Cosa ci fanno un giardiniere, un’ex cubista e un futuro dentista nel deserto? Potrebbe essere la genesi di un film di Verdone invece stiamo parlando dei Mondiali di Doha. Tutti e 66 gli atleti azzurri convocati per l’appuntamento in Qatar – rassegna intercontinentale al via venerdì 27 settembre – sono fenomeni nazionali dell’atletica.

Ma parlando con loro ho scoperto lati delle loro vite che rendono particolarmente umani questi supereroi. Sì, per me sono supereroi perché seppur dotati di mezzi fisici sopra la media dedicano tutto al loro sogno, non si fermano quando lo raggiungono (l’asticella va sempre alzata, il cronometro fermato sempre prima) e fanno mille sacrifici per una passione, non per soldi.

Sarà per questo che è stato possibile intervistarli via Instagram, semplicemente contattandoli attraverso un messaggio direct (ok, erano 4 perché piuttosto lunghi e c’era il limite di caratteri per ogni invio) ma quel che conta è che mi hanno aperto il loro mondo.

Quelli che conoscevo già di persona si contavano sulle dita di una mano, di cui un paio davvero visti soltanto in un’occasione. Gli altri si sono resi disponibili da subito, entusiasti della mia iniziativa conoscitiva. Mi ringraziavano anche, poi si scusavano per il ritardo se ci mettevano qualche giorno in più a partorire le loro risposte! Che tenerini… mi sono innamorato!

Che poi, nella nostra società così frenetica e in cui purtroppo prevale la diffidenza non davo per scontato di poter confezionare sul serio questa mia idea: è stata un po’ una scommessa. Volevo farlo perché una volta ottenuto il biglietto per Doha (acquistando un pacchetto con Fidal Viaggi che mi ha sistemato dal 27 al 3 ottobre) sentivo l’esigenza di informarmi.

Tra gli azzurri con cui sono riuscito a fare una chiacchierata ne ho trovato anche qualcuno letteralmente incredulo di essere contattato da un giornalista di Sky Sport, la famiglia di cui faccio orgogliosamente parte per lo spirito in cui interpretiamo il racconto sportivo. Ma al contrario ero io che, quando vedevo comparire una notifica di Instagram sul mio iphone gioivo come un bimbo che trova una figurina nuova! Capitemi, di solito mi arrivano solo richieste su chi schierare al fantacalcio in cui sono tenuto a dare risposte e invece per una volta ero io a raccoglierle.

Nei prossimi giorni vi svelerò il prodotto della mia intervista. Userò anche questo spazio per fare le mie considerazioni sul Mondiale, ma come se mi trovassi a un tavolo di un autogrill col mio amico Jack. Porterò le mie impressioni, speranze e paure sul mondo dell’atletica, che mi appassiona molto. Non ho detto “valutazioni” perché non mi sento ancora in grado di esprimere opinioni sagge su corsa, salti e lanci.

Ma il giornalismo è fatto di domande e in questo campo ho deciso che quelle “strane” che mi vengono in mente io le porrò senza scrupoli agli atleti, avendo visto che non se la tirano. Sì, anche domande ignoranti.

Interrogando i 66 ragazzi convocati dal DT Antonio La Torre ho scoperto i loro tempi/le loro misure e le loro passioni; con alcuni poi i messaggi in direct sono diventati vocali per velocizzare il contatto e da curiosità nasceva curiosità. Nei miei prossimi interventi quindi scoprirete i loro profili.

Intanto io non vedo l’ora di conoscere dal vivo i ragazzi che da “profili” diventeranno per me persone in carne ed ossa (ma sono convinto che in alcuni di loro ci sia una percentuale di adamantio).
Pronti a questa nuova avventura, ci vediamo nel deserto!
@fainibus

Ps. Ho scelto di nominare questa rubrica “Una Faina tra i cammelli” perché il mio cammino nel professionismo da giornalista è iniziato oltre 13 anni fa con questo pseudonimo, e la prima domanda che ho posto ai 66 atleti nel mio folle questionario è stata quale fosse il loro nome di battaglia. Se ne scoprono sempre di spassosi…

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