Il Tribunale Nazionale Antidoping, in accoglimento dell’istanza proposta dalla Procura Nazionale Antidoping, ha sospeso in via cautelare l’atleta Mohamed Hajjy per violazione degli artt. 2.1 e 2.2, essendo riscontrato positivo alla sostanza Eritropoietina ricombinante dopo un controllo effettuato da NADO Italia.
Come sempre quando comunichiamo, per dovere di cronaca, questo genere di notizie non ci fermiamo alla cruda informazione ma cerchiamo sempre di scoprire qualcosa di più di un atleta di cui sinceramente, in questo caso, non avevamo mai sentito il nome prima di oggi e abbiamo scoperto, in realtà, che si era spesso parlato di lui anche su importanti quotidiani sportivi e non.
La sua è la storia di un ragazzo del 1979, arrivato in Italia nel 1998 da Marrakech, peraltro ancora in attesa di ricevere la cittadinanza italiana per cui ha avviato le pratiche nel 2018, ma in ogni caso con la condizione di ‘atleta equiparato’ che gli consente di partecipare e vincere titoli nazionali, sia Master che Assoluti, come gli è già successo varie volte.
Hajjy sicuramente vive della sua attività di corridore di buon livello nelle maratone, nelle mezze e nelle gare su strada in genere, ma la sua attività primaria è quella di operaio saldatore, a Terni dove risiede dal 2011, gestendo gli allenamenti prima e dopo i due turni in fabbrica, a secondo degli orari che variano di settimana in settimana.
Ricordiamo che il 43enne atleta vanta personali di 2h14’08 nella maratona risalente al 2007 e 1h02’34 nella mezza del 2005, mentre i suoi migliori risultati sulle due classiche distanze su strada sono di 2h22’34 del marzo 2022 sui 42,195 km e 1h09’33 sui 21,097 km del novembre 2021.
Concludiamo naturalmente precisando che si tratta per ora solo di una sospensione cautelare, in attesa di controanalisi e controdeduzioni dell’imputato, e quindi non di squalifica né di condanna.