Giornata agrodolce, la prima dei Mondiali di Doha. In attesa della maratona femminile, il mezzofondo viveva le batterie di qualificazione degli 800 e dei 3000 siepi femminili, e dei 5000 metri maschili.
Tre azzurri del settore, nessuno dei quali è riuscito a centrare la finale. Esito prevedibile per Said El Otmani ed Eleonora Vandi; un po’ meno per Yeman Crippa, che forte di un accredito (13:07.84) a pochi secondi dal record italiano, alla top 12 ci puntava.
Sconsolato
Yeman ha corso una gara delle solite: in coda al gruppo di testa finché la situazione non si è infiammata, cercando di rinvenire nella fase finale. Un copione che gli ha regalato parecchie soddisfazioni.
Non oggi, con i sogni di gloria infranti nell’ultimo giro. “Gli altri hanno cambiato passo e io sono rimasto lì. Non merito di entrare in finale,” si racconta ai microfoni della FIDAL.
L’undicesimo posto (13:29.08) non avrebbe garantito l’avanzamento nemmeno in caso di serie tirata. E dire che, nelle ultime apparizioni internazionali, il poliziotto trentino aveva fatto vedere una buona volata.
Fortuna che ci sono i diecimila metri, nell’ultimo giorno dei Campionati, per cullare una qualche ambizione di rivalsa.
Bloccati
Nemmeno gli altri sono riusciti ad esprimere le proprie personalità. Said, che ha corso i 5000 dopo Yeman, si sentiva “bloccato […] fin dai primi metri.” A metà gara ha deciso di ritirarsi, come purtroppo gli vediamo spesso fare nei momenti di difficoltà.
Eleonora, alle prese con gli 800 metri, ha pagato una batteria lenta in cui ha corso passivamente senza cercare di ravvivare il ritmo in prima persona. Con tutta probabilità, il passaggio di turno non sarebbe arrivato comunque. Ma il 2:04:98 conclusivo non è un tempo che le rende giustizia.