Corsa mezzofondo in pista (foto archivio)
Corsa mezzofondo in pista (foto archivio)
Borse di design, Made in Italy

La situazione di emergenza nazionale ha condizionato il nostro allenamento e senza
dubbio avrà delle conseguenze anche nello svolgimento delle possibili gare di corsa
future.

A tal riguardo, la FIDAL ha predisposto una bozza di progetto nella quale sono presentati i
punti che gli organizzatori delle gare dovrebbero eventualmente seguire.

Le disposizioni riguardanti i runner, intesi come praticanti discipline dagli 800 metri in su, comprese le norme che gli stessi sarebbero tenuti ad osservare durante la competizione, sono senza dubbio quelli che più hanno attirato la mia attenzione.

Sembra innanzitutto che si opterà preferibilmente per gare a cronometro, con partenze
scaglionate di 10-20”, o comunque con griglie a numero limitato. Non dovrebbe inoltre
essere consentito il servizio pacemaker: non si potrà dunque correre in scia e si dovrà
mantenere un rigoroso distanziamento sia frontale che laterale.

È ragionevole pensare che decisioni di questo tipo potrebbero penalizzare gli atleti in termini prestativi, in quanto sono numerose le ricerche secondo cui il consumo di ossigeno e la RPE (“rate of perceived exertion”, una scala attraverso cui l’atleta riporta il livello di fatica da lui stesso percepito) sono minori quando si corre in scia.

Correre in scia è quindi un modo intelligente per risparmiare preziose energie, sia fisiche che mentali. Precisamente, uno studio (Bailey, 2011) riporta che i parametri sopra citati sono ridotti in maniera significativa quando la distanza dal runner che ci precede è di 2.5 metri.

Una recente ricerca (Blocken et al., 2020) ha però individuato la misura di 10 metri come distanza minima di sicurezza per evitare contaminazioni.

Se questo risultato fosse preso in considerazione, ecco spiegato il motivo per cui perderemmo i vantaggi della scia durante le gare nel futuro prossimo.

Una chiara dimostrazione dell’importanza della scia è l’impresa firmata Kipchoge durante
l’INEOS 1:59 Challenge.

A Vienna il talento keniano ha corso una maratona in meno di due ore grazie all’aiuto fondamentale delle lepri che, oltre a marcare il ritmo, si sono predisposte in modo tale da ridurre la resistenza dell’aria e diminuire di conseguenza il costo energetico della corsa del protagonista di giornata.

A proposito di ritmo, per ottenere una grande prestazione è importante correre in maniera
regolare: un pacer o un gruppo con cui correre sono elementi indispensabili a tale scopo.

Evitare continue accelerazioni e decelerazioni consente di risparmiare energie e, dal punto
di vista psicologico, seguire il corridore che ci precede senza preoccuparci di marcare il
passo è senza dubbio un aiuto.

Penso che considerazioni di questo tipo possano valere per le gare in pista ma soprattutto siano plausibili per eventi più lunghi come la mezza maratona e la maratona, dove è necessario mantenere la concentrazione più a lungo.

Ai tempi del Covid-19 dovremmo accontentarci di ipotetiche lepri a debite distanze,
scordandoci i “gruppetti” che tanto ci avevano aiutato fino a febbraio.

A questo punto mi sembra chiaro che durante le competizioni dei prossimi mesi
faticheremo più del previsto.

Per quanto riguarda gli allenamenti outdoor, le regole sono orientativamente le stesse delle gare: distanziamento e divieto di assembramento.

Ma come cambia la situazione in pista? Con il passare delle settimane, a tutti i mezzofondisti sarà presumibilmente consentito tornare ai loro amati centri sportivi. Per aiutarsi durante le ripetute bisognerà però aspettare: l’indicazione infatti è quella di correre a corsie alternate o con partenze scalate.

Potremo aiutarci prendendoci come punto di riferimento, cercando di mantenere la stessa distanza dai compagni che ci precedono o che si allenano nelle altre corsie, ma è chiaro che non sarà lo stesso.

Le successioni di corridori in prima corsia pronti a darsi il cambio ad ogni giro saranno per un po’ solo un miraggio.

In conclusione, correre da soli richiederà un notevole sforzo sia fisico che psicologico e
probabilmente la maggior parte di noi non otterrà i personal best o i piazzamenti ambiti.

Dovremo preparaci ad affrontare le prossime gare come allenamenti intensivi o test per
verificare la condizione, tenendo presente che quando tutto sarà tornato alla normalità il
nostro corpo e la nostra mente si ricorderanno di queste fatiche: sarà quello il tempo di
riscattarci e raccogliere i frutti.

Sport OK Junior