Joshua Cheptegei (foto Sanyuka TV)
Joshua Cheptegei (foto Sanyuka TV)

Joshua Cheptegei e Peres Jepchirchir sono gli atleti più attesi nella ventiquattresima edizione dei Campionati del Mondo di mezza maratona di Gdynia, unica manifestazione iridata di questa stagione sconvolta dalla pandemia. Entrambi i campioni hanno avuto una stagione da incorniciare e la vittoria nella rassegna iridata in terra polacca potrebbe essere la ciliegina sulla torta.

Cheptegei debutta sulla distanza dei 21 km dopo una stagione perfetta in pista nella quale ha migliorato i primati del mondo dei 5000 e dei 10000 metri di Kenenisa Bekele correndo rispettivamente in 12’35”36 a Montecarlo e in 26’11”00 a Valencia.

Cheptegei ha stabilito anche il record del mondo sui 5 km su strada con 12’51” alla Monaco Run a Montecarlo. Una vittoria ai Mondiali di mezza maratona permetterebbe a Cheptegei di vincere il terzo titolo mondiale dopo quelli conquistati nella corsa campestre ad Ahrus e in pista sui 10000 metri a Doha nel 2019.

Cheptegei ha vinto anche l’argento ai Mondiali di Londra nel 2017 sui 10000 metri alle spalle di Mo Farah, due ori sui 5000m e sui 10000m ai Giochi del Commonwealth di Gold Coast 2018 e la finale della Diamond League sui 5000 a Zurigo nel 2019.

Joshua Cheptegei: “Mi sento bene. Sarà una manifestazione fantastica. E’ stata la migliore stagione della mia carriera nonostante tutte le difficoltà. Ho pienamente recuperato lo sforzo dopo il primato del mondo. Ho provato il percorso. E’ davvero eccellente anche se è difficile

In caso di vittoria Cheptegei diventerebbe il secondo atleta in grado di vincere titoli mondiali in pista, nella corsa campestre e su strada dopo il marocchino Khalid Skah.

E’ sempre stato un sogno correre la mezza maratona. Vincere al debutto sarebbe straordinario. Mi sono allenato per i 5000m e i 10000m e ora affronto la mezza maratona. Vincere il titolo mondiale sarebbe davvero speciale per me.

Ho un grande talento e affronto una nuova sfida, ma è la preparazione perfetta in vista delle Olimpiadi dell’anno prossimo. Sono affamato di titoli. Ho già vinto in pista, nel cross e ho battuto record del mondo. L’unica cosa che mi manca è un titolo mondiale su strada”.

L’avversario più accreditato di Cheptegei è il diciannovenne connazionale Jacob Kiplimo, vice campione del mondo di cross a Ahrus e recente vincitore sui 5000 metri a Ostrava in 12’48”63 e sui 3000 metri in 7’26”64 (record nazionale e migliore prestazione mondiale dell’anno) al Golden Gala di Roma.

Kiplimo ha corso l’unica mezza maratona della sua carriera in 1h01’53” in altura a Kampala.

L’Uganda schiera anche la medaglia di bronzo juniores dei mondiali di cross Moses Kibet, lo specialista dei 10000 metri Stephen Kissa e il ventenne Victor Kiplangat.

Kiplimo sconfisse Cheptegei ai Campionati ugandesi di cross e al Cross di Siviglia nel 2019. Nell’ultimo scontro diretto Cheptegei vinse il titolo mondiale di cross di Ahrus precedendo Kiplimo.

Nella storia dei Mondiali di mezza maratona l’Uganda ha vinto una sola medaglia ai Mondiali di mezza maratona in occasione dell’edizione del 2004 quando vinse il bronzo a squadre. Il miglior piazzamento individuale fu il quarto posto nel 2006 di Wilson Businei (vecchia conoscenza degli appassionati italiani per aver militato nella Quercia Trentingrana Rovereto).

Dal 2006 tutte le edizioni tranne una sono state dominate da Zersenay Tadese (cinque successi) o Geoffrey Kamworor (tre vittorie). Per la prima volta negli ultimi dieci anni un nuovo atleta sarà incoronato campione del mondo di mezza maratona.

Geoffrey Kamworor non inseguirà il poker dopo aver vinto le ultime tre edizioni a Copenaghen nel 2014, Cardiff nel 2016 e Valencia nel 2018. L’atleta keniano sta ancora recuperando dai postumi di un incidente stradale.

Il Kenya schiera una formazione di grande livello guidata da Kibiwott Kandie, leader mondiale stagionale con 58’38” alla mezza maratona di Praga e vincitore alla mezza maratona di Ras Al Khaimah in 58’58”.

Gli altri componenti del team keniano sono il vice campione del mondo di cross 2017 Leonard Barsoton (59’09” di personale), Benard Kimeli (59’07” di personale), Bernard Ngeno (59’26” nel corso del 2020 a Houston) e Morris Gachara (59’22” nel 2019).

Guye Adola guida l’Etiopia, squadra vincitrice nel 2018. Adola vinse la medaglia di bronzo ai Mondiali di mezza maratona di Copenaghen nel 2014 in 59’21”. Pochi mesi più tardi Adola vinse la mezza maratona di New Dehli con il record personale di 59’06” precedendo Kamworor.

Nel Settembre 2017 Adola si classificò secondo alla Maratona di Berlino in 2h03’46” a 14 secondi dal primatista mondiale e campione olimpico della maratona Eliud Kipchoge. L’etiope non ha corso a livello internazionale dalla Maratona di Valencia dello scorso Dicembre, dove fermò il cronometro in un ottimo 2:04:42.

Andamlak Belihu (due volte vincitore alla mezza maratona di New Dehli e specialista dal personale di 59’10”), Ademework Walelegn (vice campione mondiale under 20 di corsa campestre nel 2017), Leul Gebrselase (59’18” in mezza maratona e 2h04’02” in maratona) e Birhanu Legese (secondo alla Maratona di Berlino nel 2019 in 2h02’48” alle spalle di Kenenisa Bekele e vincitore alla Maratona di Tokyo nel Marzo 2020 in 2h04’15) completano il team etiope.

Il Barhein insegue la seconda medaglia di bronzo a squadre consecutiva. Il team asiatico presenta atleti del calibro di Abraham Cheroben (primatista asiatico con 58’40”), El Hassan Abassi (59’27”) e Birhanu Balew (ottimo specialista dei 5000m con 12’56”26).

Il sudafricano Stephen Mokoka farà la settima apparizione della sua carriera ai Mondiali di mezza maratona, una manifestazione dove si è piazzato tre volte tra i primi dieci. Mokoka si classificò quinto nella maratona dei Mondiali di Doha 2019.

Eyob Faniel guida la formazione azzurra, che comprende anche Stefano La Rosa, Nekagenet Crippa, Pietro Riva e Daniele D’Onofrio.

Faniel ha vinto la Boclassic di Bolzano dello scorso 31 Dicembre e ha strappato a Stefano Baldini il primato italiano della maratona fermando il cronometro in un eccellente 2h07’19” a Siviglia lo scorso 23 Febbraio.

In campo europeo spiccano anche la Svizzera guidata dal ginevrino Julien Wanders (primatista continentale con 59’13” a Ras Al Khaimah nel 2019) e Abraham Tadesse (primati personali: 59’55” nella mezza maratona e 2h06’40” nella maratona), la Gran Bretagna con Callum Hawkins (quarto ai Mondiali di Doha 2019 nella maratona) e la Turchia con Polat Arikan, Aras Kaya e Kaan Kigen Ozbilen (59’48” sulla mezza maratona a Ras Al Khaimah e secondo a Valencia in 2h04’16” nel 2019).

Da seguire anche il diciannovenne svedese Emil Millan de la Oliva, che farà il debutto in questa manifestazione dopo aver corso i 5000 metri in 13’29”59 e i 10000 metri in 28’’23”21 (rispettivamente la quarta e la seconda migliore prestazione all-time in Europa a livello under 20).

In tutto quindici atleti hanno un primato personale al di sotto dell’ora e altri 14 hanno corso al di sotto dei 61 minuti.

Gara femminile

Dal 2011 World Athletics distingue due primati del mondo della mezza maratona: il record women-only (ottenuto in una gara solo femminile) e quello per le gare miste dove le donne corrono insieme agli uomini.

Per la prima volta nella storia dei Mondiali di mezza maratona si sfideranno la detentrice del record del mondo women-only e del primato in una gara mista Ababel Yeshaneh e Peres Jepchirchir.

La favorita è l’etiope Ababel Yeshaneh, primatista mondiale nella mezza maratona in una gara con pacemaker maschili con 1h04’31 a Ras Al Khaimah. Yeshaneh si classificò al nono posto sui 10000 metri ai Mondiali di Mosca 2013 e quattordicesima sui 5000 metri alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 prima di dedicarsi alle corse su strada.

Nelle ultime stagioni si è classificata dieci volte tra le prime due in dodici gare disputate. Sulla maratona ha stabilito il record personale con 2h20’51” a Chicago nel 2019.

Peres Jepchirchir vinse il titolo mondiale di mezza maratona a Cardiff nel 2016 e ha detenuto per un breve periodo il primato del mondo sui 21 km con il 1h05’06” realizzato a Ras Al Khaimah nel Febbraio 2016.

Dopo essere diventata mamma di Natalia alla fine del 2017, Jepchirchir ha vinto la mezza maratona di Lisbona in 1h06’54” e la maratona di Saitama in 2h23’50”. Lo scorso Settembre la keniana ha stabilito il primato mondiale in una gara solo femminile con 1h05’34” a Praga.

Nell’unico scontro diretto a New Dehli nel 2016 Yeshaneh precedette Jechirchir di 36 secondi.

Peres Jepchirchir: “Mi sento bene. Non ho ancora testato il percorso. Sono contenta di aver battuto il primato del mondo dopo la nascita di mia figlia Natalia. Ci sono molte aspettative perché abbiamo ottimi atleti. Il team keniano è forte e forse può cadere il primato del mondo”.

In gara ci saranno anche l’etiope Netsanet Gudeta e la keniana Joyciline Jepkosgei, oro e argento dell’ultima edizione dei Mondiali di mezza maratona di Valencia nel 2018.

Gudeta si impose nella città spagnola stabilendo il precedente primato del mondo women-only con 1h06’11”. L’etiope non ha vinto mezze maratone dal 2018, ma ha eguagliato il primato nazionale con 1h05’45” nel 2019.

Jepkosgei detiene le migliori prestazioni mondiali all-time sui 5 km, 10 km, 15 km e 20 km e ha vinto la Maratona di New York al debutto sulla distanza in 2h22’38”.

Un’altra atleta da seguire è Rosemary Wanjiru, quarta ai Mondiali di Doha sui 10000 metri e la specialista più veloce di sempre al debutto sulla distanza della mezza maratona con 1h05’34” a Ras Al Khaimah. Lo scorso Luglio Wanjiru ha corso i 5000 metri in 15’03”49 e i 10000 metri in 30’38”18.

La formazione keniana è completata da Dorcas Kimeli, che ha stabilito il personale sulla mezza maratona a Barcellona con 1h07’10”.

L’Etiopia schiera due altre atlete con un personale al di sotto dei 67 minuti: Zeineba Yimer (terza a Ras Al Khaimah in 1h05’46” e quinta alla Maratona di Valencia in 2h19’28”) e Yalemzerf Yehulaw (sesta a Ras Al Khaimah in 1h06’35”).

La migliore ugandese in gara è Juliet Chekwel, vincitrice alla Maratona di Siviglia in 2h23’13” (record nazionale).

La migliore atleta europea in gara è l’israeliana Lonah Salpeter, campionessa europea sui 10000 metri a Berlino 2018, vincitrice alla Maratona di Tokyo in 2h17’45” nello scorso Marzo e alla mezza maratona di Praga nel 2019 in 1h06’19”. L’atleta allenata da Renato Canova si Impose anche alla Maratona di Firenze nel 2018.

L’Italia schiera Valeria Straneo (medaglia d’argento mondiale di maratona a Mosca 2013 ed europea a Zurigo 2014 e campionessa italiana di mezza maratona nel 2020), Giovanna Epis, Maria Chiara Cascavilla, Elisa Stefani e Federica Sugamiele.

Straneo ha vinto due titoli italiani nel 2020 sulla mezza maratona e sui 10000 metri a 44 anni. Nell’edizione di Copenaghen 2014 l’alessandrina si classificò ottava in 1h08’55” e seconda tra le europee.

Valeria Straneo: “Sono sempre molto fiera di poter vestire la maglia azzurra. E’ dalle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016 che mi manca. Sono anche emozionata. Quasi non ci si abitua a queste emozioni, anche se si è esperti.

C’è una responsabilità in più perché non si gareggia solo per se stessi e si deve dare il massimo. Per questa gara cercherò di ritoccare il primato stagionale ottenuto a Verona con 1h11’34””.

Un’altra veterana in gara è la finalista olimpica di Atene 1996 Annemari Sandell Kiekara, che torna a gareggiare in questa manifestazione 22 anni dopo la sua ultima apparizione in questa manifestazione.

Le dieci migliori iscritte vantano un primato personale al di sotto delle 1h06’30”. Ventuno atlete hanno corso sotto la barriera dei 69 minuti.

Gydnia è una località polacca vicina a Danzica sul Mar Baltico. La manifestazione iridata, inizialmente programmata lo scorso 29 Marzo, è stata posticipata per la giornata di Sabato 17 Ottobre. Sono iscritti 157 uomini e 126 donne in rappresentanza di 62 paesi.

Constantina Dita (campionessa olimpica della maratona a Pechino 2008) è stata invitata da World Athletics come ambasciatrice dei Mondiali di mezza maratona di Gdynia 2020. Dita partecipò ad otto edizioni dei Mondiali di mezza maratona e vinse sette medaglie diventando una delle atlete di maggior successo nella storia di questa manifestazione.

La doppia medaglia d’oro individuale e a squadre nell’edizione di Edmonton nel 2005 è stata una dei momenti più alti nella carriera dell’atleta romena.

Ero sorpresa di aver vinto il titolo mondiale con un margine così ampio. Corsi ad un ritmo normale ma forse le mie avversarie soffrirono il freddo. Per me le condizioni climatiche erano buone perché mi piaceva correre con il freddo.

Fu una bella sensazione vincere il mio primo titolo in una grande rassegna mondiale perché mi incoraggiò a far ancora meglio nelle gare successive”.

Per la romena i Mondiali di mezza maratona saranno una chance per molti atleti in un anno purtroppo privo di molte grandi manifestazioni.

E’ un anno difficile per tutti ma dobbiamo pensare positivamente, rimanere in salute e continuare”.

Il Presidente di World Athletics Sebastian Coe ha ringraziato gli atleti che con la loro determinazione hanno continuato a lavorare cogliendo ogni opportunità agonistica in un periodo difficile.

Sebastian Coe: “Sono tempi straordinariamente difficili. Il fatto che gli atleti siano riusciti a realizzare grandi prestazioni è dovuto alla loro resilienza mentale. Desidero ringraziare i nostri campioni e il Governo polacco e la popolazione di questo paese, che ha sempre dimostrato una grande passione per l’atletica”.

Lo stesso concetto di resilienza è stato sottolineato dal Direttore Tecnico della Fidal Antonio La Torre in avvicinamento a questo fine settimana dedicato alle lunghe distanze con i Mondiali di mezza maratona e la Festa dell’Endurance di Modena, che assegna 34 titoli italiani nelle specialità del mezzofondo e della marcia in questo anno particolare.

Antonio La Torre: “Questo fine settimana ha un forte significato, non soltanto agonistico, perché gli specialisti delle lunghe distanze sono icone della resistenza di tutta l’atletica italiana negli ultimi mesi.

Se per le altre specialità è stata una stagione comunque intensa, benché compressa, per i mezzofondisti e per gli specialisti delle corse su strada è un importante occasione di confronto. Siamo riusciti a creare le condizioni con pazienza, perseveranza e rispetto delle regole”.

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