Nel Gran Premio Madrid Marcha disputato nella capitale spagnola sulla distanza dei 10 km di marcia, grande vittoria dell’azzurro Francesco Fortunato, quinto agli scorsi Europei a Monaco di Baviera sui 20 km, che domina la gara staccandosi dagli avversari negli ultimi 2000 metri e chiudendo con il tempo di 38’56 davanti al il brasiliano Caio Bonfim secondo in 39’03.

Molto positiva anche la prestazione del campione olimpico dei 20 e mondiale dei 35 km, Massimo Stano, su una distanza certamente non consona alle sue caratteristiche, che chiude con un buon quarto posto in 39’06 con lo stesso crono del terzo, l’ecuadoriano David Hurtado, migliorandosi nettamente rispetto alla 13esima posizione ottenuta l’anno scorso nella stessa gara con 40’21.

Tra gli altri principali avversari degli azzurri, da segnalare lo spagnolo Diego Garcia Carrera, bronzo europeo e ideatore della manifestazione sulla Gran Via nel pieno centro della città, nono in 39’50 e lo svedese Perseus Karlstrom, vicecampione continentale e vincitore l’anno scorso, decimo in 40’04, mentre sesto con 39’11 è stato il tedesco Christopher Linke, argento europeo della 35 km, che aveva cercato la fuga al settimo chilometro per poi chiudere dietro al 21enne spagnolo Paul McGrath, quinto con 39’09.

Nella prova femminile l’attesissimo rientro agonistico, dopo quasi 21 mesi dal trionfo olimpico di Tokyo del 6 agosto 2021, di Antonella Palmisano si è chiuso con un tredicesimo posto in 45’05 e tanta soddisfazione per aver finalmente riprovato le sensazioni giuste senza problemi particolari, nell’ottica delle prossime importanti sfide.

La gara è stata vinta dalla cinese Yang Jiayu, primatista del mondo della 20 km, in 43’20, con la prima delle azzurre che è stata Valentina Trapletti, ottava ai Mondiali in Oregon e quinta agli Europei in Germania, che si è classificata ottava in 44’53, mentre l’altra italiana Alexandrina Mihai è stata 24esima con 47’47.

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Le dichiarazioni di Fortunato: “È il mio primo successo in una gara di questo livello e sento una grande felicità per aver battuto avversari tra i più quotati al mondo. Mi aspettavo un crono simile, ma non di vincere anche se speravo nel podio. Quando mi sono trovato davanti, ho preso coraggio per decidere di provarci. Credevo che qualcuno mi seguisse, però nessuno è riuscito a tenere il mio passo e mi sono lasciato andare con ancora più fiducia. Mi porto a casa la consapevolezza che ogni gara va vissuta al massimo.

In confronto all’anno scorso mi sento più forte, come vedo dai riscontri in allenamento con il mio coach Riccardo Pisani, e la condizione c’è a tre settimane dagli Europei a squadre. Non ho dubbi che lì Stano potrà far vedere quello che vale. Sono contento della nostra amicizia e per me resta il migliore”.

Le parole di Stano: “Per tutta la gara ho avuto sensazioni molto buone”, commenta Massimo Stano che l’anno scorso a Madrid non era andato oltre il tredicesimo posto in 40:21. “Stavolta l’ho approcciata meglio, conoscendo il percorso, e ho sempre ricucito gli strappi nel gruppo. Ho aspettato il finale per cambiare ritmo e invece è stato Fortunato a fare l’azione risolutiva. Non ho risposto subito, ho provato a rientrare ma non riuscivo ad accelerare ulteriormente perché devo ancora smaltire i lavori svolti in allenamento.

Rimane un po’ di amaro in bocca, ma sono comunque soddisfatto per una gara regolare, con due metà quasi identiche in 19:31 e 19:35, nella quale avrei potuto continuare con quel passo ed è un buon segno. Mi aspetto molto di più dalla 20 km in maglia azzurra a Podebrady, il 21 maggio. Alla vigilia ho detto a Fortunato che doveva partire per vincere, anche prima degli Europei di Monaco gli ho dato qualche consiglio e poi mi ha battuto, ma era meglio se non lo facevo (Ovviamente detto scherzando). È importante avere un atleta come lui, che sta raggiungendo la piena maturità agonistica, anche per la squadra”.

Le sensazioni di Palmisano: “All’arrivo ho provato un senso di liberazione. Non ho neanche avvertito fastidi fisici e quindi non mi sono neppure servite le soluzioni a cui avevo pensato per gestirli. Posso essere contenta, malgrado la posizione in classifica non sia certo quella a cui ero abituata, ma per ora devo saperla accettare. Mi è solo da stimolo per le prossime gare. Credo di valere già un crono migliore su un tracciato pianeggiante, diverso da questo che ho trovato anche più duro di quanto pensassi: un conto è ascoltarlo da chi lo dice, un altro è farlo.

Le gambe lo hanno sentito, ma ero qui solo per cercare sensazioni diverse, per riassaggiare la competizione, per iniziare a vedere un po’ di luce. Questo risultato, ottenuto senza aver lavorato tanto e senza aver dato il massimo, mi fa ben sperare. Adesso so che posso allenarmi senza paura e che agli Europei a squadre posso puntare al minimo per i Mondiali di Budapest (1h29:20 nella 20 km) dove voglio arrivare in condizione.

Sarà bello anche ricominciare a gestire le gare: di solito non avevo problemi, ma la scorsa notte ho dormito poco, mi sono sentita come una ragazzina alle prime armi. Mi è servito anche per questo. Ero a un bivio, ora so che posso andare avanti”.

Le parole di Trapletti: “Non credevo fosse così tosto il percorso, ma a compensarlo c’era il clima di festa, tanto pubblico e un contesto molto motivante. Avevo bisogno di un lavoro muscolare, di 10 chilometri tirati come questi, in preparazione per Podebrady. Un test per vedere a che punto mi trovo e per mettermi in gioco a livello internazionale”.

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