Manuela Levorato: la donna più veloce d’Italia

    E' uscito “La corsa, le mie ali” il libro della primatista italiana dei 100 metri

    Anche se non si è mai smesso di scrivere di lei nell’ambito dell’atletica, vista la sua partecipazione attiva in varie situazioni istituzionali quale ad esempio la sua funzione di Vicepresidente del Comitato Regionale FIDAL Veneto, Manuela Levorato è molto presente in questi giorni sui veri media, cartacei e on line, per il lancio del suo libro dal titolo “La corsa, le mie ali” presentato ufficialmente lo scorso sabato 28 maggio a Villa Loredan di Stra, in provincia di Venezia.

    Per i pochi che non lo sapessero, Manuela è da circa 23 anni la donna più veloce d’Italia, da quando il 29 luglio del 1999 tolse il record nazionale dei 100 metri all’ora primatista Giada Gallina che lo deteneva con 11″23, fermando il cronometro a Goteborg in Svezia sul tempo di 11″20 che, peraltro, poi battè ancora due anni dopo, il 4 luglio 2001, fissando definitivamente il primato, tutt’ora in essere, in 11″14 corso a Losanna in Svizzera.

    Abbiamo voluto aspettare proprio oggi, 4 giugno, per parlare di Manuela e del suo libro, perché ieri sera a Bydgoszcz, nella prova polacca di World Athletics Continental Tour, la quarta edizione dell’Irena Szewinska Memorial, la 22enne Zaynab Dosso che, proprio pochi giorni fa ha superato con 11″19 la seconda miglior prestazione italiana di Manuela, ha provato ad attaccare lo storico record senza fortuna, ma ci riproverà ancora domani, sempre in Polonia, in un altra prova Gold di Continental Tour, il 68esimo Orlen Janusz Kusocinski Memorial di Chorzow,

    Ma, se i record sono fatti per essere battuti, i miti rimangono e Manuela lo è certamente per la sua storia di grande atleta più forte della sfortuna che, purtroppo, le ha impedito di esprimere sino in fondo tutto il suo enorme talento, non consentendole tra l’altro la gioia di partecipare ad almeno un’Olimpiade, il sogno di qualsiasi atleta.

    Il suo libro, dedicato in prefazione ai tre figli Giulia, Gabriele e Ginevra, è un omaggio doveroso a tutto questo, scritto a quattro mani da Silvia Miazzo e Lino Perini che hanno raccontato la sua storia sportiva unita a momenti più intimi e personali di una bambina, timida e introversa, che ha superato una grave malattia e a 17 anni, tardi ma non troppo per pensare di poter diventare una campionessa, ha scoperto di avere un talento speciale per la velocità.

    Ma ovviamente, l’essenza del testo è il racconto di una carriera agonistica lunga 22 stagioni, in cui Manuela ha raccolto tanti risultati di prestigio tra cui, su tutti, gli indimenticabili due bronzi europei degli Europei di Monaco 2002, diventando una fonte di ispirazione per molti.

    Il momento più brutto della sua carriera è stato certamente la forzata rinuncia all’Olimpiade di Sydney 2000, quando si trovava in Australia e i blocchi di partenza erano già pronti in pista ma, come già detto, il suo grande rammarico è stato il sogno a cinque cerchi lungamente inseguito e mai realizzato a causa dei ripetuti infortuni.

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    L’estrema sintesi della sua vita agonistica

    Manuela ha iniziato seriamente con l’atletica intorno ai 16 anni, essendo stata prima una grande sportiva che si divertiva a battere tutti i compagni di scuola, maschi e femmine, in qualsiasi disciplina si cimentasse.

    La sua prima stagione agonistica fu nel 1994, al secondo anno allieve con il suo primo titolo italiano nei 100 metri della categoria giovanile, ottenuto a Torino con 12″02.

    Una carriera lunghissima, in ogni caso a dispetto dei tantissimi infortuni che l’hanno condizionata ma non fermata, che ha attraversato ben 21 stagioni e si è di fatto conclusa, l’8 febbraio del 2014, con un buon 7″54 nei 60 metri indoor di Padova.

    Il suo primo grande squillo risale a una domenica di maggio del 1998 quando, all’improvviso, si diffuse la notizia che a Vigevano, durante i campionati societari femminili,  aveva battuto il vecchio record italiano dei 200 metri di Marisa Masullo con il crono 22″86, mentre il giorno prima, aveva sfiorato con 11″24 di un centesimo il record dei 100, realizzato giusto l’anno prima, all’Arena di Milano, da Giada Gallina.

    Da quel fine settimana del 1998 Manuela Levorato divenne, quindi, a tutti gli effetti l’icona della velocità femminile, conquistando come scritto sopra il record anche dei 100 con 11″20 realizzato a Goteborg nel luglio del 1999 e per poi diventare, anno dopo anno, una delle sportive simbolo dell’atletica italiana.

    La sua grandezza è passata da due fattori fondamentali: quello agonistico, con le prestazioni e i piazzamenti che parlano per lei e, ancor di più, a nostro avviso, per quello caratteriale, perché solo una passione infinita come la sua, quasi rara, poteva superare tutte le difficoltà legate a tantissimi infortuni subiti in una carriera lunghissima.

    Di lei ricordiamo anche varie partecipazioni extra sportive in programmi televisivi che, in un periodo in cui si parlava e si mostrava pochissimo di atletica, erano importanti da un punto di vista mediatico per questo sport.

    Sotto abbiamo cercato di riassumere i punti fondamentali della sua carriera in cifre, scusandoci con lei se dovessimo avere dimenticato qualcosa.

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    4 record italiani assoluti

    • 100 metri: 11″14
    • 300 metri: 36″30
    • 55 metri i: 6″83
    • 200 metri i: 23″14

    Il palmares internazionale

    • 33 presenze in Nazionale
    • 2 bronzi agli europei assoluti di Monaco nel 2002
    • 2 ori e un bronzo agli europei under 23 di Goteborg
    • 1 oro ai mondiali militari
    • 1 argento e 1 bronzo ai giochi del mediterraneo
    • 2 argenti e 3 bronzi in coppa Europa
    • 1 argento ai campionati europei juniores
    • 1 bronzo alle Gymnasiadi
    • 17 titoli italiani assoluti
    • Vari titoli a livello under 20 nazionale
    • 5 partecipazioni ai campionati mondiali assoluti
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