Sono cominciati ieri a Goteborg in Svezia i campionati iridati master, le gare dedicate agli atleti over 35 che competono tra di loro in categorie distinte divise ogni 5 anni, appunto dai 35 in avanti, senza alcun limite.

La rassegna giunta alla 25esima edizione sarà una delle più numerose di sempre con più di 8000 atleti e un numero record di 111 nazioni, con l’Italia che vanta 307 iscritti tra cui alcune punte significative a livello tecnico quale su tutti, colui che rappresenta attualmente l’icona del movimento in Italia, il 62enne specialista del salto in alto Marco Segatel che fu certamente un buon interprete della disciplina, con un personale da assoluto di 2.12 nel 1985, e che di fatto non ha quasi mai smesso la sua attività proseguita appunto tra i master dove ha conseguito ogni genere di vittoria e primato, nelle varie categorie affrontate, riuscendo ancora oggi a competere su quote intorno all’1,75.

Tra gli altri interpreti dotati di buoni accrediti tecnici va ricordato lo specialista del salto in lungo, Gianni Becatti, che gareggia anche lui nella categoria M60 e che lo scorso giugno a Roma è diventato il primo sessantenne italiano sopra i sei metri con 6,02 a cinque centimetri dal limite mondiale di categoria, ma anche il pesista Giovanni Tubini, anche lui ex assoluto di medio livello, che di recente ha portato il primato nazionale M60 a 16,41 con il peso da 5kg.

Tra le donne da segnalare l’ostacolista Serena Caravelli tra le W40, la velocista Cristina Sanulli tra le W50 ma anche Emanuela Baggiolini sui 300 ostacoli e 400 piani W50, ma la sensazione è che il movimento master italiano dopo alcuni anni di splendore a cavallo degli anni 2000, stia sempre più perdendo interesse da parte di atleti non più giovanissimi ma alla ricerca di prestazioni di valore, come ovviamente potrebbero essere ex atleti assoluti, e che stia diventando per la stragrande maggioranza dei praticanti una lodevole dimostrazione di salute fisica, che nulla centra con l’agonismo vero e proprio.

Chi scrive, d’altra parte, sin dai tempi in cui faceva parte attivamente di questo movimento, sino al 2010, ha sempre pensato e scritto che andrebbe rivisto completamente tutto, nella misura in cui si dovrebbe creare una vera categoria master con dei limiti di età e di prestazione tecnica, mentre tutto il resto dovrebbe rientrare in una diversa categoria definibile di amatori che fanno atletica per stare bene e socializzare, magari in giro per il mondo come in questi giorni in Svezia.

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