Se l’assegnazione del titolo di atleti mondiali dell’anno, a Karsten Warholm e Elaine Thompson–Herah, è stata certamente la scelta più giusta e diremmo anche scontata per quanto fatto da questi due straordinari atleti nel corso del 2021, va comunque ricordata l’eccezionale stagione degli altri 4 uomini e 4 donne che sono state designati per arrivare all’atto conclusivo di ieri sera.
Armand Duplantis (Svezia) salto con l’asta
Armand Duplantis non ha migliorato il suo record del mondo ma è stata la migliore stagione della sua carriera. L’Atleta Mondiale del 2020 per World Athletics ha vinto la prima medaglia d’oro olimpica della sua carriera nel salto con l’asta con 6.02m. Si è imposto quindici volte su diciassette gare disputate e ha superato la barriera dei 6 metri 14 volte tra Gennaio e Settembre.
Il ventunenne svedese ha debuttato nella stagione indoor superando 6.01m al meeting di Dusseldorf sei giorni prima di migliorarsi con 6.02m a Rouen. Dopo aver realizzato la migliore prestazione mondiale della stagione indoor superando 6.10m a Belgrado, “Mondo” ha vinto il titolo europeo indoor a Torun con il nuovo primato dei Campionati sulla pedana che gli regalò il primo record del mondo della sua carriera di 6.17m nel corso del 2020.
La stagione outdoor di Duplantis è entrata nel vivo ad inizio Giugno quando ha stabilito la migliore prestazione mondiale dell’anno con 6.10m ai Fanny Blankers Koen Games di Hengelo del Continental Tour Gold. In avvicinamento alle Olimpiadi di Tokyo ha vinto altre gare in terra scandinava a Karltad (6.00m), Oslo (6.01m) e Stoccolma (6.02m).
Nonostante le pressioni e le aspettative Duplantis ha conquistato la prima medaglia d’oro olimpica della sua carriera a Tokyo con 6.02m, stabilendo la seconda migliore prestazione nella storia delle Olimpiadi dopo il 6.03m realizzato dal brasiliano Thiago Braz Da Silva a Rio de Janeiro 2016. Il figlio d’arte dell’ex astista Greg Duplantis ha superato tutte le misure (5.55m, 5.80m, 5.92m, 5.97m e 6.02) sempre al primo tentativo.
Armand Duplantis: “Sarebbe stato bello battere il primato del mondo. Ho avuto la sensazione di andarci vicino, ma ho vinto le Olimpiadi e non posso certamente lamentarmi. E’ una sensazione surreale. Ho sognato di poter vincere le Olimpiadi da tanto tempo e finalmente ci sono riuscito”.
Ha subito una delle rarissime sconfitte della sua carriera a Losanna contro lo statunitense Chris Nilsen in una serata condizionata dal vento, ma si è prontamente riscattato vincendo a Parigi con 6.01m, Bruxelles con 6.05m e nella finale della Diamond League a Zurigo con 6.06m. In tutte le tre occasioni ha stabilito il record del meeting.
“Ho amato questo sport da quando ero bambino e ho sempre creduto che mi avrebbe portato in posti straordinari. L’atletica mi ha dato così tanto e non potrò mai ripagarla”.
Joshua Cheptegei (Uganda) 5000 e 10000 metri
Joshua Cheptegei ha proseguito la sua straordinaria carriera dopo i record del mondo sui 5000 e 10000 metri battuti nel 2020 vincendo l’oro sui 5000 metri e l’argento sui 10000 metri alle Olimpiadi di Tokyo.
Con il 12’58”15” realizzato in occasione del trionfo olimpico sui 5000 metri Cheptegei ha fatto registrare il secondo miglior tempo sulla distanza nella storia delle Olimpiadi: soltanto Kenenisa Bekele ha corso più velocemente sulla distanza con 12’57”82 a Pechino nel 2008. Una settimana prima aveva vinto la prima medaglia olimpica della sua carriera sui 10000 metri in 27’43”63 alle spalle dell’etiope Selemon Barega.
Joshua Cheptegei: “La vittoria alle Olimpiadi è stato un grande momento. Ho commesso soltanto un piccolo errore che mi è costato l’oro sui 10000 metri. Sono contento di aver realizzato il mio sogno di diventare campione olimpico.
Pochi giorni prima delle batterie dei 5000 metri non ero nemmeno sicuro di correre. Una parte di me diceva che non era una decisione saggia correre i 5000 metri, ma l’altra parte di me mi ricordava che mi ero preparato per questo appuntamento e dovevo scendere in pista.
Ho imparato che i traguardi più importanti vengono raggiunti a costo di tanti ostacoli e difficoltà. Non guardo la medaglia ogni giorno, ma quando lo faccio, mi ricorda che sono in grado di reagire. So che posso fare sempre meglio in futuro”.
E’ l’atleta con il miglior bottino di medaglie individuali nell’edizione giapponese dei Giochi Olimpici. Il venticinquenne ugandese ha già stabilito tre record del mondo sui 5000 e sui 10000 metri e sui 5 km su strada e ha vinto il titolo mondiale sui 10000 metri a Doha 2019.
Cheptegei ha iniziato la stagione con la vittoria alla Monaco Run di 5 km sullo stesso percorso dove realizzò il record del mondo con 12’51”12.
La preparazione per le Olimpiadi è stata rallentata da un’infezione, ma Cheptegei è tornato al successo vincendo i 3000 metri al meeting di Ostrava in 7’33”24. A inizio Giugno si è dovuto accontentare del sesto posto sui 5000 metri al Golden Gala di Firenze in 12’54”69.
“Non ero al meglio della mia forma a causa di un problema fisico che ha debilitato il mio fisico”.
Due settimane dopo la vittoria alle Olimpiadi Cheptegei ha vinto la gara delle 2 miglia del Prefontaine Classic di Eugene stabilendo il miglior tempo mondiale dell’anno con 8’09”55 sulla pista dove si disputeranno i Mondiali del 2022.
Proprio nella città dell’Oregon che ha dato i natali a Steve Prefontaine, Cheptegei conquistò il primo titolo importante della sua carriera in occasione del trionfo ai Mondiali Under 20 di Eugene sui 10000 metri.
“Ha significato molto per me vincere in Oregon. Eugene è un posto che rimarrà per sempre nel mio cuore”.
Ryan Crouser (USA) getto del peso
Il lanciatore statunitense ha dominato la stagione 2021 vincendo tutte le 15 gare disputate. Soltanto cinque atleti hanno superato questa barriera in questa stagione a livello mondiale. Nessun altro atleta nella storia ha realizzato più di 50 lanci oltre i 22 metri in un’intera carriera.
Crouser ha demolito il primato mondiale indoor nella seconda gara stagionale con 22.82m a Fayetteville.
Il figlio d’arte dell’ex discobolo Mitch Crouser ha aperto la stagione all’aperto con 21.93m nell’unica gara dell’anno senza un lancio oltre i 22 metri. Nelle successive competizioni ha vinto a Fayetteville con 22.69m e e in due gare a Tucson con 22.60m e 23.01m (il primo lancio al mondo oltre i 23 metri negli ultimi 31 anni).
Ai Trials olimpici statunitensi di Eugene Crouser ha fatto il bis realizzando il record mondiale all’aperto con 23.37m. Dopo aver stabilito il record dei Trials con 22.92m nel turno di qualificazione Crouser ha aggiunto 25 cm al precedente record del mondo detenuto dal 1990 da Randy Barnes con 23.12m.
Ryan Crouser: “Era da tanto tempo che volevo battere questo record. Ho la sensazione di essermi tolto un peso dalle spalle. Ho sognato questo momento da quando ho iniziato a lanciare. E’ davvero speciale aver raggiunto finalmente questo traguardo”.
Crouser ha vinto il secondo oro olimpico consecutivo a Tokyo avvicinando di sette centimetri il record del mondo con 23.30m (primato olimpico). Tutti gli altri cinque lanci (22.54m, 22.74m, 22.83m, 22.86m e 22.93m) hanno superato il suo precedente record olimpico di 22.52m realizzato in occasione del primo titolo olimpico vinto a Rio de Janeiro 2016.
Il fuoriclasse dell’Oregon ha battuto di ben 65 centimetri Joe Kovacs, che si è aggiudicato la medaglia d’argento con 22.65m, superando a sua volta il precedente primato olimpico.
Crouser ha dedicato la vittoria olimpica al nonno morto una settimana prima delle Olimpiadi.
“Mio nonno mi ha avviato ai lanci e ha avuto un ruolo fondamentale nella mia carriera. E’ stato molto triste perderlo una settimana prima delle Olimpiadi ma ho avuto la sensazione che fosse accanto a me nello spirito.”
Dopo le Olimpiadi è tornato nello Stadio di Hayward Field a Eugene per vincere il Prefontaine Classic con 23.15, nuovo primato della Diamond League. La stagione è proseguita con i successi a Losanna con 22.81m e Chorzo con 22.39m.
Ha coronato una stagione straordinaria con la vittoria nella finale della Diamond League nella Sechselautenplatz a Zurigo con il primato del Weltlkasse di 22.67m e l’ennesima vittoria a Zagabria con 22.84m.
Crouser non ha mai perso in 16 gare nel 2021 e ha allungato la sua striscia vincente a 27 competizioni senza sconfitte dalla finale dei Mondiali di Doha 2019, quando fu sconfitto di un solo centimetro da Kovacs.
Impressionante è stata anche la sua collezione di 58 lanci oltre la barriera dei 22 metri nella sola stagione 2021. Nessun altro pesista nella storia è riuscito a raggiungere così tante volte questa barriera nell’arco di un’intera carriera.
Eliud Kipchoge (Kenya) maratona
Il re della maratona ha disputato due maratone nel 2021 vincendole entrambe. Lo scorso Aprile ha dominato la NN Marathon Mission di Entshede in Olanda in 2h04’30” con un margine di due minuti sul secondo classificato dopo un passaggio alla mezza maratona in 1h01’49”.
La vittoria in terra olandese nell’evento creato dal team del manager Jos Hermens per dare agli atleti l’opportunità di qualificarsi per le Olimpiadi ha permesso a Kipchoge di tornare alla vittoria riscattando la delusione per l’ottavo posto alla Maratona di Londra dell’Ottobre 2020.
“Missione compiuta. Le condizioni erano davvero ottime. C’era soltanto un po’ di vento. E’ stata una gara perfetta”.
Quattro mesi più tardi Kipchoge ha trionfato sulle strade di Sapporo diventando il terzo maratoneta della storia in grado di vincere due medaglie d’oro consecutive sulla distanza dei 42 km dopo Abebe Bikila a Roma 1960 e Tokyo 1964 e Waldemar Cierpinski a Montreal 1976 e a Mosca 1980.
Cinque anni fa a Rio de Janeiro Kipchoge sferrò l’attacco decisivo al 36 km. Nella gara disputata a Sapporo in una giornata calda e umida è rimasto da solo al 31 km chiudendo in 2h08’36”, sei secondi più veloce rispetto al tempo che gli consentì di vincere a Rio.
La prestazione cronometrica di Sapporo si colloca al quinto posto tra le gare più veloci mai disputate nella storia delle Olimpiadi. Il margine di 1 minuto e 20 secondi è stato il più ampio dall’edizione di Monaco di Baviera 1972 quando trionfò lo statunitense Frank Shorter.
“Sono entrato nella storia con il secondo titolo consecutivo sulla maratona. Spero che quest’impresa possa contribuire ad ispirare una nuova generazione di atleti”.
Sifan Hassan (Olanda) 1500, 5000 e 10000 metri
La fuoriclasse olandese di origini etiopi ha tentato un’impresa mai riuscita nella storia di vincere tre medaglie olimpiche nel mezzofondo ed è uscita dalle Olimpiadi da trionfatrice vincendo due medaglie d’oro sui 5000 e sui 10000 metri e il bronzo sui 1500 metri.
Il suo bottino individuale le avrebbe permesso di piazzarsi all’undicesimo posto nel medagliere davanti a tante nazionali forti.
Sifan Hassan: “Molte persone dubitavano che potessi farcela. Quando ci penso, sembra un sogno. Sono contenta che si sia realizzato. Le Olimpiadi mi hanno regalato la sensazione più bella della mia vita. E’ stato un momento speciale che non dimenticherò mai”.
Hassan ha iniziato la stagione stabilendo il primato del mondo sui 10000 metri ai Fanny Blankers Koen Games di Hengelo sui 10000 metri con 29’06”82. Con questo tempo ha tolto più di 10 secondi al precedente primato stabilito da Almaz Ayana. Hassan ha stabilito i primati del mondo sul miglio, sull’ora di corsa e sui 5 km di corsa su strada.
“Sono contenta di aver potuto condividere questo record con i miei fans olandesi”.
Sorprendentemente il primato di Hassan è durato soltanto due giorni. L’etiope Letesenbet Gidey ha fatto ancora meglio fermando il cronometro in 29’01”03 in occasione dei Trials olimpici etiopi disputati ad Hengelo.
Quattro giorni dopo la gara di Hengelo Hassan è tornata in pista per vincere i 1500 metri al Golden Gala Pietro Mennea di Firenze in 3’53”63 davanti a Faith Kipyegon. Hassan è l’unica atleta ad aver battuto Kipyegon dal 2017. Un mese dopo la keniana si è presa la rivincita vincendo i 1500 metri a Montecarlo in 3’51”07 ma Hassan si è espressa su livelli eccellenti correndo in 3’53”60.
Alle Olimpiadi di Tokyo ha vinto la medaglia d’oro sui 5000 metri in 14’36”79. Soltanto poche ore prima era caduta nelle batterie dei 1500 metri ma era riuscita a passare il turno. Quattro giorni dopo Hassan ha vinto la medaglia di bronzo sui 1500 metri alle spalle di Faith Kipyegon e di Laura Muir.
Meno di 24 ore dopo Sifan ha completato l’opera vincendo la medaglia d’oro sui 10000 metri in 29’55”22. E’ diventata la seconda atleta della storia a vincere 5000 e 10000 metri nella stessa edizione delle Olimpiadi dopo Tirunesh Dibaba alle Olimpiadi di Pechino 2008.
“Ero molto contenta e mi sono messa a piangere per l’emozione durante la cerimonia di premiazione. Alla fine delle Olimpiadi ero davvero esausta”.
Dopo le fatiche delle Olimpiadi Hassan ha vinto i 5000 metri a Eugene in 14’27”89, il miglio a Bruxelles in un eccellente 4’14”74 e si è classificata seconda sui 1500 metri nella finale della Diamond League di Zurigo in 3’58”55 alle spalle di Faith Kipyegon.
Faith Kipyegon (Kenya) 1500 metri
La fuoriclasse keniana ha superato tutte le aspettative durante una stagione straordinaria nella quale ha conquistato il secondo titolo olimpico consecutivo sui 1500 metri, ha stabilito la migliore prestazione mondiale dell’anno e ha vinto nove delle dieci gare disputate.
Kipyegon ha aperto la stagione vincendo gli 800 metri in 1’58”26 nella tappa della Wanda Diamond League di Doha battendo molte delle migliori specialiste del doppio giro di pista.
Due settimane più tardi Kipyegon si è piazzata seconda al Golden Gala di Firenze alle spalle di Sifan Hassan migliorando il suo record keniano di 3’53”91 nella sua prima gara di 1500 metri della stagione.
E’ stata l’ultima sconfitta per la keniana, che un mese dopo si è presa la rivincita al meeting Herculis di Montecarlo battendo Hassan di oltre due secondi con 3’51”07, primato keniano e quarto tempo più veloce della storia.
Alle Olimpiadi di Tokyo Kipyegon ha vinto la batteria in 4’01”40 e la semifinale in 3’56”80 prima di trionfare per la seconda volta consecutiva nella rassegna a Cinque Cerchi in 3’53”11 davanti a Laura Muir e a Sifan Hassan.
Con la prestazione cronometrica realizzata sulla pista giapponese Kipyegon ha migliorato il primato olimpico dopo 33 anni. Nella storia delle Olimpiadi è diventata la seconda donna in grado di vincere due ori olimpici consecutivi sui 1500 metri dopo la sovietica Tatyana Kazankina, che trionfò a Montreal 1976 e a Mosca 1980.
“Quando ho tagliato il traguardo, ho vissuto un momento molto emozionante. Ho pensato a mia figlia Alyn, che è rimasta a casa. Voleva che io le portassi a casa la medaglia d’oro olimpica e sono contenta di esserci riuscita”.
Dopo aver raggiunto il suo quinto piazzamento tra le prime due in una grande manifestazione internazionale, Kipyegon ha proseguito la sua striscia vincente vincendo i 1500 metri al Prefontaine Classic di Eugene stabilendo il primato su suolo statunitense con 3’53”23, la finale della Diamond League a Zurigo in 3’58”83 battendo ancora Hassan e la tappa del Continental Tour di Nairobi.
Kipyegon è diventata la prima donna a scendere sotto la barriera dei 3’54” quattro volte nella stessa stagione.
“Sono tornata dopo la pausa per maternità e mi sento un modello per le mamme atlete più giovani. Ho dimostrato loro che la maternità non significa la fine di una carriera sportiva. Si può tornare forti e vincere le gare”.
Sydney McLaughlin (USA) 400 ostacoli
Era già considerata come una futura stella dell’atletica fin dai tempi in cui salì sulla ribalta nelle gare delle high school statunitensi sette anni fa. Nel 2021 McLaughlin ha mantenuto le promesse con la vittoria alle Olimpiadi di Tokyo sui 400 ostacoli femminili e due formidabili record del mondo.
Sydney visse la sua prima esperienza olimpica a Rio de Janeiro 2016 dove raggiunse la semifinale meno di due settimane dopo aver compiuto 17 anni.
La ventiduenne statunitense ha iniziato la sua straordinaria stagione correndo alcune gare di 100 ostacoli con l’obiettivo di migliorare la sua velocità. Ha stabilito quattro primati personali in cinque gare portandosi fino a 12”65, un tempo che sarebbe stato sufficiente per entrare nella finale olimpica a Tokyo su questa distanza.
Da Giugno in poi è tornata a correre sui 400 ostacoli vincendo in 52”83 nel meeting del Continental Tour Bronze di Nashville.
Ai Trials olimpici statunitensi disputati a fine Giugno sulla pista di Hayward Field a Eugene McLaughlin ha vinto agevolmente la batteria in 54”07 e la semifinale in 53”03 preannunciando un’altra grande sfida con la connazionale Dalilah Muhammad, campionessa del mondo a Doha con il primato del mondo di 52”16.
Muhammad aveva vinto i precedenti scontri diretti con McLaughlin ai Trials statunitensi e ai Mondiali del 2019, ma McLaughlin si è presa la rivincita vincendo la finale dei Trials statunitensi stabilendo il record del mondo con il tempo sensazionale di 51”90, primo tempo della storia al di sotto dei 52 secondi.
“Ho capito quando mi sono svegliata al mattino che sarebbe stato un grande giorno. E’ uno di quei momenti che sogni e pensi quando stai per scendere in pista. Dopo la gara mi sono detta: ‘Ce l’ho fatta’. Custodirò il ricordo di questo momento per il resto della mia carriera”.
Mclaughlin e Muhammad si sono ritrovate una contro l’altra un mese dopo alle Olimpiadi di Tokyo. McLaughlin ha conquistato la medaglia d’oro migliorando il suo record del mondo con 51”46, tempo più veloce rispetto al record del mondo sui 400 piani fino al 1970.
“Sono assolutamente felice di aver potuto festeggiare questa gara straordinaria e di aver rappresentato il mio paese”.
Tre giorni dopo McLaughlin è tornata in pista per la staffetta 4×400, dove il “dream team” statunitense formato anche da Allyson Felix, Athing Mu e Dalilah Muhammad ha vinto la medaglia d’oro in 3’16”85 stabilendo la quinta migliore di sempre e il crono più veloce dal 1993.
“E’ un onore essere la più veloce di sempre sui 400 ostacoli. Tante grandi atlete sono venute prima di me e altre verranno dopo di me. Sono eccitata per ciò che riserverà il futuro. Voglio lasciare il segno e far parte della storia di questo straordinario sport, perché la gloria non durerà per sempre”.
La ventunenne originaria del New Jersey ha iniziato a praticare atletica a sei anni seguendo l’esempio del fratello Taylor, medaglia d’argento ai Mondiali Under 20 di Bydsgosz nel 2016. Il padre Willie raggiunse la semifinale dei 400 metri ai Trials olimpici del 1984. La madre Mary è stata una buona atleta a livello di high school.
Dopo le Olimpiadi di Tokyo Sydney si è fidanzata con il giocatore di football americano André Levrone, che ha giocato da wide receiver nel campionato NFL.
Yulimar Rojas (Venezuela) salto triplo
La fuoriclasse venezuelana del salto triplo è stata eletta Atleta dell’Anno nel 2020 dopo una stagione illuminata da un record del mondo indoor di 15.43m realizzato a Madrid e una serie di gare senza sconfitte.
L’allieva del quattro volte campione del mondo del salto in lungo Ivan Pedroso ha aperto la stagione con due salti da 15.14m a Ibiza e 15.43m (record personale eguagliato) al meeting del Continental Tour Bronze di Andujar.
Nella prima gara della Wanda Diamond League a Doha ha conquistato la vittoria con 15.15m. In una delle sue rare apparizioni sulla pedana del salto in lungo Rojas ha superato 7.27m con vento a favore oltre la norma di + 2.7 m/s e ha migliorato il record venezuelano con 6.88m.
Yulimar è tornata a gareggiare nella sua specialità preferita vincendo con 15.34m con vento a favore oltre la norma e 15.19m regolare sulla pedana di Madrid nella città dove vive e si allena. Nell’ultima gara pre-olimpica al meeting Herculis di Montecarlo ha proseguito la sua striscia di salti oltre i 15 metri con 15.12m.
Nella finale delle Olimpiadi di Tokyo Rojas ha realizzato subito 15.41m al primo salto. Dopo un altro salto da 15.25m la sudamericana ha migliorato dopo 26 anni il primato mondiale di Inessa Kravetz con un super salto da 15.67m al sesto tentativo.
Yulimar Rojas: “Ho perso le parole. Non riesco a descrivere cosa ho provato. Ho vinto la medaglia d’oro con il record mondiale e il primato olimpico. Sono concentrata nel dare sempre il massimo. Mi sono divertita ed è venuto fuori il grande risultato”.
Il suo straordinario momento di forma è proseguito dopo le Olimpiadi quando ha vinto il meeting di Losanna con il record della Diamond League di 15.52m (secondo miglior risultato al mondo di sempre) e un altro salto da 15.56m con vento a favore oltre la norma. Ha coronato la stagione vincendo la finale della Diamond League di Zurigo con 15.48m.
La star sudamericana ha superato i 15 metri in tutte le nove gare disputate in questa stagione e detiene ora cinque dei migliori sei salti in ogni condizione di vento (tutti realizzati nel corso del 2021).