Spettacolo Tamberi a Chorzow: vittoria con 2,30

Ottimo terzo posto di Tortu con 20"40 nei 200 metri

Quando Gianmarco Tamberi va in pedana nel salto in alto lo spettacolo è sempre assicurato, in qualunque contesto esso sia, perché con la sua travolgente euforia agonistica riesce sempre ad entusiasmare il pubblico a prescindere dal risultato finale che poi realizzi.

La gente in tribuna è sempre stata uno degli stimoli maggiori per il campione olimpico e non ha mai nascosto il suo grande dispiacere per aver dovuto saltare, nell’ultimo anno e mezzo, davanti a spalti praticamente vuoti a causa del Covid, ma ieri finalmente è potuto tornare ad esibirsi davanti a circa 25000 spettatori festanti e li ha ripagati con una eccellente prestazione, vincendo il Memorial Kamila Skolimowska, prova Gold del Continental Tour disputata nello splendido stadio Slaski di Chorzow in Polonia, con la misura di 2,30.

Tamberi, molto più reattivo delle precedenti uscite in cui era apparso abbastanza stanco e un po’ distratto da tutti gli impegni extra agonistici di questo esaltante periodo, fa un percorso netto fino a 2,27 (con passaggi a 2.10, 2,15, 2,20 e 2,24) mentre i suoi concorrenti faticano al punto che il russo Ilya Ivanyuk spreca due tentativi su tutte le misure, e addirittura tre sui 2,27 che supera con l’ultima possibilità a disposizione.

A quota 2,30 il russo sbaglia tre volte e l’azzurro, ormai vittorioso per un minor numero di errori, si presenta ancora in pedana, per la gioia del pubblico, superando con grande ampiezza l’asticella per poi proseguire la gara con altri tre salti falliti, uno a 2,34 e due a 2,36, tutto tra le grandi ovazioni degli spettatori che, alla fine, assistono anche ai suoi due salti mortali all’indietro sul tappeto di atterraggio.

Le dichiarazioni di Gimbo: “Mi mancava il boato del pubblico, sentire venti, venticinquemila persone che salutano con la voce un tuo salto riuscito, mentre atterri sui sacconi. Che bello, mi ha dato davvero una grande emozione, quasi non me lo ricordavo più. In effetti, sto ancora bene, e in certi salti si vede. Cresce la voglia di gareggiare, di tornare a superare l’asticella, dopo i festeggiamenti post Olimpiade.

È chiaro che la condizione non sia quella di Tokyo, figuriamoci, ma quando le cose tecnicamente riescono, posso salire alle quote viste stasera. Il 2,30 era un bel salto, credo che possa valere qualche centimetro in più, e spero di riuscire ad aggiungerli a Zurigo, nelle finali della Diamond League.

Sì, Zurigo è una tappa importante, diciamo il terzo obiettivo stagionale, dopo Olimpiade ed Europei indoor; voglio fare bene anche per centrare un altro obiettivo, che è più mio, ma che mi stimola, ovvero terminare la stagione al primo posto del ranking mondiale. Mi piacerebbe davvero riuscirci.”

Se per Gimbo l’obiettivo era divertire e divertirsi, la gara sui 200 metri di ieri pomeriggio in Slesia di Filippo Tortu aveva un significato ben diverso in quanto, il campione olimpico della staffetta 4×100, tornava su tale distanza dopo oltre due anni, da quel 8 giugno del 2019 quando all’Olimpico di Roma, nel corso del Golden Gala Pietro Mennea, fermò il cronometro a 20″36.

La prestazione dell’azzurro è stata veramente eccellente con un prestigioso terzo posto in 20″40 dietro al campione olimpico Andre de Grasse primo in 20″21, e all’altro canadese della staffetta 4×100, Jerome Blake che ha chiuso in 20″32, peraltro graziato dai giudici di partenza per una netta prima falsa allo sparo.

Molto buone le sensazioni avute vedendo correre Tortu, nel senso che è apparso nettamente come l’azzurro abbia affrontato la curva con una certa prudenza, lentissimo tra l’altro il suo tempo di reazione allo sparo (0,238), per poi fare un eccellente rettilineo che l’ha portato a recuperare posizioni e chiudere in ottima spinta.

Le sensazioni dirette di Filippo dopo la gara: “Sono abbastanza soddisfatto, sono arrivato vicino a gente che ha corso davvero forte quest’anno, ed io in fondo ero alla prima su questa distanza nel 2021, e senza una preparazione specifica.

Da un lato sono contento, ma dall’altro sento che avrei potuto fare meglio. Ho sbagliato alcune cose in curva: in particolare, non ho corso i primi cento rilassato come avrei voluto, e soprattutto, all’ingresso sul rettilineo, non ho fatto bene quel lavoro di lasciarsi andare verso l’esterno della corsia.

Però ho retto bene nel finale, e questo mi fa ben sperare per il futuro. Devo decidere a questo punto se correre ancora un 200, oppure fermarmi qui. La voglia c’è, vedremo a mente fredda cosa fare”.

Al quarto posto, battuto nel derby tra compagni di staffetta ed anche di Gruppo Sportivo delle Fiamme Gialle, Eseosa Desalu che ha chiuso in 20″52 con una gara opposta a Filippo nel senso che fa un eccellente curva, ma poi si spegne un po’ nel finale.

Le dichiarazioni di Fausto: “È stata una stagione bellissima e oggi volevo divertirmi gareggiando con i big, e devo dire che credo sia andata abbastanza bene. Peccato per gli ultimi 4 appoggi di corsa che hanno un po’ appesantito il mio risultato, ma a fine stagione non si è qui per fare i temponi.

Ora vediamo cosa resta dell’anno, per le finali della Diamond League Zurigo attualmente sono fuori di un punto, ma sono pronto a subentrare nel caso di rinunce. Non dovessi correre, questa sarà stata l’ultima mia gara del 2021. Due settimane di vacanza, e poi di nuovo al lavoro per il 2022, con ancora più ambizioni, grazie alla medaglia d’oro di Tokyo.”

Fausto Desalu (foto Colombo/FIDAL)
Fausto Desalu (foto Colombo/FIDAL)

Per Filippo, dunque, ottime risposte e confortanti prospettive future in tale gara, come ben si poteva immaginare e vedremo se deciderà, con il suo staff, di provare ancora una volta per questa stagione la distanza.

Prima di Tamberi, peraltro, un’altra ottima affermazione azzurra a Chorzow con Elena Vallortigara che, sempre nell’alto, supera l’asticella a 1,96 e batte rivali eccellenti, a cominciare dall’ucraina Irina Gerashchenko (seconda con 1,94) e poi la polacca Kamila Licwinko (terza, 1,91).

L’azzurra in tal modo eguaglia lo stagionale di 1,96 superato l’11 luglio a Sotteville in Francia.

Le dichiarazioni di Elena: “Sapevo di valere queste misure e le valevo anche a Tokyo: il problema ai Giochi è stato tecnico, e senza il mio allenatore non sono riuscita a trovare la soluzione. Oggi lui era qui, e insieme siamo riusciti a costruire una buona rincorsa.

Le avversarie? Stanno gareggiando moltissimo, non posso paragonarmi a loro, anche se batterle fa sempre piacere. In realtà con la testa sono ancora a Tokyo: stavo ancora meglio lì, mi è dispiaciuto aver finito male, mi ero preparata moltissimo, l’eliminazione brucia.

Sarò ancora in pedana a Berlino, domenica prossima, poi vacanza: devo rigenerarmi, sia fisicamente, sia mentalmente. Il mio obiettivo a lungo termine è Parigi, i Giochi Olimpici 2024. In mezzo obiettivi importanti, e voglio prendermi quello che non sono riuscita a cogliere finora.”

Elena Vallortigara (foto Colombo/FIDAL)
Elena Vallortigara (foto Colombo/FIDAL)

Bella gara anche di Pietro Riva nei 3000 metri con l’azzurro che ottiene ancora una volta il personale già realizzato a Rovereto martedì scorso, correndo in un buon 7’45″52 (decima prestazione italiana di sempre e altri 12 centesimi di miglioramento).

La vittoria va all’etiope Tadese Worku in 7’36″47, ma Riva è bravo a non perdere troppo terreno rispetto alla testa, e a piazzarsi all’ottavo posto, immediatamente a ridosso dei primi.

Pietro Riva (foto Fiamme Oro Padova)
Pietro Riva (foto Fiamme Oro Padova)

Nel meeting dedicato alla grande martellista polacca (oro olimpico a Sydney 2000, scomparsa prematuramente nel 2009), in quella che fu la sua gara, Sara Fantini è quinta con 66,49 (per l’azzurra, nella serie, anche 65,27, 63,63, 64,53 e due nulli) mentre il successo va alla bielorussa Maslava, con 69,88 mentre nella gara al maschile vittoria di Pawel Fajdek con 79,60.

Sara Fantini (foto Colombo/FIDAL)
Sara Fantini (foto Colombo/FIDAL)

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