Inside Diamond League: intervista a Chiara Montesano

A soli 25 anni è già una fotografa ufficiale del più importante circuito mondiale di meeting di atletica

Chiara Montesano è una ragazza di 25 anni, grande appassionata di fotografia e sport con particolare riguardo per l’atletica, la quale è riuscita con grande determinazione, oltre che naturalmente bravura, a fondere perfettamente le sue due più grandi passioni diventando una fotografa professionista.

Tanti sono gli impegni di Chiara, in ogni caso, tra cui praticare direttamente il suo sport preferito, pur se solo a livello amatoriale, nell’ambito delle gare veloci ma le piace molto anche nuotare e andare in bicicletta.

Artista dell’immagine, sportiva e anche promettente manager in quanto è parte attiva del primo Consiglio Giovanile della FIDAL, da lei cofondato nel 2019, il cui scopo è quello di formare giovani dirigenti e fare da tramite con il Young Leaders Youth Team di European Athletics.

Per non farsi mancare nulla, infine, le piace anche scrivere, e siamo molto lieti che collabori in veste di redattrice con la nostra testata giornalistica dove si occupa di fare interviste ad atleti, tecnici e dirigenti ma, in questa occasione, al termine della sua brillante stagione professionale in giro per importanti meeting di World Athletics, abbiamo voluto che si trasformasse a sua volta in intervistata e ci raccontasse qualcosa della sua intensa estate.

Ciao Chiara, pur se giovanissima, la tua carriera di fotografa sta ormai decollando e ne sono molto felice per te. Qual è l’esatto ruolo che svolgi per World Athletics nell’ambito della Diamond League?

La parola giusta per descrivere quello che faccio è “content creator”. Creo contenuti che andranno sui canali social e web del circuito, dalle foto durante gli allenamenti alle grafiche durante le gare.

Da quando rivesti questo ruolo?

Da questa stagione estiva e ti dico la verità che, se a gennaio mi avessero detto che avrei passato mezza estate in giro con la Diamond League, avrei dato del pazzo a qualcuno, eppure adesso ho centinaia di foto a dimostrare il contrario. 

Negli ultimi mesi ho viaggiato in Europa per le tappe di Stoccolma, Losanna e Zurigo, assistendo anche alla vittoria del Trofeo con il diamante del nostro Gimbo Tamberi.

Gimbo Tamberi (foto Chiara Montesano)
Gimbo Tamberi (foto Chiara Montesano)
Quando segui un evento di questo genere come si struttura il tuo lavoro?

La mia giornata tipo durante una tappa è: colazione, foto agli allenamenti, pranzo, altre foto agli allenamenti, cena, editing e così via, per quattro o cinque giorni prima durante e dopo la manifestazione.

Fortunatamente, ormai da tempo, non esiste più discriminazione nei confronti del mondo femminile nell’ambito di certi lavori una volta definiti più maschili. Hai mai avuto problemi, in ogni caso?

Non mi sono mai sentita emarginata ma, durante gli scorsi anni, il mio essere giovane e donna mi ha fatta spesso sentire fuori luogo, come ai Mondiali di Londra nel 2017, quando a 21 anni ero la più giovane accreditata e una delle poche donne presenti come fotografa.

Nel contesto attuale, invece, mi sento perfettamente a mio agio e anzi, a quasi 26 anni mi sento quasi vecchia vista l’età dei nuovi atleti che stanno vincendo e conquistando record a destra e manca, come Mondo Duplantis, Jakob Ingebrigsten e Femke Bol. 

Quando sono all’estero, comunque, sono circondata da molte donne che stanno dietro e davanti ai grandi successi del nostro sport, alcune di queste sono italiane, altre straniere, ma ognuna ha un grande potere e una grande responsabilità. Le atlete sono uguali agli atleti, rispettate e considerate nello stesso modo.

Femke Bol (foto Chiara Montesano)
Femke Bol (foto Chiara Montesano)
Che effetto ti fa, tu che sei una grande appassionata di atletica, stare vicino a tutti questi grandi campioni e campionesse?

Questa esperienza mi ha anche permesso di vedere quei “mostri sacri” come degli “esseri umani” che si impegnano ottenendo dei risultati straordinari, e di avvicinarmi a loro per conoscerli, scoprendo ad esempio che Femke Bol guarda strabiliata i risultati di una ancor più giovane Keely Hodgkinson, e che i tre moschettieri dell’asta, Duplantis, Kendriks e Lavillenie sono veramente così tanto affiatati come vediamo in gara. 

Adesso che ci vivi dentro più che mai provi sensazioni diverse per questo sport?

Fondamentalmente le stesse, ma ho capito ancor di più che l’atletica è davvero la Regina di tutti gli sport, un mondo agonistico puro in cui puoi trovarti a cena allo stesso tavolo di campioni olimpici di peso, velocità e mezzofondo, avendo sempre un argomento di conversazione e sentendoli scherzare e complimentarsi tra di loro. 

L’unico lato negativo del mio lavoro è che si perde la sensazione dell’essere tifosa di un singolo atleta. Quando inizi a conoscere le persone che solitamente vedi in televisione o dagli spalti, il tuo essere fan si trasforma in rispetto e gratitudine, venendo meno anche la volontà di fare una foto insieme o chiedere un autografo.

A quel punto vedi semplicemente la persona, non l’atleta, e diventa normale essere circondati da primatisti mondiali o campioni olimpici. Mi manca provare quelle emozioni, anche se poi mi rendo conto di avere la possibilità di vivere l’atletica in un modo diverso.

Elaine Thompson-Herah (foto Chiara Montesano)
Elaine Thompson-Herah (foto Chiara Montesano)
Sei veramente tanto impegnata. Trovi mai del tempo libero per altro che non sia la fotografia o l’atletica?

Nel periodo estivo no, tanto che ho dovuto rinunciare ad allenarmi con continuazione in qualsiasi sport, che sia atletica, nuoto o ciclismo. Durante il periodo fuori dalla stagione atletica invece dovrei riuscire ad allenarmi e a seguire attività diverse, ma solo per qualche giorno perché il richiamo della pista e della mia macchina fotografica è troppo forte.

Un’ultima domanda. Hai solo 25 anni e già raggiunto tanti traguardi che sicuramente non ti bastano. Quali sono i tuoi prossimi obiettivi?

A breve termine prendere il tesserino da giornalista per poter lavorare tranquillamente anche in Italia. Obiettivi a lungo termine direi sicuramente Parigi 2024.

Chiara Montesano (foto Matthew Quine)
Chiara Montesano (foto Matthew Quine)
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