Nadia Battocletti, 22enne grande talento del mezzofondo azzurro in pista, ma anche delle corse campestri e su strada, dopo la straordinaria stagione agonistica vissuta nel 2021 che era culminata, su tutto, con l’eccellente prestazione realizzata nei 5000 metri delle Olimpiadi di Tokyo dove aveva ottenuto un’ottimo settimo posto, prima delle europee, con il personale di 14’46″29, ha vissuto un 2022 molto tribolato in cui è stata frenata da una serie di problemi fisici che le hanno impedito di volare in Oregon per disputare i Mondiali, e poi non le hanno consentito di presentarsi agli Europei di Monaco nella miglior condizione.
Purtroppo per Nadia, anche il ritorno dalla Germania è stato accompagnato da una serie di ulteriori impedimenti quali la scoperta di aver contratto una fastidiosa forma di mononucleosi che le ha causato una notevole dose di stanchezza fisica, con quanto ne possa ovviamente essere derivato tra cui soprattutto il fatto che l’atleta abbia dovuto rimanere ferma completamente per un mese e mezzo.
Adesso finalmente sembra che il sereno sia tornato, e Nadia ha ripreso da più di quattro settimane la preparazione in vista degli appuntamenti delle corse campestri con l’obiettivo primario puntato sugli Eurocross di Venaria Reale, del prossimo 11 dicembre nello splendido Parco della Mandria, dove cercherà di confermare il suo titolo tra le under 23 che rappresenterebbe il suo quarto successo consecutivo nella manifestazione, avendo anche ottenuto due ori nella categoria under 20.
E’ tempo dunque per Nadia di provare la condizione attuale e le sensazioni della gara per cui, domenica prossima 13 novembre alle 13.15, sarà impegnata in Spagna sui prati del sito archeologico di Atapuerca riconosciuto patrimonio dell’umanità dall’Unesco e già rampa di lancio delle sue passate stagioni del cross.
Sara una prova Gold del World Athletics Cross Country Tour su un percorso di otto chilometri, due in più di quanti ne affronterà nella competizione europea di dicembre in Piemonte prima della quale, in ogni caso, sarà impegnata anche in un’altra competizione iberica, ad Alcobendas il 27 novembre, sempre del circuito internazionale Gold di corsa campestre.
Sarà subito una sfida molto impegnativa, al cospetto di rivali di elevato spessore tecnico a cominciare dalla turca quattro volte campionessa europea del cross, Yasemin Can, quest’anno oro continentale a Monaco di Baviera dei 10.000 metri e anche argento nei 5.000, nonché della campionessa olimpica dei 3000 siepi, l’ugandese Peruth Chemutai.
Le parole di Nadia sulla sua attuale situazione: “Dopo gli Europei di Monaco è stata tutta salita. Tornata dalla Germania ho scoperto di avere la mononucleosi, con tutto ciò che ne consegue in termini di stanchezza fisica. Non è stata tosta: di più. Sono rimasta ferma per un mese e mezzo, fino all’inizio di ottobre, e adesso da circa un mese ho ripreso ad allenarmi e finalmente sono tornata ad avere il ‘controllo’ del mio corpo.
Lo prendo proprio come un test considerato appunto che Monaco è stata la mia ultima gara, e che prima degli Europei non avevo gareggiato molto a causa di una periostite tibiale. Già tra due settimane, al cross di Alcobendas del 27 novembre, potrebbe vedersi qualcosa di più: ovviamente non lo finalizzerò ma sarò meno carica di lavoro”.
Le sue dichiarazioni in vista dell’impegno di Venaria Reale: “Gli Europei di cross li ho sempre vissuti con tranquillità, senza ansie e pressioni. Sono convinta che ci arriverò pronta anche stavolta, per provare a confermare il mio titolo e quello della squadra.
In fondo siamo le stesse, il blocco è sempre quello di noi atlete del 2000, nessuna è passata di categoria: penso ad Arnaudo, Cavalli, Selva. Vorrei tanto pubblico sul percorso, all’estero ce n’è sempre moltissimo, in Italia mi piacerebbe ce ne fosse il doppio!”.
Il bilancio di un anno per lei complicato: “Sì, non è stata una stagione facile, ma comunque mi tengo il settimo posto degli Europei sui 5000 come un buon risultato. Si impara anche dagli infortuni e il 2022 mi ha insegnato che nonostante tutto non mi sono arresa. Questo è l’importante”.