Giacomo Spazzini verso l’assoluzione

    Quando prescrivere il GH diventa “normale”

    Premessa di redazione
    Il sig. Giacomo Spazzini è un imprenditore titolare della GS Loft società che, per sintetizzare, si occupa della forma fisica delle persone attraverso percorsi alimentari, di allenamento ed anche di motivazione.
    L’indagine che lo riguarda, di cui sotto vi riportiamo gli ultimi sviluppi, è balzata all’attenzione generale perché lo stesso Spazzini viene definito da tutta la stampa quale l’ex nutrizionista del campione olimpico dei 100 metri Marcell Jacobs.
    Il problema, a nostro avviso, è che lo stesso Spazzini non è mai stato troppo chiaro su questo suo ruolo di ex in quanto, sul suo profilo Instagram in data 1 e 2 agosto, ci sono ancora oggi dei post che evidenziano come lui si senta parte integrante e molto attiva della vittoria olimpica nei 100 metri di Jacobs.
    Riteniamo quindi, a tutela dell’immagine del velocista ed anche di tutta l’Atletica Italiana, che tale questione vada chiarita molto meglio di quanto fatto sinora, anche in relazione ai dati oggettivi esposti nell’articolo sotto.

    La notizia odierna

    È stato comunicato oggi, per primi dall’edizione milanese del quotidiano La Repubblica, che per Giacomo Spazzini, il noto consulente fitness che in passato ha certamente fatto parte dello staff di Marcell Jacobs, è stata richiesta l’assoluzione “per non aver commesso il fatto” nel processo che insieme a lui vede coinvolte un’altra ventina persone tra clienti e suoi collaboratori.

    L’inchiesta era nata nel 2019 a seguito di false prescrizioni di farmaci (tra cui anche farmaci dopanti come l’ormone della crescita) eseguite da Antonio Armiento, nutrizionista iscritto all’albo ma non medico, che quindi non solo avrebbe recuperato illecitamente i blocchetti di ricette di medici veri ed ignari, ma avrebbe anche esercitato abusivamente la professione prescrivendo farmaci con esenzione ai clienti di Spazzini, compiendo così una frode ai danni del Servizio Sanitario.

    La GS Loft sarebbe quindi parta lesa, dato che Giacomo Spazzini avrebbe creduto in buona fede che Armiento fosse un vero medico. La decisione finale verrà presa in gennaio dal Tribunale di Milano.

    Questione terminata? Non proprio

    Nell’articolo a firma Sandro De Riccardis si menziona erroneamente il “traffico di ricettari ed anabolizzanti”, ed in effetti nelle reali accuse c’è la truffa aggravata ai danni dello Stato, la ricettazione, il falso documentale e l’esercizio abusivo della professione medica, ma non c’è alcun riferimento al doping o al traffico di sostanze. Del resto, lo stesso Spazzini in una passata intervista aveva parlato solo di una accusa per frode per una cifra molto esigua.

    È questa appunto, una inchiesta penale che formalmente non riguarda la legge italiana sul doping ma al doping è comunque collegata.

    Infatti, per chi ha letto l’articolo con la dovuta attenzione, si deduce che Spazzini sarà anche stato tratto in inganno dal falso medico Armiento, ma comunque chi va alla GS Loft per una “consulenza nutrizionale” o per “migliorare il suo stile di vita” potrebbe tranquillamente ricevere prescrizioni mediche anche per sostanze dopanti ed ormone della crescita, stessa metodologia applicata da numerosi “servizi sanitari privati” degli Stati Uniti o di altri stati esteri che in modo esplicito propongono piani di nutrizione e allenamento con annesse integrazioni di GH.

    Tale pratica spericolata potrà essere accettabile per soggetti non tesserati per Federazioni Sportive, ma è comunque rischiosa per la salute e in Italia è illegale e deontologicamente non corretta se la prescrizione medica non è giustificata da condizioni patologiche (vedesi Art. 1.3 legge 376/2000).

    La questione poi diventa ancora più intricata da quando Spazzini, per allargare i suoi affari a Milano Marittima (dove ha aperto una nuova sede della sua GS Loft nel 2020) si è associato con Roberto Manzi, nome sconosciuto per molti ma noto all’autorità antidoping data l’inibizione per 4 anni, fino a maggio 2021. Il nome di Manzi era incluso nella lista WADA delle associazioni proibite assieme a quello di Michele Ferrari e Viktor Chegin.

    Intanto, NADO Italia ha da tempo aperto un fascicolo a seguito dell’inchiesta penale di Milano.

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