comporta così perché so esattamente che non mi prenderà mai in giro ma, vi posso garantire, che gli occhi dolci della foto in copertina esprimono perfettamente la sua reale natura.

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