Marcell Lamont Jacobs è il terzo uomo più veloce di sempre in Italia, con il suo 10″03 ottenuto l’anno scorso a Padova. Meglio di lui, nella storia dei 100 metri in Italia, solo Filippo Tortu con 9″99 e Pietro Mennea con 10″01.
Considerando che l’immenso Pietro ottenne l’allora primato italiano ai 2.250 metri di Città del Messico e mettendo insieme la media delle sue prestazioni sui 100 metri che non era certamente la sua gara, possiamo affermare, senza mezzi termini, che insieme a Filippo Marcell è il più forte specialista che l’Italia abbia mai avuto sulla distanza Regina della Regina di tutti gli Sport: l’Atletica.
Alla velocità pura il desenzanese di origini texane, è nato e vissuto a El Paso la città di suo padre, ci è arrivato quasi per caso perché la sua iniziale collocazione agonistica sembrava dovesse essere il salto il lungo dove, nel 2016, a soli 21 anni, fece uno straordinario balzo a 8,48 metri che sarebbe stato il nuovo primato nazionale se non fosse stato inficiato da un leggero vento di troppo, a Bressanone.
Pareva l’inizio, in ogni caso, di una brillantissima carriera in quella specialità, ma un brutto infortunio al bicipite femorale sinistro, nell’inverno del 2017, durante gli Europei indoor, pochi giorni dopo aver stabilito quello che ancora oggi è il suo personale di 8,07 metri, lo ha costretto a rinunciare per un anno ad ogni attività agonistica.
Alla ripresa nel 2018, il suo staff decise di non rischiare troppo e pensò di orientare la sua attività maggiormente sulla velocità pura.
I risultati furono ottimi, a cominciare proprio dalla 7° edizione del Meeting di Savona, a cui aveva già partecipato nel 2016 battendo, allora, un giovanissimo Filippo Tortu.
Quel 23 maggio 2018 fu la svolta della carriera agonistica di Marcell che ottenne, prima un 10″04 ventoso e poi, in finale, un grande 10″08, battuto solo da Filippo che siglò quello che, di fatto, rimane il suo secondo crono in carriera: 10″03.
Da allora Marcell ha, praticamente, solo corso e quasi mai saltato, ad eccezione di un’ottima gara di salto in lungo, l’8 febbraio del 2019, quando balzò a 8,05 metri, in una indoor di Madrid, a 2 centimetri dal suo p.b.
Ma, evidentemente, il grave infortunio patito all’inizio del 2017 gli aveva tolto la necessaria serenità per affrontare una disciplina molto traumatica, come il lungo, e le sensazioni derivanti dagli allenamenti sulla velocità hanno definitivamente convinto il suo allenatore, Paolo Camossi, grande ex triplista, a farlo continuare sulla strada della velocità pura.
A conferma della bontà di tale scelta sono venuti gli ottimi risultati del 2019 tra cui ricordiamo il personale, di 10″03 a Padova, la semifinale di Doha ottenuta con una strepitosa batteria dove, a mio avviso, ha corso la gara più bella della sua vita facendo 10″07, per finire con il record italiano della staffetta ottenuto, sempre ai mondiali, con Cattaneo, Manenti e lo stesso Tortu.
Alla vigilia dei suoi 26 anni, li compirà il prossimo 26 settembre, Marcell è un atleta nel pieno della sua maturità fisica ed agonistica, in grado di ottenere grandi risultati tra cui quello di scendere, anche lui, sotto la barriera dei 10 secondi netti nei 100 metri.
L’altro giorno a Savona, in quella che è stata la quarta sfida diretta che hanno disputato è stato battuto di 2 centesimi da Filippo, la terza sconfitta dopo l’iniziale vittoria nel 2016 sempre alla Fontanassa.
Nonostante l’ottima prestazione, 10″14, alla fine non ha nascosto il suo grande disappunto, affermando come il crono, in quella giornata, non fosse per lui importante ma che era venuto solo per poter arrivare davanti al suo avversario.
Veramente un dimostrazione di grande carattere ed onestà, senza false ipocrisie e questo, oltre ad essermi piaciuto molto, non può che essere positivo per lui, per Filippo stesso e per tutta l’Atletica Italiana a cui, la loro sana rivalità agonistica, fa da enorme traino e già si cominciano a vedere i risultati con una generazione di ancor più giovani talenti che sta emergendo.