Bertone alla maratona di Parigi

Torna in gara la 49enne atleta azzurra

Continua la stagione delle grandi maratone autunnali, quest’anno molto concentrate in quanto tante che si dovevano disputare in primavera sono state rinviate a causa della pandemia, che finalmente sembra stia rallentando la sua drammatica diffusione.

Domani, 17 ottobre, nell’ambito del World Athletics Elite Platinum Label, il principale circuito delle corse sui 42,195 km, si tornerà a gareggiare in Europa dopo le due tappe statunitensi di Chicago e Boston, nella fattispecie alla TCS Amsterdam Marathon, ma poco più a sud in Francia ci sarà un’altra affascinante competizione sulla stessa distanza, la Paris Marathon.

Tra i top runners della gara femminile nella capitale francese ci sarà alla partenza anche Catherine Bertone, straordinaria atleta che ha compiuto 49 anni lo scorso 6 maggio,  madre di due figlie e medico al pronto soccorso pediatrico di Aosta dove svolge principalmente i turni di notte per poter allenarsi di giorno, e continuare a coltivare la sua infinita passione per la corsa.

Catherine torna in gara sui 42,195 km a distanza di quasi 11 mesi dal dicembre del 2020, quando ottenne il terzo posto ai campionati italiani di maratona disputati a Reggio Emilia, con il crono di 2h39’39, mentre nel 2021 non è riuscita a dare continuità alla sua preparazione per ulteriori motivi professionali che le hanno premesso di partecipare solo a una competizione test, un mese fa, nella corsa in salita da Imperia al Monte Faudo.

Probabilmente, quindi, Catherine non sarà in grado di realizzare una grande prestazione cronometrica ma poco conta, perché il solo fatto che si presenti ancora una volta alla partenza di una grande maratona internazionale, rappresenta un evento eccezionale per un atleta la cui storia dovrebbe essere presa da esempio per tutti coloro che praticano la sua disciplina, ma anche qualsiasi tipo di sport.

Catherine è una signora italo-francese, di padre italiano e madre bretone, nata nel 1972 in Turchia, dove il padre lavorava per la Fiat. Ha vissuto la sua infanzia in Brasile, parla perfettamente 3 lingue (inglese, francese e portoghese) oltre naturalmente all’italiano, è laureata in medicina con specializzazione in malattie infettive, lavora in un pronto soccorso pediatrico ed è madre di due splendide figlie.

L’aspetto incredibile della sua carriera sportiva è che, nonostante sia sempre stata molto appassionata di sport, i suoi migliori risultati agonistici siano arrivati dal 2011, all’età di 39 anni quando, dopo la nascita della sua seconda figlia decide e tanti anni di attività di corsa amatoriale/master, decide di allenarsi in maniera più costante e ottiene subito un grande 2h36’00 alla maratona di Berlino con un progresso di quasi tredici minuti rispetto al suo precedente record sulla distanza datato 2007.

Catherine Bertone ( foto Running Charlotte)
Catherine Bertone ( foto Running Charlotte)

Da quel momento la prospettiva e gli obiettivi dell’atleta valdostana cambiano e decide, con una forza di volontà e sacrificio senza eguali, di provare a migliorarsi ancora per cercare di gareggiare in manifestazioni sempre più prestigiose.

La sua determinazione non conosce ostacoli da allora e, addirittura, un problema fisico avuto nel 2013 che ne aveva rallentato la preparazione, la spinge a cimentarsi nella corsa in montagna dove sentiva meno il problema avuto e la fa arrivare, nel 2014, nona ai campionati del mondo in Colorado e poi, l’anno successivo, addirittura al bronzo, sempre in questa disciplina, nei mondiali di Zermatt.

Per lei anche l’enorme soddisfazione di una partecipazione ai giochi a cinque cerchi, alle Olimpiadi di Rio 2016, a 44 anni, e il grande rammarico di non aver potuto correre la maratona dei mondiali di Doha 2019, per una questione etica, in quanto nell’Ospedale di Aosta dove lavora, le avevano fatto presente che sarebbe stato complicato, per carenza di personale, concederle un’aspettativa di un mese indispensabile all’atleta per preparare, in maniera specifica, una gara al massacro nelle condizioni climatiche che ci sarebbero state in Qatar quell’anno.

Catherine Bertone (foto archivio)
Catherine Bertone (foto archivio)

Un vero peccato anche perché, proprio poche settimane dopo i mondiali di Doha 2019, il 27 ottobre di quell’anno, Catherine ottenne il suo personale nella mazza maratona, all’età di 47 anni, con il crono di 1h12’38, a dimostrazione di quanto la sua condizione di quel periodo fosse ottimale.

Le altre gare su strada del fine settimana italiano

La Mezza Maratona Città di Cremona taglia domani il traguardo della ventesima edizione e attende Giovanna Epis l’unica maratoneta azzurra in gara alle Olimpiadi di Tokyo.

Per la veneziana nuovo test sulla stessa distanza a tre settimane da quello di Padova, dove si è piazzata terza con 1h12’37 al rientro agonistico dopo il Giappone, sulla strada nella preparazione della sua prossima maratona, in programma a Valencia il 5 dicembre.

L’azzurra troverà come avversarie la burundese Francine Niyomukunzi e la keniana Teresiah Omosa che si è migliorata due settimane fa con 1h11’17 a Udine.

Nell’evento allestito dai Cremona Runners al maschile è annunciato l’ex campione tricolore Ahmed El Mazoury insieme ai keniani Paul Tiongik, che vanta un personale di 1h01’17, Hosea Kimeli Kisorio e Dickson Simba Nyakundi.

Giovanna Epis (foto Colombo/FIDAL)
Giovanna Epis (foto Colombo/FIDAL)

Sempre domani a Trieste è il giorno della quinta Corsa dei Castelli, gara di 10 chilometri su strada.

Anche quest’anno sarà in azione Yassine Rachik, bronzo europeo di maratona nel 2018 a Berlino e partecipante ai Giochi di Tokyo, che nella scorsa stagione è arrivato terzo mentre all’inizio di ottobre il bergamasco ha completato la mezza di Trento in settima posizione con 1h04’41.

Tra gli avversari Italo Quazzola oltre agli atleti che arrivano dal Kenya come Panuel Mkungo, recente vincitore nelle mezze maratone di Arezzo e Telese Terme, ma anche Solomon Koech nella manifestazione organizzata dalla Promorun dell’ex azzurro Michele Gamba. Tra le donne al via Teresa Montrone.

Yassine Rachik (foto archivio)
Yassine Rachik (foto archivio)
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