L’Italia ha centrato uno splendido terzo posto nella classifica per nazioni dei campionati del mondo indoor, conclusisi ieri a Glasgow, con 50 punti che testimoniano il rendimento complessivo del movimento perché tengono conto dei risultati di tutti i finalisti, e ci piace dedicare la copertina al grande coraggio di Catalin Tecuceanu che, nella finale di ieri sera sugli 800 metri, ha lottato veramente come un leone e avrebbe forse meritato qualcosa di più del quarto posto anche se poi, nell’intervista dopo la gara, ha dimostrato pure una grandissima signorilità elogiando i suoi avversari e dicendo che erano stati più forti.
La formazione italiana non aveva mai realizzato così tanti punti nelle diciotto edizioni dei Mondiali. Solo gli Stati Uniti (195 punti) e la Gran Bretagna (51 punti) hanno fatto meglio dell’Italia. Si tratta del miglior piazzamento nella placing table. Al massimo l’Italia era stata quarta a Budapest nel 1989. In tutto l’Italia ha piazzato 11 atleti tra i primi otto, bilancio migliore rispetto al precedente record dell’edizione del 1989. L’Italia è sedicesima nel medagliere con i due argenti di Mattia Furlani nel lungo e di Lorenzo Simonelli nei 60 metri ostacoli e i bronzi di Leonardo Fabbri nel getto del peso e di Zayna Dosso sui 60 metri. Gli Stati Uniti hanno vinto il medagliere con 6 ori, 9 argenti e 5 bronzi.
Antonio La Torre: “Avevo chiesto una verifica e verifica c’è stata. Il messaggio che parte da questa nazionale è dirompente e non riguarda soltanto l’atletica. I ragazzi sanno di poter cambiare le cose attraverso il loro talento. Fabbri è un capitano perfetto. Furlani arriva da Marte. Simonelli ha corso con sfrontatezza davanti a Mr. Imbattuto Grant Holloway”.
Stefano Mei: “Ci portiamo a casa una nazionale straordinariamente compatta, giovane e vincente. Qualcosa è cambiato nella testa. Anche i giovani ne stanno prendendo coscienza. A molto è servito Tokyo perché ha fatto capire a tutti che si poteva ostare, ma soprattutto che non si dovevano trovare più scuse. La classifica a punti dimostra quanto sia aumentato il numero di azzurri di fascia alta. L’avevamo visto con la vittoria nella Coppa Europa e con i finalisti in aumento a Tokyo. Quando a questa base già forte aggiungi fenomeni come Furlani, Simonelli e Dosso, la crescita è inevitabile.”