Un altro sogno: Massimo Stano oro nei 20 km di marcia

L'Italia dell'Atletica ancora in trionfo

Clamorosa conclusione della prima gara di marcia delle Olimpiadi, la 20 chilometri maschile con il trionfo, a dire il vero totalmente inaspettato, di Massimo Stano.

Per l’Italia dell’atletica una fantastica terza medaglia d’oro.

Per Massimo il crono della vittoria  è di 1h 21’05 per battere sul traguardo i due atleti di casa, i giapponesi Ikeda e Yamanishi.

È un’Olimpiade da impazzire per l’Atletica Italiana e immaginate la gioia per chi, come noi, ne parla tutti giorni da due anni, per diffonderla il più possibile nella cultura sportiva di tutti.

Solamente nei Giochi a Cinque Cerchi del 1980 a Mosca e del 1984 a Los Angeles si erano ottenute tre vittorie ma allora, oltre a non esserci l’Atletica globalizzata di oggi, vi erano stati i boicottaggi che avevano diminuito nettamente la competitività generale e non è ancora certamente finita, gli ultimi giorni possono riservarci altre grandi sorprese.

È anche la terza medaglia d’oro nella 20 km di marcia, nella storia azzurra, dopo quella di Maurizio Damilano a Mosca ’80 e quella di Ivano Brugnetti ad Atene 2004.

Ventinove anni, barese di Grumo Appula ma cresciuto a Palo del Colle, Massimo Stano ha costruito il proprio trionfo nel Centro Sportivo Castelporziano (Roma) delle Fiamme Gialle, sotto la guida di Patrizio Parcesepe, pur essendo lui di fatto tesserato per le Fiamme Oro Padova.

L’azione dell’azzurro è stata devastante per tutta la gara che, dapprima ha controllato senza farsi prendere dall’ansia di inseguire subito il cinese Wang inizialmente in testa da solo.

Massimo, invece, con un ottimo ritmo si mette in testa a un gruppetto di inseguitori che, di fatto, terminata l’azione solitaria del cinese diventano i battistrada, Sono sei oltre all’azzurro, due spagnoli (Garcia e Martin), due giapponesi Yamanishi e Ikeda, e due cinesi (Wang e Zhang).

Al diciassettesimo chilometro Stano attacca deciso e, con la sua azione, fa selezione con i soli due giapponesi che gli resistono per cui si forma un terzetto ma, all’inizio del km 19, l’azzurro imprime un’altra frustata che manda in crisi Yamanishi con il solo Ikeda che gli resiste, ma il nostro fenomenale marciatore oggi è inarrestabile e vola verso la vittoria, tagliando il traguardo con il pollice in bocca, per dedicare il successo olimpico alla figlia Sophie nata nel mese di febbraio.

Massimo Stano (foto World Athletics)
Massimo Stano (foto World Athletics)

Le dichiarazioni di Massimo

Lo sentivo quest’oro. Le medaglie di Jacobs e Tamberi mi hanno dato una spinta in più, il ringraziamento va anche a loro.

È stata una gara veramente dura. Caldo, umido, come piace a me. Ho sperato che piovesse e ci fosse ancora più umidità perché so che in queste condizioni soffro meno degli altri. Non ho mai avuto ottime sensazioni in gara, anche se può sembrare strano.

Negli ultimi due mesi per darmi coraggio mi ripetevo ‘sono il più forte, sono il più forte del mondo’, e anche in gara ho lavorato molto mentalmente. Mi ripetevo in testa di essere il migliore. Un mese e mezzo fa ho avuto un’infiammazione al bicipite, quindi abbiamo dovuto frenare un po’ con gli allenamenti. Per compensare quello che non ho guadagnato con il lavoro, ho dovuto lavorare a livello mentale. Questa strategia mi ha dato fiducia.

Ovviamente la vittoria è dedicata a mia figlia Sophie (nata a febbraio) e mia moglie Fatima che mi sopportano e supportano e poi al mio coach Patrizio “Patrick” Parcesepe, perché non si può fare un risultato da soli, ma serve intorno un grande staff.

Poi al fisio Cristian Bruno e a tutti quelli che mi hanno aiutato nel cammino verso le Olimpiadi. Sono veramente contento e incredulo, spero non sia soltanto un sogno. Oggi, prima della gara, al mio team manager delle Fiamme Oro Sergio Baldo ho detto, non c’è due senza tre! Glielo avevo promesso. Ringrazio anche le Fiamme Gialle che mi ospitano, io sono un ibrido, squadre diverse ma funzioniamo insieme, con la maglia Italia”.

Massimo Stano (foto Reuters/Kim Hong)
Massimo Stano (foto Reuters/Kim Hong)

Semplicemente splendido, oltretutto, quel che Massimo ha fatto dopo la vittoria per distacco, mettendosi in piedi davanti all’arrivo per aspettare i due giapponesi ed inchinandosi al loro arrivo in segno di rispetto.

È il nono oro olimpico nella storia della marcia azzurra.

Gli altri azzurri: quindicesimo Francesco Fortunato (1h23’43), 44esimo Federico Tontodonati (1h31’19).

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