Michael Stecchi (Foto Colombo Fidal)
Michael Stecchi (Foto Colombo Fidal)

Claudio Michel Stecchi è ottavo nella finale mondiale dell’asta di Doha, in virtù del 5,70 superato al terzo tentativo sulla pedana del Khalifa Stadium.

Una gara bellissima, segnata dalla sfida sino all’ultimo salto, tra lo statunitense Sam Kendricks, oro con 5,97, lo svedese Armand Duplantis, argento con la stessa misura e il polacco Piotr Lisek, bronzo con 5,87.

Stecchi inizia senza problemi a 5,55, ma alla quota successiva, 5,70, incorre in due errori, per poi passare al terzo tentativo che determina la sua classifica. Sulla quota successiva a 5,80, affrontata da 8 atleti, si fermano in 5, compreso il fiorentino che finisce all’ottavo posto finale per un maggior numero di errori.

Nella lotta per il gradino più alto del podio prevale Kendricks, a lungo terzo, che salta 5,92 al primo tentativo e poi 5,97 all’ultimo, battendo Duplantis, anche lui 5,97 e Lisek che si ferma a 5,87.

Nei commenti a caldo del dopo gara il 27enne delle Fiamme Gialle si dice parzialmente soddisfatto del risultato, con il rammarico però di non aver saltato almeno 5,80, quota alla sua portata.

Le altri finali: 800 metri uomini

Oro allo statunitense Donavan Brazier ,1:42.34, che è bravo a sfruttare il ruolo di pacemaker interpretato dal portoricano Vazquez, autore di un folle 48.96 alla campanella, e poi quinto, 1:44.48, l’argento va al bosniaco  Amel Tuka, 1:43.47, e il bronzo al keniano Ferguson Rotich ,1:43.82.

Giavellotto donne

Oro, a sorpresa, all’australiana Kelsey Lee Barber ,66.56, seconde e terze le cinesi Shiying Liu, argento 65.88 e Huihui Lyu,  bronzo 65.49, nelle prime due posizioni sino all’ultimo lancio.

200 metri uomini

Vittoria quasi scontata di Noah Lyles che vince, però, senza travolgere gli avversari come spesso aveva fatto nel corso della stagione.

Lo statunitense esce dalla curva in seconda posizione, dietro all’incredibile Gemili e poi inizia la sua inesorabile progressione che lo porta all’oro in 19″83.

Alla fine il britannico, quarto in 20″03, viene risucchiato anche dal canadese De Grasse, 19″95 e dal sorprendente ecuadoregno Quinonez, 19″98.

Piccola considerazione finale: cosa avrà mai spinto Gemili, due turni nei 100 e ancor più De Grasse, tre turni nei 100, a doppiare le due distanze veloci, specie in un contesto climatico non ideale?

Certo Andre De Grasse esce da questi mondiali, dopo oltre due anni di problemi fisici, con un argento e un bronzo, ma forse il titolo nei 200, se si fosse risparmiato, non sarebbe stato impossibile.

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