Sara Simeoni, la prima saltatrice italiana capace di superare la fatidica misura di 2 metri nell’alto, ha festeggiato due giorni fa il 19 aprile il 70esimo compleanno di una vita quasi totalmente dedicata all’atletica e allo sport in generale in quanto, alla fine della sua lunghissima carriera durata oltre 20 anni, si è poi dedicata a tantissime attività tra cui anche l’opinionista in trasmissioni di ogni genere, l’ultima delle quali in occasioni dei mondiali di calcio in Qatar.

L’atleta veneta, nata a Rivoli Veronese, è certamente da considerarsi un mito della nostra atletica per la medaglia d’oro olimpica conquistata a Mosca nel 1980, per i due argenti sempre a cinque cerchi di Montreal nel 1976 e di Los Angeles nel 1984, per vari titoli europei sia outdoor che indoor, ma il ricordo più limpido della sua splendida vita agonistica ci riporta certamente al 4 agosto del 1978 a Brescia.

Quel caldo giorno di agosto, nell’impianto sportivo di via Morosini intitolato successivamente al grande tecnico degli ostacoli Sandro Calvesi, scomparso a 67 anni nel 1980, davanti ad un pubblico numeroso di circa 5000 persone, ma in assenza di riprese televisive salvo quelle di Brescia Telenord commentate proprio da Calvesi, Sara si ritrovò da sola nel meeting internazionale tra Italia e Polonia dopo che le avversarie si erano tutte fermate alla misura di 1,86.

A quel punto, senza voler subito esagerare, superò al primo tentativo 1,93, al secondo 1,98 che rappresentava già un risultato straordinario e il suo nuovo record italiano battuto di 1 centimetro, ma poi volle provare a salire ancora, attaccando la fatidica soglia dei 2 metri che era poi anche esattamente il primato del mondo della tedesca Rosemarie Ackermann, facendo mettere l’asticella a 2,01 che superò ancora alla seconda prova tra il tripudio del pubblico che assiepava le tribune costruite in gran parte per la circostanza.

La notizia passò quasi sotto silenzio, per qualche ora, tanto era inaspettata in quanto l’evento non era stato trasmesso dalla TV di stato, ma quel prodigioso salto fu ripetuto alla fine di quel magico agosto, il 31, quando Simeoni conquistò il titolo europeo davanti finalmente a tantissime telecamere e fotografi.

Fu proprio in occasione dei successivi campionati europei, ad Atene 1982, che il primato del mondo di Sara venne battuto da un’altra tedesca, Ulrike Meyfarth, che superò l’asticella a 2,02 con Sara terza alla stessa misura di 1,97 della seconda, la russa Tamara Bichova.

Per essere superato a livello nazionale, invece, si dovette attendere il 2007 quando Antonietta Di Martino salì a 2,02 all’aperto, e poi a 2,04 al coperto nel 2011, mentre l’unica che ha fatto poi ancora meglio di Sara nella storia italiana è stata Elena Vallortigara con il suo 2,02 del 2018 a Londra.

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La grandezza della sua carriera

Se il primato del mondo ottenuto due volte, di cui la prima a Brescia, è forse la prima impresa che viene subito in mente pensando a Sara, indubbiamente l’oro olimpico di Mosca rappresenta il trofeo più prestigioso e, per capire ancora oggi il peso che rappresenti, basti pensare che sono solo quattro le vincitrici a cinque cerchi dell’atletica italiana, a partire da Ondina Valla a Berlino 1936 negli 80 ostacoli, poi Gabriella Dorio a Los Angeles 1984 nei 1500 metri, e infine Antonella Palmisano nei 20 km di marcia a Tokyo 2021.

Curiosamente peraltro, al suo eccellente palmares, proprio come a Jacobs e Tamberi, manca solo il titolo mondiale anche se bisogna considerare che nella sua parabola temporale ebbe a disposizione solo la prima edizione iridata di Helsinki ’83 dove si presentò in precarie condizioni di forma e fu eliminata in qualificazione.

Nella gara a cinque cerchi della capitale russa Simeoni, dopo che la Ackermann si fermò presto a 1.91, dopo aver superato 1,94 si ritrovo alla prova dell’1,97 insieme all’altra tedesca Kirst e alla polacca Kielan.

Sara superò la misura al secondo tentativo, al contrario delle avversarie che fallirono e, quando la Kielan, ultima a poter avere delle speranze di contrastare l’azzurra, fallì il terzo tentativo accontentandosi dell’argento, la Simeoni impazzita di gioia corse a baciarla, quindi abbracciò la Ackermann e coinvolse nella plateale esultanza perfino un giudice.

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Gli anni dopo l’oro olimpico di Mosca

Negli anni successivi al 1980 Simeoni non si mostrò certo appagata e vinse vincere il quarto titolo europeo indoor a Grenoble nel 1981 (portando il record al coperto a 1,97) e poi il bronzo agli Europei di Atene 1982 ancora con 1.97, ma soprattutto pur con crescenti problemi ai tendini che avevano cominciato a perseguitarla ottenne un secondo argento olimpico a Los Angeles 1984, tornando a superare i 2 metri a sei anni dai record mondiali, battuta solo dalla tedesca Meyfarth, capace di superare i 2,02, ma l’impresa di Sara fu ugualmente memorabile per la condizione fisica non certo ideale.

Il 27 agosto 1986 si consumò il suo ultimo assalto alle medaglie, agli Europei di Stoccarda, quando la sua corsa si fermò durante le qualificazioni non riuscendo a superare 1,89.

La sua ultima gara

Il 14 settembre 1986 Sara annunciò a sorpresa la fine della sua carriera, al meeting Terra Sarda di Cagliari dove, con 1,85, finì seconda dietro alla primatista mondiale Stefka Kostadinova (2,06) e davanti alla svedese Nordstroem (1,85).

Ricordiamo per finire che Simeoni, nella sua leggendaria carriera, ha incrementato il record italiano di 30 centimetri esatti all’aperto (partendo dall’1,71 di Padova il 9 maggio 1970 fino al 2,01 del ’78) e di 39 centimetri al coperto (dall’1,58 di Genova ‘70 all’1,97 di Grenoble ’81).

Video primato mondiale 4 agosto 1978 con commento originale di Sandro Calvesi
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