L’Atletica al Festival dello Sport di Trento

    Grande celebrazione per gli atleti azzurri medaglie d'oro olimpiche

    L’atletica è stata tra le grandi protagoniste del Festival dello Sport organizzato nell’ultimo fine settimana a Trento dalla Gazzetta dello Sport. Il capoluogo trentino ha celebrato numerosi sportivi italiani e internazionali di tutte le discipline nell’anno delle Olimpiadi di Tokyo dove la nostra atletica ha conquistato cinque medaglie d’oro.

    Nel corso del pomeriggio di sabato scorso il campione olimpico di salto in alto Gianmarco Tamberi ha incontrato due autentiche leggende della disciplina come lo statunitense Dick Fosbury (campione olimpico a Città del Messico 1968 e l’atleta che ha rivoluzionato il modo di saltare) e il cubano Javier Sotomayor (campione olimpico a Barcellona 1992 e tuttora primatista mondiale con 2.45m).

    L’oro di Tamberi, condiviso con il suo grande amico Mutaz Barshim al termine di una finale indimenticabile vinta a pari merito con 2.37m, è stata una delle pagine più belle dello sport di questa estate, da poco conclusa, insieme all’oro di Marcell Jacobs arrivato pochi minuti dopo in una domenica 1 Agosto che rimarrà nei ricordi di ogni appassionato di sport.

    Gianmarco Tamberi: “Per me è bastato uno sguardo. Fino ad allora ero stato un automa in pedana. Quando il giudice si è avvicinato e Mutaz Barshim ha chiesto: “possiamo avere due medaglie d’oro?”, non stavo più nella pelle: non pensavo di poter vivere un’emozione così grande nella mia vita. Quella notte non ho provato neanche a chiudere gli occhi.

    Non mi sono neanche appoggiato al letto. Continuavo a pensare: se mi addormento e poi al risveglio è solo un sogno, cosa faccio ? E’ stato un grande onore vincere insieme a Mutaz. E’ un campione immenso. Ci conosciamo da 11 anni. Quando ha visto che mi rotolavo per terra dopo aver vinto l’oro, mi ha detto: “Alzati, i campioni non stanno mai per terra !”.

    Gimbo ha coronato finalmente il sogno di una vita di vincere l’oro olimpico cinque anni dopo il grave infortunio di Montecarlo, che gli negò le Olimpiadi di Rio de Janeiro.

    Oggi quel maledetto infortunio posso chiamarlo benedetto perché mi ha dato tanta forza. Ho sentito il cuore che mi esplodeva. Ho pensato alle tanti notti insonni e al dolore, ma ho sempre voluto crederci fino in fondo”.

    Il prossimo anno si svolgeranno i Campionati del Mondo di Eugene dal 15 al 24 Agosto 2022. Tamberi potrà contare sul sostegno dei suoi tanti fans americani, che si innamorarono del suo salto in occasione della vittoria ai Mondiali Indoor di Portland nel 2016 con 2.36m.

    Non so ancora se gareggerò nella stagione indoor. Sono in vacanza da qualche giorno ma non vedo l’ora di ricominciare ad allenarmi”.

    Sotomayor e Fosbury hanno affermato di essere due grandi sostenitori di Tamberi.

    Dick Fosbury (foto Zeta Vision)
    Dick Fosbury (foto Zeta Vision)

    Dick Fosbury: “Ricordo di aver visto Gianmarco ai Mondiali di Portland. Ai Mondiali di Eugene farò il tifo per lui. Negli Stati Uniti Gimbo ha tanti tifosi. Anch’io avrei diviso l’oro come Tamberi. Verrà ricordato come un campione olimpico storico perché la sua vittoria ricorderà sempre il giorno delle due medaglie d’oro.”

    Javier Sotomayor: “Incontrai Gimbo quando era infortunato. Aveva già dimostrato le sue qualità tecniche, ma dopo l’infortunio è venuta fuori la sua grande forza caratteriale”.

    Le Olimpiadi di Tokyo verranno ricordate anche per lo splendido abbraccio tra Tamberi e Marcell Jacobs dopo la finale dei 100 metri.

    Quando Marcell era sui blocchi, ho lanciato un urlo fortissimo. Avevo capito che avrebbe vinto ancora prima di lui. Quando ha tagliato il traguardo gli sono saltato addosso”.

    Tamberi ha parlato anche del ruolo importante della vittoria dell’Italia agli Europei di calcio come fonte di ispirazione per il suo successo.

    Non sono un fanatico di calcio, ma la vittoria della squadra di Roberto Mancini ha dato a tutti un segnale di speranza, l’idea di un paese rinato”.

    Marcell Jacobs (foto Andrew Boyers)
    Marcell Jacobs (foto Andrew Boyers)

    Jacobs, il velocista di Desenzano, è diventato il quinto atleta europeo a vincere la finale olimpica dei 100 metri stabilendo il record italiano in batteria con 9”94 e due primati europei con 9”84 in batteria e 9”80 in finale.

    Prima dell’allievo di Paolo Camossi soltanto quattro leggende dello sprint europeo avevano vinto l’oro olimpico come il tedesco Armin Hary (Roma 1960), l’ex sovietico Valery Borzov (Monaco 1972), lo scozzese Allan Wells (Mosca 1980) e il britannico di origini giamaicano Linford Christie (Barcellona 1992).

    Nella finale olimpica Marcell ha battuto due grandi velocisti come Fred Kerley (uno dei tre velocisti ad essere scesi sotto i 10 secondi sui 100 metri, sotto i 20 secondi sui 200 metri e sotto i 44 secondi sui 400 metri e vincitore della Diamond League sui 100m nel 2021 e nei 400m nel 2018) e André De Grasse (dieci volte sul podio con sei medaglie olimpiche e quattro mondiali) e questo dà la dimensione dell’impresa del velocista azzurro.

    Ancora non ci credo di aver vinto la medaglia d’oro olimpica. Ogni volta che rivedo la gara, trovo qualche dettaglio da migliorare. Le immagini della finale di Tokyo mi fanno tornare la voglia di andare al campo tutti i giorni a faticare per provare a ripetere un risultato così.

    L’oro di Tamberi mi ha dato la carica, così ci ho creduto anch’io. L’anno prossimo ci sono i Mondiali di Eugene e gli Europei di Monaco di Baviera. I miei avversari saranno determinati a riprendersi quello che ho tolto a loro a Tokyo.

    Tornerò in gara a Febbraio puntando ai Mondiali Indoor di Belgrado del prossimo Marzo. Dopo mi aspetterà una lunga stagione all’aperto. Il record del mondo di Bolt è lontano, ma nello sport bisogna sempre puntare al massimo. Non lo dico, però ci penso”.

    L’uomo più veloce del mondo è stato celebrato a Trento da Valeri Borzov, grande avversario di Pietro Mennea. Borzov consegnò la medaglia alle Olimpiadi a Jacobs e a distanza di due mesi ha ripetuto la scena mettendo al collo di Jacobs la medaglia anche durante il Festival di Trento.

    Jacobs ha vinto il secondo oro con la staffetta 4×100 insieme a Lorenzo Patta, Eseosa Desalu e Filippo Tortu stabilendo il secondo miglior tempo europeo di sempre e il quinto a livello mondiale con 37”50.

    Nella storia soltanto la Giamaica di Usain Bolt (36”84 alle Olimpiadi di Londra 2012), gli Stati Uniti (campioni del mondo a Doha nel 2019 con 37”10), la Gran Bretagna (primatisti europei con 37”36 a Doha nel 2019) e il Giappone (primatisti asiatici con 37”43) hanno fatto meglio del formidabile team italiano.

    Tortu-Patta-Jacobs-Desalu (foto Colombo/FIDAL)
    Tortu-Patta-Jacobs-Desalu (foto Colombo/FIDAL)

    L’impresa verrà ricordata soprattutto per le frazioni sul lanciato di Jacobs e Tortu cronometrate in meno di 9 secondi, che hanno ricordato le famose staffette statunitensi del grande Carl Lewis e la straordinaria rimonta di Tortu nell’ultima frazione paragonata a quella del grande Pietro Mennea su Allan Wells nella finale olimpica alle Olimpiadi di Mosca 1980.

    La vittoria del dream team azzurro ha fatto sognare tante generazioni di ragazzini che ora sperano di poter emulare gli staffettisti italiani in futuro.

    Filippo Tortu: “Ero al mare in Sardegna, e sono rimasto felice quando vedevo tutti questi ragazzini che scattavano a ripetizione, provando a imitare noi quattro. E’ stato bellissimo. L’atletica è uno sport individuale, ma la staffetta è la massima espressione di una squadra”.

    Eseosa Fausto Desalu è stato altrettanto fondamentale con la sua straordinaria curva da duecentista. Il cremonese ha parlato dei sacrifici che bisogna fare per arrivare a questi risultati.

    Eseosa Desalu: “Se ci fossero i 100 metri in curva sarei il migliore. Dietro a questi 10 o 20 secondi c’è tanto impegno, sacrifici no, ma rinunce sì. Questo significa che sudi, fatichi e ogni tanto piangi”.

    Lorenzo Patta ha debuttato sul palcoscenico olimpico con la medaglia d’oro olimpica coronando una stagione straordinaria che lo ha visto migliorare il record personale sui 100 metri con 10”13 al meeting di Savona. Il ventunenne di Oristano ha affermato che il suo segreto è stata la tranquillità.

    Lorenzo Patta: “Non avevo assolutamente paura. Non sentivo la pressione. Sembrava una gara regionale per me. Non c’era il pubblico e io sono abituato a gareggiare senza pubblico”.

    Trento ha celebrato anche i marciatori pugliesi Antonella Palmisano e Massimo Stano, compagni di allenamento sotto la guida di Patrick Parcesepe. I due campioni del tacco e punta si sono raccontati parlando del loro rapporto di amicizia e dello spirito competitivo nato nelle loro sessioni di allenamento.

    Massimo Stano (foto Colombo/FIDAL)
    Massimo Stano (foto Colombo/FIDAL)

    Massimo Stano: “Antonella mi è superiore. Se ai Giochi ho vinto, è stato grazie a lei, che mi ha insegnato molto. La mia vita è cambiata, soprattutto nel curriculum, ma la persona è la stessa. Ho fatto un viaggio in Grecia a Olimpia dove tutto è cominciato. Per capire meglio, per ringraziare chiunque sia stato a farmi vivere una simile gioia”.

    Palmisano ha parlato del suo impegno in favore della promozione della marcia nelle scuole.

    Antonella Palmisano: “Massimo è molto competitivo, in allenamento non mi lascia mai davanti, ma in realtà siamo tanto uniti e legati. In comune abbiamo la voglia di andare oltre, di inseguire nuovi traguardi. A Tokyo gli ho ripetuto: ‘Se ce l’hai fatta tu, ce la farò anch’io’. Ora porto la marcia nelle scuole elementari e medie. Dopo aver ricevuto, desidero restituire”.

    Antonella Palmisano (foto Colombo/FIDAL)
    Antonella Palmisano (foto Colombo/FIDAL)

    A Trento non poteva mancare il trentino doc Yeman Crippa, che ha parlato insieme a due grandi del mezzofondo italiano come Alberto Cova e Stefano Mei durante l’incontro “Nati per Correre”. E’ intervenuto in collegamento dalla Sicilia anche Salvatore Antibo, che si è complimentato con Crippa e gli ha dato un consiglio per provare a battere i campioni africani.

    Salvatore Antibo: “Caro Yeman, complimenti per avermi finalmente tolto i record italiani dei 5000 e dei 10000 metri. Resistevano da troppi anni. Adesso devi andare a caccia anche tu di podi importanti e per farlo devi cambiare tattica e atteggiamento. Non bisogna temere gli africani, bisogna mettersi in testa al gruppo e dettare il ritmo come facevo io”.

    Crippa ha replicato dicendo: “Lo farei volentieri, ma il rischio è di saltare proprio quando la gara entra nel vivo. Però voi siete uno stimolo perfetto per continuare a crescere.”

     

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