Dalilah Muhammad (foto flotrack.com)
Dalilah Muhammad (foto flotrack.com)

Dalilah Muhammad ha coronato una stagione 2019 speciale vincendo il titolo di Atleta mondiale dell’anno a livello femminile durante gli annuali World Athletics Awards di Montecarlo e si è confermata la regina della stagione anche nella votazione degli esperti della rivista specializzata statunitense “Track and Field News”, considerata la “Bibbia” dell’atletica mondiale.

Nel corso della stagione 2019 Muhammad ha battuto due primati del mondo sui 400 ostacoli vincendo le finali dei Campionati statunitensi di Des Moines in 52”20 e dei Mondiali di Doha in 52”16.

In entrambe le occasioni l’atleta newyorkese ha battuto la ventenne Sydney Mclaughlin dando vita a testa a testa straordinari che hanno ricordato le memorabili sfide tra la britannica Sally Gunnell e la statunitense Sandra Farmer Patrick ai Mondiali di Stoccarda 1993 e tra le statunitensi Kim Batten e Tonja Buford nella rassegna iridata di due anni dopo a Goteborg 1995.

Muhammad è originaria di Jamaica, un quartiere del Queens, uno dei cinque “boroughs” di New York da dove proviene anche Bob Beamon, il formidabile atleta statunitense, che riscrisse la storia del salto in lungo stabilendo il fantastico record del mondo con 8.90m alle Olimpiadi di Città del Messico 1968.

Mio padre Askia è un Imam e serve da cappellano in un penitenziario. Mia madre Nadirah opera nel sociale e lavora con bambini che hanno bisogno di cure. Mia sorella Jamilah è insegnante e mio fratello Hassan sergente dell’esercito. Non porto l’hijab“.

Dalilah iniziò la sua carriera di atleta negli anni delle high school gareggiando negli ostacoli, nella velocità e nel salto in alto. Salì sulla ribalta internazionale nel 2007 vincendo il titolo mondiale under 18 sui 400 ostacoli a Ostrava.

L’anno successivo si trasferì a Los Angeles per studiare Business Administration (l’equivalente della nostra facoltà di Economia e Commercio) nella prestigiosa University of Southern California. Entrò a far parte del team di atletica dei Trojans e conquistò il terzo posto nelle Finali NCAA nel 2008. Nel 2009 vinse la medaglia d’argento ai Giochi Panamericani Juniores sui 400 ostacoli.

Si è classificata quinta alle Finali NCAA 2012 sui 400 ostacoli e ha migliorato i suoi record personali sui 60 ostacoli con 8”23 e sui 100 ostacoli con 13”33.

Dopo aver conseguito la laurea ha iniziato la sua carriera sportiva professionistica sui 400 ostacoli nel 2013, anno in cui debuttò nel circuito europeo vincendo al meeting di Torino in 54”86 e si classificò seconda ai Mondiali di Mosca.

Nel 2015 ha iniziato ad essere seguita dal coach statunitense Lawrence Johnson.

La sua bacheca si è arricchita con l’oro olimpico di Rio de Janeiro 2016 e l’argento iridato di Londra 2017. Muhammad è la prima campionessa olimpica musulmana nella storia dell’atletica statunitense.

Nell’ambito della Diamond League ha vinto due edizioni nel 2017 e nel 2018 mentre ha perso contro McLaughlin nella finale di Zurigo nel 2019. Mclaughlin, l’unica a battere Muhammad in questa stagione a Oslo e a Zurigo, gareggiò alle Olimpiadi di Rio de Janeiro a 16 anni. Proviene da New Brunswick nel New Jersey e studia all’Università del Kentucky.

Quindici giorni prima della vittoria ai Campionati statunitensi 2019 Muhammad ha avuto un incidente in allenamento che ha rischiato di pregiudicare la stagione.

Era un giorno normale di allenamento, ma è cambiato tutto, quando ho avuto questo strano incidente. Stavo svolgendo un allenamento di routine, ho messo male un piede e sono inciampata picchiando la testa sulla pista. Quando mi rialzai non avevo idea di dove fossi. Sono stata portata all’ospedale e mi hanno detto che avevo una lieve commozione celebrale“.

Fortunatamente Dalilah si è ripresa in tempo per i Trials statunitensi dove ha cancellato dopo 16 anni il primato del mondo detenuto dal 2003 dalla russa Yulia Pechonkina.

Nell’occasione Muhammad si è migliorata di 44 centesimi di secondo rispetto al precedente primato personale di 52”64 stabilito nel 2017 ai Campionati statunitensi disputati sulla stessa pista di Des Moines.

Due mesi dopo Muhammad ha conquistato il suo primo titolo mondiale sui 400 ostacoli a Doha con un altro record del mondo di 52”16 precedendo di sette centesimi di secondo Sydney Mclaughlin, che nell’occasione è diventata la seconda specialista di sempre con 52”23.

Era dal 1986 che il record del mondo dei 400 ostacoli non veniva battuto due volte nella stessa stagione. Muhammad e McLaughlin hanno contribuito successivamente al trionfo della staffetta statunitense 4×400 correndo le loro frazioni rispettivamente in 49”5 e in 48”7.

Il titolo mondiale di Doha ha significato molto per me. E’ difficile descrivere quello che ho provato in quel momento. Battere ancora una volta il record del mondo mi ha dato una sensazione fantastica. Ho deciso di provarci partendo forte. Ho sentito Sydney avvicinarmi al nono ostacolo e ho dato tutto nel finale”.

“Non mi aspettavo di battere il record a Doha perché quel giorno contava principalmente la vittoria. Due record del mondo in una stagione suona quasi pazzesco! Credo che sia possibile scendere sotto i 52 secondi. Se continueremo a stimolarci a vicenda, tutto sarà possibile“.

Quest’anno ho lavorato molto duramente in allenamento ed è fantastico ricevere il riconoscimento di Atleta dell’Anno in occasione del Gala di Montecarlo su un palcoscenico così prestigioso. Battere il record mondiale è sempre stato il mio obiettivo. Nei 400 ostacoli ci sono grandi atlete e sapevo che questo poteva essere l’anno giusto“.

Muhammad ha l’obiettivo puntato sulla prossima stagione olimpica. In caso di vittoria a Tokyo diventerebbe la prima specialista dei 400 ostacoli in grado di vincere due titoli olimpici.

Mi piacerebbe molto difendere il mio titolo olimpico. Voglio godermi l’anno prossimo. Sarà la mia ottava stagione da professionista e non vedo l’ora di visitare i luoghi dove andrò a gareggiare. Nulla è cambiato per me: sono sempre la stessa persona. Ci sono molti aspetti sui quali posso lavorare per migliorarmi. C’è ancora spazio per crescere ancora“.

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