Continua la grande ascesa agonistica di Nadia Battocletti, la mezzofondista di Cles in Trentino che, a solo 21 anni, sta scalando le classifiche italiane di tutti i tempi in varie discipline ma che, soprattutto, sta inseguendo il suo sogno di poter partecipare alla prima Olimpiade della sua giovanissima carriera.
L’obiettivo a cinque cerchi di Nadia è improntato sulla gara dei 5000 metri, dove quest’anno si è migliorata tantissimo ed è arrivata ad un personale di 15’16″70, realizzato in Spagna ad Andujar il 22 maggio, che non le basta per ora al fine di staccare il biglietto per il Giappone, in quanto il minimo è di 15’10″00 e, anche nel ranking, nonostante il successo ai Campionati Europei a squadre, si trova al 47esimo dei 42 posti disponibili per la qualificazione.
Ieri sera per l’azzurra una gara test su una distanza più corta, i 3000 metri, per provare a velocizzare ulteriormente i ritmi di gara in vista dei prossimi impegni sui 5000 che saranno decisivi per l’ultimo assalto alla strada per i Giochi.
Il risultato finale è stato ottimo e Nadia, sulla pista di Gravellona Toce, ha ottenuto l’ottimo crono di 8’54″91 correndo praticamente da sola, e questo le vale la migliore prestazione italiana under 23, la prima volta sotto i 9 minuti per un atleta con meno di 23 anni, e la soddisfazione di aver battuto il record di un altro grande talento del mezzofondo italiano, Federica Del Buono la quale aveva corso 9’01″38 nel 2014.
Il grande appuntamento, in ogni caso, sarà sabato prossimo 12 giugno a Nizza in un 5000 metri dove tenterà il tutto per tutto, augurandosi naturalmente di trovare una gara con dei ritmi adeguati per cercare la sua personale impresa.
Quello di stasera è comunque il miglior tempo italiano sui 3000 metri dal 2014, vale a dire dall’8’51″82 di Margherita Magnani, ed è attualmente il terzo crono europeo dell’anno.
Le dichiarazioni di Nadia
“L’avevamo pensata un po’ più tranquilla ma alla fine sono andata a sensazione, mi sono sentita molto bene e ho piazzato alcuni passaggi un po’ azzardati, il primo mille a 2’56, 4’26 al 1500, 5’57 al duemila e un ultimo chilometro in 2’57 nonostante dovessi correre spesso in seconda corsia per i doppiaggi.
Ma non sono arrivata distrutta, nei piani c’era di fare un altro mille dopo la gara, con cinque minuti di recupero. Era una serata che doveva darmi più un aiuto mentale che fisico, farmi capire che posso andare forte anche in solitaria, e così è stato.
Sarei ipocrita nel dire che non sto pensando al ‘minimo’ olimpico e sabato prossimo a Nizza nei 5000 sarà una gara tirata, con tante atlete forti. Troverò lepri ‘umane’ fino al 3000 e anche il supporto della lepre tecnologica (la Wavelight, ndr). Ci proverò con tutta me stessa”.
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