Ricomincia domani 31 agosto, dopo le grandi emozioni di 9 giorni di campionati del mondo, la Diamond League 2023 con il Meeting di Zurigo a cui farà seguito quello di Xiamen in Cina il 2 settembre, per poi proseguire con l’evento di Brussels che negli ultimi anni ha sempre rappresentato l’atto conclusivo del circuito, mentre in questa stagione sarà solo l’ultima tappa di avvicinamento alle finali in programma, il 16 e 17, a Eugene nell’ambito del classico appuntamento annuale intitolato alla memoria del mezzofondista statunitense Steve Prefontaine, tragicamente deceduto a soli 24 anni nel 1975 per un incidente automobilistico.

In realtà, peraltro, oggi pomeriggio dalle 17,30 vi sarà il prologo dell’evento svizzero completo di domani, con la gara dell’asta donne a cui parteciperà la finalista iridata di Budapest, l’azzurra Elisa Molinarolo, che si troverà di fronte tra le altre le due campionesse del mondo a pari misura di 4.90, la statunitense Katie Moon e l’australiana Nina Kennedy, ma anche la finlandese campionessa europea, Wilma Murto, che ha completato il podio in Ungheria.

Il programma di domani allo Stadio Letzigrund prevede 14 gare di elevatissimo spessore tecnico con la presenza in ognuna di esse, a parte in quella degli 800 donne dove non risulta iscritta la keniana Mary Moraa, di tutti i recenti campioni del mondo a iniziare da quella del salto in alto uomini dove ci sarà Gianmarco Tamberi, vincitore tra l’altro del Trofeo della Diamond nel 2022 e 2021, il quale dovrà ritrovare la massima concentrazione dopo i festeggiamenti seguiti al fantastico oro in Ungheria.

Per Gimbo saranno presenti quasi tutti gli avversari incontrati nella finale iridata, ad eccezione dello statunitense JuVaughn Harrison medaglia d’argento, a partire dal qatariota Mutaz Barshim, al cubano Luis Enrique Zayas, al tedesco Tobias Potye, ma anche con il coreano Woo Sang-hyeok, lo statunitense Shelby McEwen, il giapponese Ryoichi Akamatsu e l’australiano Brandon Starc.

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Ci saranno altri tre azzurri impegnati nelle gare principali, con il 18enne Mattia Furlani impegnato nel salto in lungo, dopo la piccola delusione dell’eliminazione nelle qualificazioni ungheresi, dove ritroverà il fenomeno greco Miltiadis Tentoglu che vorrà confermare ancora una volta la sua immensa classe, ma anche i giamaicani Tajay Gayle e Carey McLeod, che alla rassegna iridata si sono piazzati terzo e quarto.

Nel salto triplo femminile, che inaugurerà la serata degli eventi validi per il Trofeo del Diamante, insieme alla campionessa e primatista del mondo, la venezuelana Yulimar Rojas, ci saranno le due saltatrice italiane finaliste a Budapest, Ottavia Cestonaro e Dariya Dercach ma anche l’ucraina Maryna Bekh-Romanchuk e la cubana Leyanis Perez Hernandez, seconda e terza.

La serata potrebbe riservare anche qualche crono clamoroso, specialmente nelle corse veloci a cominciare, nell’ambito maschile, da quella dei 200 metri uomini che vedrà ai blocchi il triplice campione del mondo Noah Lyles, il quale a Budapest ha mantenuto le promesse sulle vittorie ma non sui tempi che aveva sparato un po’ esagerati, ma che potrebbe domani sera provare quantomeno ad attaccare il proprio primato personale e del suo continente, il 19″31 con cui aveva vinto l’oro nel 2022 a Eugene, stimolato certamente dalla presenza del secondo e del quarto di Budapest, il connazionale Knighton e il britannico Hughes.

Ci si potrebbero aspettare grandi prestazioni anche dalla due campionesse del mondo, rispettivamente dei 100 e 200 donne, la connazionale di Lyles Sha Carri Richardson, autrice di un eccellente 10″65 in Ungheria dove ha vinto anche con la staffetta 4×100  e ha conquistato il bronzo nei 200, dominati con il crono clamoroso di 21″41 ottenuto dalla giamaicana Sherika Jackson, la quale impegnata dall’altra statunitense argento iridato Gabby Thomas, proverà a migliorarsi ancora sulla strada del vecchissimo primato della Griffith di 21″34.

Noah Lyles (foto Getty Images Sport/BSR-Agency)
Noah Lyles (foto Getty Images Sport/BSR-Agency)

Ci sarà ovviamente nel salto con l’asta uomini sua maestà Armand Duplantis, con il podio di Budapest al completo del filippino Obiena e dello statunitense Nilsen, ma anche i connazionali di quest’ultimo Kendricks e Lightfoot che non avevano superato lo scoglio dei Trials e non erano presenti in Ungheria.

Nelle gare di mezzofondo non ci sarà la rivincita nei 1500 tra il campione iridato lo scozzese Josh Kerr e il norvegese Jacobs Ingebrigtsen, in quanto quest’ultimo correrà nei 5000 del suo oro mondiale, mentre lo spagnolo Mohamed Katir da lui battuto proprio negli ultimi metri di questa gara, sarà invece impegnato proprio nei 1500 contro il britannico.

L’altro fenomeno norvegese, il campione e primatista del mondo dei 400 ostacoli Karsten Warholm, sarà presente nella gara dove troverà il campione di Eugene il brasiliano Alison Dos Santos, mentre tra gli altri da seguire con interesse nel giavellotto maschile l’indiano Neeraj  Chopra, nei 100 ostacoli donne l’iridata giamaicana Danielle Williams, nei 3000 siepi donne la campionessa keniana Winfred Yavi.

Da segnalare infine, nelle gare che precedono il programma principale, la presenza di altri due italiani quale il primatista italiano Davide Re sui 400 metri, e Lorenzo Simonelli nei 110 ostacoli.

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