Marzia Caravelli (foto Fidal)
Marzia Caravelli (foto Fidal)

Avevo dedicato a Marzia un articolo, lo scorso 24 ottobre, in occasione del suo compleanno e, da qualche settimana, stavo aspettando di poterla intervistare per farmi raccontare  come andassero gli allenamenti, in vista del suo ritorno agonistico definitivo, nella stagione delle Olimpiadi e degli Europei.

Così, dopo i convenevoli iniziali, la prima domanda è stata.

Marzia come stai, come procede la preparazione, ti rivedremo a gareggiare già nelle indoor?

In realtà no, da pochissimi giorni ho scoperto di essere di nuovo in dolce attesa per cui la mia speranza di andare, per la terza volta, alle Olimpiadi tramonta.

Lo ammetto, per un attimo ci sono rimasto male, ma è stata solo una frazione di secondo che racchiudeva tutta la mia delusione per non poterla vedere, di nuovo, in pista. Ma, ovviamente, mi sono ripreso.

E’ una stupenda notizia di cui non si può che essere felici. A questo punto si può, quindi, dire che la tua carriera agonistica finisca qui?

In realtà no, magari è un pensiero folle, ma non voglio pensare di abbandonare e cullo, dentro la mia mente, il sogno di poter tornare ancora a correre tra i blocchi dei 400 metri, gara con cui, tra l’altro, ho ancora qualche conto in sospeso.

La grande, indomita guerriera, dà ancora una grande dimostrazione di carattere ma, soprattutto, di passione per l’Atletica e per il desiderio di cercare, sempre, di superare i propri limiti.

Bene, visto che allora il pensiero sulla pista e sugli ostacoli è sempre ben fisso, raccontami quali sono i tuoi conti da saldare con il giro della pista con barriere?

La mia carriera agonistica è stata un po’ particolare, nel senso che sin da giovane ho iniziato con gli ostacoli brevi ma, poi, per vari motivi, fondamentalmente professionali, stavo per abbandonare intorno ai 26 anni.

Poi invece, ho trovato la forza interiore per ricominciare e, anno dopo anno, i risultati sono arrivati solo che, forse, la gara su cui sarei stata maggiormente portata, i 400 hs, l’ho intrapresa abbastanza tardi.

Forse non prestissimo, comunque vanti un buon 55″69 nel 2016, a Orvieto, che rappresenta tutt’ora l’ottava miglior prestazione italiana di sempre. Cosa non ha funzionato perfettamente in questa gara?

Quando feci 55″69 ricordo che andai dal mio allenatore per dirgli che sentivo dentro di aver sbagliato tutto e credo ancora fosse vero, anche se vorrei poter correre, adesso, in quel tempo.

In effetti i 400 hs avrebbero potuto essere la mia gara, vista la mia statura che faceva si che dovessi, sui 100 hs, accorciare un po’ il passo prima dell’ostacolo, cosa che sul giro di posto non sarebbe stato necessario, a patto di indovinare perfettamente la ritmica e il numero dei passi tra un ostacolo e l’altro.

Diciamo che, in allenamento, preparavo delle tecniche che poi, nella competizione, non riuscivo a mettere in pratica alla perfezione e questo, penso, anche per inesperienza in quel tipo di corsa che, sono convinta, richieda un buon numero di gare per essere interpretata al meglio. 

In definitiva quanti 400 ostacoli hai corso nella tua carriera?

Non ricordo esattamente ma, sicuramente, non sono arrivata a 20, forse una quindicina.

Quindi questo è il conto che devi chiudere, correre come vorresti questa gara, alla fine della tua carriera?

Già, questo era il mio pensiero sino a qualche giorno fa ma, adesso, è diventato un sogno di quelli che, qualche volta, si avverano. Per adesso, però, sono totalmente felice per quello che mi sta accadendo e di cui sentivo, forte, il desiderio.

Un felicità che vale tutta la nostra chiacchierata e su cui posso solo dirti che, conoscendo la tua grinta e la tua determinazione, sono certo che tra un paio di anni torneremo a parlare di preparazione e ostacoli da affrontare in un certo modo.

Per chiudere, una domanda che ti avranno fatto mille volte, per cui perdonami la banalità. Quali sono stati i momenti più belli della tua carriera e quale la persona che, più di ogni altra, è stata fondamentale in essa?

Sicuramente il record italiano sui 100 hs di 12″85 è un ricordo bellissimo ma, anche la magia della prima Olimpiade, a Londra nel 2012, quando sono approdata alle semifinali, davanti a un pubblico incredibile, in una atmosfera magica, non potrò mai dimenticarla.

Marcello Ambrogi è certamente colui a cui devo tanto, la persona che quando ero a Roma per lavorare, dopo aver preso la mia prima Laurea in Comunicazione, mi ha convinto a riprendere e, passo dopo passo, mi ha seguito in tutto il mio percorso agonistico, sui 100hs, anche se poi devo molto anche a chi è venuto dopo, come il prof. Frinolli, che mi ha seguita sui 400hs.

A proposito, poco tempo fa ho letto sul tuo profilo Facebook di un esame che avevi superato. Di cosa si trattava?

Era un esame di stato, relativo all’abilitazione professionale della mia seconda Laurea presa, abbastanza di recente, in Scienza dell’Alimentazione. Devo pensare al mio futuro anche se, per adesso, sono solo ancora un’arruolata nel Gruppo Sportivo dell’Aeronautica.

Atleta straordinaria, due lauree, mamma felice e premurosa, tanti progetti nel cassetto. Io, come certamente tutti gli appassionati di Atletica, la aspetteremo con pazienza per rivederla danzare tra gli ostacoli.

 

 

 

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