Andrew Howe, che compirà 36 anni il prossimo 12 maggio, sorprende ancora con la sua classe infinita e cristallina, e va oltre gli 8 metri nel corso del Trofeo Perseo di Rieti, alla sua prima gara stagionale all’aperto, anche se la misura saltata di 8,03 metri non può essere considerata valida per il forte vento a favore che spirava, +4,4.
Sicuramente un’iniezione di grande fiducia per l’atleta reatino, amato da tutti gli appassionati di atletica e non solo, che può ora guardare con ottimismo le prossime gare dove proverà a confermare quanto di buono fatto vedere oggi che vede anche un salto valido a 7,75 metri con vento +1,4, all’ultimo salto, lasciando ampio spazio nella battuta.
Erano 11 anni, in ogni caso, che Andrew non superava gli 8 metri e tutta la gara per lui è stata piena di sensazioni positive come lui stesso ha dichiarato alla fine, cominciando a parlare dell’ultimo balzo.
“Sì, lì ci ho lasciato venti, venticinque centimetri almeno questa gara serviva per testare le mie sensazioni, il mio corpo, una rincorsa nuova. Sono ritornato a saltare come quando ero giovane… non che non lo sia ancora!
Il vento oggi non ha aiutato: averne di eccessivo a favore crea tanti problemi a livello di rincorsa, dovevo cambiare ogni volta, due piedi avanti, due piedi indietro. Ma il mio obiettivo è fare questo minimo per le Olimpiadi di Tokyo (8,22) per partecipare finalmente a un’Olimpiade degna del mio nome: e oggi ci credo ancora di più.
Ho capito finalmente che dovevo guarire me stesso. Dovevo tornare ad avere una pace interiore. E penso di averla ritrovata. Dovevo tornare a divertirmi. Farlo per me. Per le persone che mi circondano. Mi ha aiutato uno psicologo sportivo che mi segue costantemente. Avevo grossi problemi di ansia prima della gara, ero arrivato a non dormire. In gara non ero io. E piano piano sto tornando a essere il vero Andrew”.
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