Filippo Tortu - Rieti (foto Colombo/SprintAcademy)
Filippo Tortu - Rieti (foto Colombo/SprintAcademy)

C’era grande attesa ieri, a Rieti, da parte degli appassionati di Atletica e non solo, per il debutto stagionale di Filippo Tortu e, certamente, c’è stata altrettanta delusione da parte di tutti, a cominciare dai media per finire, ovviamente, con gli sportivi.

Lo stesso Tortu è apparso alla fine molto contrariato e quasi incredulo per due prestazioni, 10″28 e 10″31 che, sicuramente, non si aspettava in quanto il suo stato psico fisico era più che buono e gli ultimi riscontri, in allenamento, avevano dato ottimi esiti.

Addirittura, nella fase del primo riscaldamento, le sensazioni erano eccellenti per cui nulla poteva far prevedere quelle due gare, certamente non in linea con le sue possibilità.

Cosa è, dunque, successo e c’è da temere per il prosieguo della stagione?

A mio avviso assolutamente no e, al di là, di taluni problemi che possono essere sorti in piccole modifiche che sono state apportate nella fase dell’uscita dai blocchi, credo che in questi motivi si possano identificare le ragioni di tale prestazione non all’altezza e, allo stesso tempo, le ragioni per cui dalla prossima gara vedremo certamente un altro Tortu.

Era il primo 100 metri della stagione, la rottura del ghiaccio in un momento totalmente anomalo, circa due mesi dopo quello che avviene abitualmente, a causa della grave emergenza sanitaria che ha costretto Filippo, come tutti gli atleti, a stare circa 40 giorni a casa, allenandosi in qualche modo.

Lui lo ha fatto in un bosco e, ovviamente, non è la stessa cosa di una pista vera.

Le condizioni climatiche non erano ottimali, più nella prima prova dove c’erano le nuvole bassissime e una forte afa, che nella seconda ma, a mio avviso, il crono della prima gara è stato per lui talmente inaspettato da condizionare anche la seconda dove, di fatto, è riuscito a fare peggio.

Credo, però, che il punto fondamentale siano state le motivazioni e l’ambiente intorno. Pur nella magnifica atmosfera dello stadio Raul Guidobaldi di Rieti, la totale mancanza di pubblico deve, in qualche modo, aver un po’ condizionato Filippo abituato a stadi sempre molto pieni e al boato della folla intorno, dopo lo sparo dello starter.

L’ultima volta che aveva corso un 100 metri era stato a Doha, nella finale dei campionati del mondo, il 28 settembre scorso. Probabilmente la differenza di situazione ambientale si è fatta un po’ sentire.

Il 16 luglio a Savona sarà certamente un’altra storia, perché avrà metabolizzato l’idea della mancanza di pubblico, si sarà tolto di dosso quel pizzico di ruggine che si prova al debutto, si spera ovviamente in un contesto atmosferico più generoso e, per finire, aspetto fondamentale, troverà tutti i migliori velocisti italiani che lo aspetteranno con il coltello tra i denti, situazione che rappresenta per Filippo il reale “pane per i suoi denti”.

 

 

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