Roberto Barbi (foto Report Sport)
Roberto Barbi (foto Report Sport)

Tra le decine di bellissime storie raccontate nelle pagine di sprintnews.it oggi ne devo raccontare una veramente brutta, perché si parla di doping ma si parla anche di non accettazione delle conseguenze disciplinari inevitabili che, l’assunzione di sostanze vietate, comporta.

Le vicende di Roberto Barbi sono abbastanza note per gli addetti ai lavori e per molti appassionati di maratona e mezza.

L’ex atleta toscano vanta un personale di 2:10:12 sui 42,195 chilometri e di 1:01:49 sulla mezza distanza, un sesto posto alla maratona di New York del 1998 e alcuni buoni piazzamenti in importanti manifestazioni internazionali.

Dal 2001 è iniziata la spirale dei suoi controlli positivi all’antidoping per cui è stato, dapprima, condannato a una squalifica di 4 anni sino al 2005 ma poi, risultato positivo di nuovo nel 2008, è stato squalificato a vita essendo recidivo.

Successivamente a tale condanna perenne, Barbi ha chiesto una riduzione di pena, ammettendo totalmente le proprie colpe e mettendosi a disposizione per poter, in qualche modo, collaborare.

Tralasciando questo aspetto di cui non sono chiari gli esatti contorni, la cosa certa è che la squalifica a vita venne successivamente ridotta ad una di 15 anni che, decorrendo la seconda dal 2009, sarebbe scaduta nel 2024 quando Barbi avrebbe compiuto 59 anni di età.

Il problema, però, è che per Barbi evidentemente correre è un’esigenza irrinunciabile e, su questo, non ci sarebbe nulla di male ma la sua vera ossesione è quella di cercare, appena possibile, di far vedere quanto sia ancora bravo, quanto sia in grado di primeggiare e quindi, appena può, si presenta a qualche manifestazione dove ci sia anche la parte non competitiva a cui, in teoria, possono partecipare tutti a prescindere dal tesseramento federale.

Raccogliendo qualche informazione in giro, ho saputo che Barbi di queste sortite ne ha fatte varie, negli anni, ma il 30 luglio 2017 si presentò a una corsa su strada a Porretta Terme dove in effetti era prevista anche la parte non competitiva, ma si mise davanti alla partenza e poi, partito come un fulmine, andò addirittura a tagliare per primo teorico il traguardo, davanti a un buon atleta quale Marco Ercoli.

Ovviamente si scatenarono, dopo, una serie di proteste e indignazioni da parte di tanti, specie via social e a Barbi, dopo l’opportuna indagine, fu aumentata la squalifica dal 2024 al 2032, altri otto anni con la prospettiva di riprendere a 67 anni.

Ma il toscano non fu certo contento e, dopo una serie di provocazioni mediatiche in cui invitava a squalificarlo di nuovo a vita, è andato di nuovo a cercarsi rogna, correndo una corsa non ufficiale, organizzata a Bologna da Alessio Guidi Presidente del gruppo podistico Passo Capponi, il 1 novembre 2018, e facendosi anche fotografare sorridente con l’organizzatore stesso.

Anche in questo caso, pur se meno eclatante di quello di Porretta, il risultato sono state delle squalifiche: addirittura due anni a Guidi per aver permesso che, in qualche modo, fosse presente l’atleta toscano e, ovviamente, per lo stesso Barbi che ha visto la condanna aumentata, di altri 15 anni, sino al 2047, l’anno del suo 84mo compleanno.

Tralasciando le polemiche sulla squalifica di Guidi che vede contrapposte opinioni e versioni, rimane il fatto che Barbi sembra veramente essere un atleta “maledetto” nel senso che, dove passa e quel che tocca o dice, crea problemi inenarrabili e, tra l’altro, ricordo che c’è una querela in corso verso di lui, da parte di Stefano Baldini, per diffamazione.

Certo, dei comportamenti indifendibili in tutti i sensi, ma l’unica considerazione che mi sento di aggiungere è che, però, non ha fatto del male a nessuno, tranne che a se stesso e quindi, mi piacerebbe che qualcuno riuscisse in qualche modo ad aiutarlo perché poi la sua vera colpa è solo una passione per la corsa, in questo caso, purtroppo, molto dannosa.

 

 

 

 

 

 

 

 

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