Due ori per l’Equador ai Mondiali di marcia a Muscat

L'approfondimento e le dichiarazioni dei protagonisti della seconda giornata dell'evento in Oman

La ventunenne equadoregna Glenda Morejon ha interrotto il dominio cinese in quest’edizione dei Mondiali a squadre di marcia di Muscat vincendo la 35 km al debutto sulla distanza in 2h48’33.

Morejon ha contribuito anche alla prima medaglia d’oro a squadre dell’Equador nella storia dei Mondiali di marcia. Il paese sudamericano ha piazzato cinque atlete tra le prime nove totalizzando 12 punti nella classifica generale. La cinese Li Maocuo ha vinto la medaglia d’argento in 2h50’56” dopo essere stata superata ad una decina di km dalla fine. La polacca Katarzyna Zdieblo ha completato il podio vincendo la medaglia di bronzo in 2h51’48”.

La Cina si è dovuta accontentare dell’argento a squadre con 29 punti battendo di una sola lunghezza la Spagna.

L’Italia è finita ai piedi del podio in quarta posizione con 44 punti. La ventiseienne bergamasca Nicole Colombi è stata la migliore delle azzurre in dodicesima posizione in 3h03’19”. Le concittadine Federica Curiazzi e Lidia Barcella sono entrate tra le prime venti rispettivamente al quattordicesimo e al diciottesimo posto in 3h05’22” e in 3h11’07”. Completano il bilancio della spedizione italiana la reggiana Sara Vitiello, ventiduesima in 3h14’57”, e la ventunenne trentina Vittoria Giordani, venticinquesima in 3h22’06”.

Li è transitata al 20 km in 1h37’00” (tempo che le avrebbe permesso di classificarsi al decimo posto su questa distanza). Morejon aveva uno svantaggio di 26 secondi nei confronti della cinese a quel punto della gara ma ha incominciato a ridurre il gap portandosi a 17 secondi nel giro successivo. Due chilometri più tardi la sudamericana ha completato la rimonta raggiungendo Li.

Morejon ha incominciato a incrementare il vantaggio a 10 km dalla fine nella gara più lunga disputata nella sua carriera. Morejon ha raggiunto il 30 km in 2h24’35 con un vantaggio di 34 secondi nei confronti di Li e ha continuato ad aumentare il suo vantaggio durante l’ultimo giro.

Morejon ha tagliato il traguardo in 2h48’33”, arrivando a sei secondi dal primato sudamericano. Le connazionali Paola Perez (2h53’58”), Magaly Bonilla (2h54’39”) e Karla Jaramillo (2h56’14”) si sono piazzate rispettivamente quinta, sesta e settima permettendo all’Equador di vincere la medaglia d’oro a squadre. Laura Garcia Caro è arrivata vicina al podio in quarta posizione contribuendo al secondo posto della Spagna nella classifica a squadre.

Glenda Morejon: “Non ho avuto molto tempo per allenarmi per questi campionati. Ho preparato la 35 km soltanto nelle ultime tre settimane. Insieme al mio allenatore e al presidente della mia federazione abbiamo deciso di gareggiare sui 35 km soltanto qui. Non riesco a credere ancora a quello che è successo.

All’inizio della gara non avevo delle buone sensazioni, forse a causa del nervosismo, perché era la prima gara della mia carriera sulla distanza dei 35 km. Ho cercato di rimanere calma e risparmiare il più possibile energie per la parte finale della gara. Poi ho cominciato a sentirmi sempre meglio.

Credo che la cosa più importante sia credere in se stessi. Può succedere di tutto e tutte possono vincere. La forza mentale è davvero incredibile. Ho scelto di disputare la gara dei 35 km perché l’Equador ha una squadra molto forte. E’ stata una nuova esperienza e mi piacerebbe provare a doppiare 20 e 35km in una grande manifestazione”.

Morejon è nata il 30 Maggio 2000 a Ibarra nel Nord dell’Equador. Non proviene da una famiglia di sportivi. La madre Maria vende frutta al mercato. Morejon ha cominciato come mezzofondista prima che il suo talento di marciatrice fosse scoperto dall’allenatore Giovanni Delgado quando aveva 13 anni. Nel 2001 Delgado fondò la Tarquino Jaramillo Athletic School, dove Glenda si allenava insieme ad un gruppo di 24 atleti. Agli inizi della sua carriera Morejon si allenava spesso senza scarpe.

Ho cominciato a marciare a 13 anni ma pratico atletica da quando avevo cinque anni. Mio padre è stato il mio primo allenatore. Dapprima avevo perso l’interesse per l’atletica ma ho ripreso quando avevo 12 anni. John Delgado mi ha avviato alla marcia. Non avrei mai immaginato che la marcia sarebbe diventata la mia passione e la mia vita“.

Morejon si mise in luce nell’estate del 2017 quando vinse la medaglia d’oro ai Mondiali under 18 allo Stadio Kasarani di Nairobi diventando la seconda atleta dell’Equador a vincere la medaglia d’oro in questa manifestazione dopo il successo di Maribel Caicedo sui 100 metri ostacoli nell’edizione di Cali nel 2015.

L’anno successivo Morejon vinse la medaglia d’argento ai Mondiali di marcia a squadre nella gara juniores e il bronzo ai Mondiali Under 20 di Tampere nel 2018.

Morejon ha proseguito la tradizione della marcia equadoregna seguendo l’esempio della leggenda della marcia Jefferson Perez, campione olimpico della 20 km ad Atlanta 1996.

Vincere la medaglia d’oro ai Mondiali Under 18 è stato molto emozionante. Sapevo che i miei genitori mi stavano guardando da casa e li ringrazio per il loro sostegno”.

La collezione di grandi piazzamenti nelle grandi rassegne internazionali si interruppe ai Mondiali di Doha nell’Ottobre 2019, quando terminò la 20 km al venticinquesimo posto. Solo tre mesi prima Morejon realizzò la migliore prestazione di sempre per un’atleta della categoria under 20 con 1h25’29” a La Coruna battendo le cinesi Jang Jiayu e Liu Hong.

Ero molto delusa della mia performance ai Mondiali di Doha perché non avevo raggiunto il mio obiettivo ma fa parte dello sport. E’ stata un’esperienza che mi ha insegnato molto. Allora avevo appena 19 anni e ho ancora una carriera molto lunga davanti a me. Era importante fare esperienza.

Quell’anno sono stata selezionata per il Premio di Rising Star dell’anno dalla World Athletics. Non me l’aspettavo perché dopo Doha non pensavo che si sarebbero ricordati di me. Sono rimasta sorpresa di vedere il mio nome nella lista. Questo mi ha dato motivazione per il futuro ispirandomi a fare meglio”.

35 km maschile

Lo svedese Perseus Karlstrom ha trionfato nella 35 km in 2h36’14 dopo un attacco decisivo sferrato all’ottavo chilometro. Karlstrom ha festeggiato indossando l’elmetto da vichingo quando mancava ancora un chilometro alla fine. Lo scandinavo ha battuto gli spagnoli Alvaro Martin (2h36’54”) e Miguel Angel Lopez, campione europeo nel 2014 e mondiale nel 2015 (2h37’27”). Il giapponese Masatora Kawano ha migliorato di due posizioni il sesto posto delle Olimpiadi di Tokyo classificandosi al quarto posto davanti al tedesco Karl Junghannis e al canadese Evan Dunfee.

Grazie anche all’undicesimo posto di Marc Tur in 2h39’30” la Spagna si è aggiudicata la medaglia d’oro a squadre con 16 punti davanti alla Cina (29 punti), alla Germania (48), al Giappone (57) e all’Italia (81).

Il bergamasco Matteo Giupponi è stato il migliore degli azzurri in quattordicesima posizione in 2h40’34”. Gli altri piazzamenti azzurri sono arrivati dal marchigiano Michele Antonelli (ventottesimo in 2h46’32”) e dal cremonese Riccardo Orsoni (trentanovesimo in 2h51’56”).

Karlstrom è nato a Vaxjo (stessa città natale della grande eptatleta Carolina Kluft) e ha ereditato la passione per la marcia dalla madre Liv Gustavsson, l’ultima atleta svedese in grado di vincere un titolo in questi campionati nel 1977 e nel 1981. Gustavsson sposò il marciatore messicano Enrique Vera Ibanez, che divenne cittadino svedese e gareggiò per il paese scandinavo ai Mondiali di Tokyo 1991. La coppia divorziò e dal secondo matrimonio Gustavsson ha avuto il secondo figlio Perseus Karlstrom nel 1990.

Il trentunenne svedese ha partecipato alle ultime quattro edizioni dei Mondiali, vincendo la medaglia di bronzo sui 20 km a Doha 2019. Nella sua carriera ha collezionato due successi nella Coppa Europa di marcia ad Alytus nel 2019 in 1h19’54” e a Podebrady nel 2021 in 1h18’54” e ha stabilito il record nazionale sulla 20 km con 1h18’07” a La Coruna nel 2019.

Da alcuni mesi Karlstrom è allenato dall’irlandese Robert Heffernan, campione del mondo sui 50 km a Mosca nel 2013. Ha gareggiato in questo fine settimana con l’obiettivo di preparare al meglio i prossimi Mondiali di Eugene, dove ha in programma di gareggiare sui 20 e sui 35 km.

Perseus Karlstrom: “Avevo disputato una sola gara di 35 km lo scorso Dicembre prima di Muscat. I Mondiali a squadre sono stati un test di avvicinamento in vista della rassegna iridata a Eugene.

Nelle ultime settimane ho avuto cinque o sei giorni alla settimana nei quali ho avuto la sensazione di fare fatica, e uno in cui mi sono sentito bene. Non mi aspettavo di vincere. Mi sono infortunato al ginocchio e ho avuto il Covid ma mi sono allenato bene nelle ultime settimane. Una sessione di allenamento dieci giorni fa è andata molto bene”.

Marcia 20 km maschile

Il campione del mondo di Doha 2019 e bronzo olimpico di Tokyo 2021 Toshikazu Yamanishi ha vinto la 20 km maschile in 1h22’52 battendo l’altro giapponese Koki Ikeda, che si è aggiudicato l’argento in 1h23’29” ripetendo lo stesso piazzamento delle Olimpiadi della scorsa estate, quando si piazzò secondo dietro all’azzurro Massimo Stano.

Il marciatore pugliese è stato il primo a mandare i complimenti su Instagram ai due marciatori nipponici, a testimonianza del suo rispetto per i rivali battuti alle Olimpiadi e della sua passione per il Paese del Sol Levante.

Yamanishi ha staccato Ikeda (vincitore dell’ultima edizione dei Mondiali di marcia) sul tratto in salita poco prima dell’undicesimo chilometro prendendo un vantaggio di 5 secondi.

Il trentaquattrenne keniano Samuel Kiteri Gathimba ha vinto la medaglia di bronzo in 1h23’52” vincendo la prima medaglia assoluta in questa manifestazione per il suo paese. Per il Kenya non è una novità perché pochi mesi fa Heristone Wanyonyi Wafula vinse la medaglia d’oro ai Mondiali Under 20 allo Stadio Kasarani di Nairobi.

L’Equador ha vinto il secondo oro a squadre di questa giornata dopo quello della 35 km femminile totalizzando 25 punti. I sudamericani hanno battuto di un solo punto il Giappone, mentre il terzo posto è andato alla Cina con 45 punti. Brian Pintado è stato il migliore degli atleti dell’Equador in quarta posizione davanti allo spagnolo Diego Garcia e all’indiano Sandeep Kumar.

L’Italia si è piazzata al sesto posto a squadre. Francesco Fortunato è stato il primo degli italiani in ventiduesima posizione con il tempo di 1h27’44”. Il ventenne Andrea Cosi (terzo agli Europei Under 23 di Tallin dello scorso anno ha tagliato il traguardo al ventiquattresimo posto in 1h27’57” precedendo gli altri azzurri Federico Tondodonati (trentaduesimo in 1h29’58”), Gianluca Picchiottino (trentaseiesimo in 1h31’33”). Davide Finocchietti si è ritirato dopo l’ottavo chilometro.

 

Sport OK Junior