La keniana Sheila Chepkirui e l’olandese di origini somale Abdi Nageeye hanno iscritto il loro nome nel prestigioso albo d’oro della Maratona di New York al loro debutto in questa manifestazione, che attraversa i cinque quartieri (i five boroughs) con partenza da Verrazzano Bridge e arrivo in Central Park. La giornata di sole ha accolto gli oltre 50000 corridori provenienti da tutto il mondo (oltre 2000 gli italiani).

Chepkirui si é aggiudicata la gara femminile in 2h24’29 con una seconda metà gara corsa in 1h10’36”. La trentatreenne keniana ha lanciato l’attacco decisivo superando la connazionale Hellen Obiri allo sprint a meno di 800 metri all’interno di Central Park.

Obiri ha tagliato il traguardo al secondo posto in 2h24’49”. La quarantunenne Vivian Cheruyiot si è piazzata terza in 2h25’21”. Il Kenya ha fatto tripletta nella gara femminile per la prima volta nella storia della Maratona di New York a livello femminile.

Eunice Chumba, ex keniana che gareggia ora per il Barhein, si è classificata al quarto posto 2h25’58”. La svizzera Fabienne Schlumpf, medaglia d’argento agli Europei di Berlino 2018 sui 3000 siepi, è stata la prima delle atlete europee piazzandosi al quinto posto in 2h26’31”. La migliore statunitense è stata Sarah Vaughn in sesta posizione con 2h26’56”.

La quarantacinquenne Edna Kiplagat ha tagliato il traguardo al dodicesimo posto in 2h29’56”. La campionessa del mondo dei 1500 metri di Daegy 2011 Jennifer Simpson ha concluso la sua carriera al diciottesimo posto.

La gara è partita ad un ritmo conservativo. Un gruppo numeroso di 20 atlete ha raggiunto il quinto km in 18’16”, il decimo km in 35’24” e il 15 km in 45’27”. Il ritmo è cresciuto quando le atlete hanno raggiunto Brooklyn. Chepkirui è andata al comando guidando un gruppo di 21 atlete, che sono transitate al 21 km in 1h13’59”. Del gruppo facevano parte Chepkirui, la vincitrice dell’edizione del 2022 Sharon Lokedi, Vivian Cheruiyot, l’etiope Dera Dida, Eunice Chumba e le statunitensi Dakotah Popehn, Sara Vaughn e Kellyn Taylor.

Il primo momento decisivo è avvenuto lungo il Queensboro Bridge intorno al 25 km. Chepkirui ha piazzato la prima accelerazione importante della gara.

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In seguito al cambio di ritmo il gruppo di testa si è ridotto a dieci atlete (Chepkirui, Obiri, Lokedi, Teferi, Dida, Cheruiyot, Vaughn, Chumba, Lilian Partridge e Fabienne Schlumpf) al passaggio al 30 km in 1h44’47”. Cheruiyot ha preso l’iniziativa ma Obiri e Chepkirui sono riuscire a raggiungere la campionessa olimpica dei 5000 metri di Rio de Janeiro. Le uniche altre due atlete in grado di tenere testa alle tre keniane al trentaquattresimo km sono state Senbere Teferi e Eunice Chumba. Il tratto di percorso tra il 25 km e il 30 km è stato percorso in 16’52”.

Nel tratto tra il 30 e il 35 km percorso in 16’36” il gruppo si è ridotto a cinque atlete: Chepkirui, Obiri, Teferi, Cheruyiot e Chumba. Vaughn era attardata di 17 secondi in settima posizione.

Un terzetto formato da Chepkirui, Obiri e Cheruiyot ha raggiunto il 40 km in 2h17’47” dopo aver percorso lo split più veloce in 16’24” tra il 35 e il 40 km.

Chepkirui e Obiri hanno staccato di due secondi Cheruiyot e hanno iniziato un testa a testa emozionante all’interno di Central Park

Chepkirui ha lanciato lo sprint decisivo a 400 metri dalla fine prendendo 14 secondi di vantaggio su Obiri che non è riuscita a rispondere.

Per il Kenya è la sesta vittoria di fila nella gara femminile a New York.

Chepkirui ha colto la vittoria più importante della sua carriera iniziata con la medaglia d’oro sui 1500 metri ai Mondiali under 18 nel 2005.

La keniana è stata specialista dei 5000 metri e dei 10000 metri correndo primati personali da 14’54”05 e 30’45”81. Dal 2022 si è concentrata sulle corse su strada correndo i 10 km in 29’46”, la mezza maratona in 1h04’36” a Ras Al Khaimah e la maratona in 2h17’29” a Valencia nel 2022. L’anno scorso ha collezionato un quarto posto a Londra in 2h18’51” e un secondo posto a Berlino in 2h17’49”. Nell’Aprile 2024 si è piazzata al sesto posto alla Maratona di Londra in 2h19’31”. Chepkirui si allena a Kericho e segue i programmi di allenamento di Julien De Maria.

Shelia Chepkurui: “L’ultimo miglio é stato molto duro, ma ho spinto me stessa oltre i miei limiti. Sono davvero felice. Il percorso di New York è molto impegnativo ed è ricco di saliscendi, non è come Londra e Berlino. Per correre a New York serve avere molta forza. Il tempo non conta. L’obiettivo è vincere. Conosco molto bene Hellen Obiri. Ho dato il mio meglio nell’ultimo miglio. Mi sono detta che dovevo spingere al massimo negli ultimi 600 metri. Ho visto che Hellen non riusciva a reagire al mio attacco. La vittoria significa molto per me”.

Hellen Obiri ha visto sfumare il sogno di vincere per due edizioni consecutive delle maratone di New York e di Boston.

Hellen Obiri: “Sono felice della gara. Ho corso tre maratone in un anno. Sono soddisfatta di aver concluso al meglio questa stagione”

Abdi Nageeye trionfa nella gara maschile

Abdi Nageeye ha vinto per la prima volta in carriera la Maratona di New York in 2h07’39” a 35 anni, L’atleta olandese ha battuto il vincitore della Maratona di New York del 2022 Evans Chebet con uno sprint finale negli ultimi 400 metri.

Chebet ha tagliato il traguardo al secondo posto a sei secondi da Nageeye con il tempo di 2h07’45”. Il keniano Albert Korir, vincitore a New York nel 2021, ha completato il podio piazzandosi al terzo posto con 2h08’00. Tamirat Tola, vincitore alla Maratona di New York del 2023 e campione olimpico a Parigi, ha tagliato il traguardo al quarto posto in 2h08’12” davanti al due volte vincitore della Maratona di New York Geoffrey Kamworor (2h08’50”).

Tamirat Tola: “La preparazione è andata bene ma nei km finali ho sentito un affaticamento muscolare, tuttavia sono orgoglioso di aver combattuto fino alla fine. Il 2024 è stato molto positivo e non vedo l’ora della prossima stagione. Ho vinto Olimpiadi e Mondiali. Voglio inseguire un grande tempo e mi piacerebbe attaccare il record del mondo a Berlino.”

Conner Mantz è stato il primo atleta statunitense al traguardo in sesta posizione in 2h09’00” (il tempo più veloce di sempre di un atleta statunitense a New York) davanti al compagno di allenamenti Clayton Young (2h09’21”). CJ Albertson si è piazzato al decimo posto in 2h10’21.

Conner Mantz: “L’attacco di Evans Chebet mi ha stroncato. Il suo ritmo era troppo veloce per me. Speravo di correre ancora più velocemente e di avvicinare il mio record personale di 2h07’47. Quando Clayton Young mi ha ripreso nel finale, ho trovato la motivazione per riprendermi perché non volevo farmi battere dal mio compagno di allenamenti”.

Nageeye, Chebet, Korir e Tola hanno fatto parte di un gruppo di testa composto da una ventina di atleti, che è transitato al 10 km in 31’27” e al 15 km in 46’54”. Tola è andato al comando quando il gruppo di testa composto da 13 atleti ha raggiunto il passaggio di metà gara in 1h05’33”. Il gruppo degli inseguitori seguiva a tre secondi. La prima azione importante è avvenuta al 25 km quando Evans Chebet ha fatto un’accelerazione nel tratto più duro del percorso che collega il Queensboro Bridge con Manhattan.

Tola ha corso la frazione più veloce in 4’27” al 17 miglio riducendo il gruppo di testa a soli sei atleti: Chebet, Tola, Korir, Nageeye, il due volte vincitore della Maratona di New York Geoffrey Kamworor e Wesley Kiptoo. Korir è stato il primo a cedere al 32 km. Tola ha perso terreno quando Kamworor, Chebet e Nageeye hanno incrementato il ritmo.

Nageeye e Chebet hanno staccato Kamworor al 37 km lungo la Fifth Avenue.

All’ingresso in Central Park Nageeye ha corso una gara spalla a spalla con Chebet al passaggio del quarantesimo km in 2h01’10”, mentre Kamworor è stato superato da Tola e Korir.

Nageeye ha lanciato l’attacco decisivo a 400 metri dalla fine all’interno di Central Park, di fronte al quale Chebet non è riuscito a rispondere. Nageeye è stato cronometrato in 4’47” nell’ultimo miglio.

Nageeye ha vinto in carriera la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Tokyo nel 2021 e si è classificato al terzo posto a New York nel 2022. Alle Olimpiadi di Parigi si è ritirato a 5 km dalla fine quando ha capito che non aveva più la possibilità di ripetere la medaglia olimpica di tre anni prima.

Nageeye ha vinto la sua prima grande maratona in carriera nel 2022 a Rotterdam in 2h04’56” togliendo più di un minuto al precedente primato stabilito sempre a Rotterdam nel 2022. La vittoria è stata la terza su 22 maratone disputate in carriera e la prima in una World Marathon Major dopo aver disptuato 11 gare appartenenti al circuito delle World Marathon Majors. Diventa il primo atleta europeo a vincere una Major dal successo di Mo Farah a Chicago nel 2018. A New York una vittoria europea mancava dal trionfo dell’azzurro Giacomo Leone nel 1996.

Nageeye è nato il 2 Marzo 1989 a Mogadishu in Somalia ed è arrivato in Olanda a sei anni come rifugiato. Dopo aver vissuto per quattro anni in Olanda, si è trasferito in Siria e in Somalia con la sua famiglia. Successivamente Nageeye è tornato in Olanda ed è stato adottato da una famiglia olandese ad Oldebroek. Parla fluentemente in inglese, olandese, somalo, amarico e arabo. Fino al 2023 si è allenato con il tecnico Gary Lough, ma ora ora è seguito dall’olandese Louis Delahajle, che allena anche triatleti e ciclisti.

Abdi Nageeye: “Quando ho tagliato il traguardo mi sono detto: ‘Sto sognando o no ? Ho vinto a New York, Ero davvero concentrato. Ho lavorato molto per arrivare a questo successo. L’ultimo miglio è stato davvero duro. Ho dovuto spingere oltre i miei limiti. Questa vittoria significa che ho svolto un ottimo lavoro. Il ritiro alle Olimpiadi è stato una delle mie più grandi delusioni della mia carriera. Ho trascorso molte settimane a ripensare a quello che mi è successo a Parigi, ma quando sono tornato ad allenarmi ho ritrovato la forza per andare avanti. Ho usato la delusione di Parigi come motivazione. Mi sono detto: ‘ Parigi fa parte del passato. Tra due mesi ho la possibilità di fare qualcosa di grande. Conosco bene il percorso di New York e sapevo che si sarebbe decisa solo negli ultimi 10 km. Per questo è stato importante avere pazienza e aspettare il momento giusto per attaccare”

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