Il termine tempesta perfetta, indica nel campo meteorologico una situazione negativa estrema per cui, a causa di alcune situazioni di venti concomitanti, si può creare un uragano di dimensioni enormi che provoca danni estremi.
L’uso di questo termine si è però esteso in vari altri ambiti ed anche in quello sportivo, in senso positivo, quando un atleta riesce a fondere perfettamente tutta una serie di doti genetiche che lo portano ad ottenere risultati straordinari.
Uno delle principali tempeste perfette nella storia dell’atletica è stato certamente Usain Bolt, leggendario velocista giamaicano primatista del mondo dei 100 e 200 metri, che è riuscito a far coesistere al meglio il suo fisico statuario e le sue lunghissime leve, con l’indispensabile tecnica e agilità che lo hanno fatto diventare l’uomo più veloce del mondo di sempre.
C’è un giovane velocista azzurro, nato nel 1999 a Como da madre nigeriana e padre ghanese, Chituru Ali che certamente ricorda fisicamente il grande Usain, e in un momento storicamente così importante per l’Atletica Italiana e per lo sprint in particolare, grazie alle due medaglie olimpiche di 100 e staffetta 4×100, sicuramente questa somiglianza è di buon auspicio.
Ali è cresciuto ad Albate, quartiere periferico della città lombarda e ha iniziato con lo sport, giovanissimo, a soli 6 anni giocando a calcio nei pulcini dell’Albatese, fucina di talenti non solo per meriti calcistici e, visto che crescendo di statura, oggi è alto oltre 195 centimetri, ha iniziato ad avere vari infortuni, gli è stato consigliato di dedicarsi all’atletica e ha cominciato correndo corse veloci ad ostacoli.
Nei suoi anni giovanili, Chituru ha vissuto momenti agonistici altalenanti, in cui ogni tanto è stato preso da cali di motivazione, ma il suo grande talento unito a doti fisiche eccezionali hanno fatto si che, durante il lockdown del 2020, l’atleta insieme al suo allenatore Daniele Parrilli, pur in presenza di discreti risultati ottenuti sugli ostacoli in passato, abbiano deciso di puntare decisamente sulla velocità pura.
La scelta è stata molto azzeccata e Ali ha subito ottenuto, in quell’anno, buoni riscontri a cominciare dalla migliore prestazione italiana under 23 sulla distanza spuria dei 150 metri, con il crono di 15″38, e un buon personale sui 100 metri di 10″41.
Nel 2021 ha poi esordito sui 60 piani indoor, distanza certamente non ideale per la sua altezza, ma si è ben comportato, qualificandosi per gli Euroindoor di Torun dove ha ottenuto il personale di 6″68, ma poi non è riuscito a vivere una stagione all’aperto troppo lunga, in quanto fermato da una serie di infortuni che gli hanno permesso solo di migliorare di 1 centesimo, sino a 10″40, il personale sui 100 e non gli hanno consentito di fare nessuna gara sui 200 metri, il cui miglior risultato rimane il 21″27 del 2020.
Dall’autunno del 2021 si allena a Castelporziano con l’ex quattrocentista azzurro Claudio Licciardello e la prima uscita della nuova stagione, e del nuovo corso agonistico, è stata molto promettente con il personale sui 60 metri polverizzato, 6″61, un tempo che gli è valso il minimo di partecipazione per i Mondiali indoor di Belgrado.
Abbiamo voluto fargli qualche veloce domanda per conoscere il suo stato d’animo attuale e lo ringraziamo molto per la sua disponibilità.
Ciao Citru, innanzitutto come stai?
Sto bene, molto bene.
Raccontami di te, come sei arrivato all’atletica?
La pratico sin da piccolo. Ho iniziato con il calcio per divertimento, poi una volta mia madre mi fece provare questa nuova attività. Non era proprio atletica, erano una serie di percorsi che mi piacevano molto. Ho continuato fino all’adolescenza, poi ho smesso e ho ricominciato intorno al 2017/2018.
Ti aspettavi il risultato di Ancona?
Il risultato era nell’aria. Mi aspettavo di fare il minimo per i Mondiali, mi sentivo bene in allenamento e pensavo di fare bene. Ci sono stati molti errori tecnici secondo me, nella gara finale soprattutto e, in tal senso, penso di poter fare meglio nelle prossime uscite.
Cosa si prova ad essere allenato da un grande atleta come Licciardello?
Claudio è un ottimo allenatore e allenarmi con lui è davvero bello perché c’è anche un bel gruppo e un bello staff e ti senti davvero un professionista, si fanno le cose bene.
C’è un atleta a cui ti ispiri?
Un po’ fisicamente, mi ispiro a Bolt, mi assomiglia. Sulla partenza, sulla tecnica di corsa, essendo fisicamente molto simili sono cose di lui che guardo. Mi piace tanto guardare i suoi video, ma anche quelli di Asafa Powell per la sua straordinaria fluidità di corsa che mi piacerebbe poter emulare.
Come ti trovi a Roma?
Mi sto trovando molto bene soprattutto per il clima. Dove mi trovato prima faceva molto freddo. È il primo anno in cui riesco a preparare le indoor in maniera ottimale.
Quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti?
Non abbiamo ancora deciso. Forse faremo qualche gara all’estero ma non ci sono certezze. Guarderemo quali gare ci sono in Italia e se c’è qualcosa poco prima degli assoluti ci butteremo sicuramente.
I tuoi obiettivi per questo anno?
Innanzitutto trovare continuità nelle gare. Sia lo scorso anno che due anni fa non sono mai riuscito a fare più di 3-4 in stagione per problemi fisici. Quindi voglio arrivare a finire la stagione senza infortuni e riprovare in modo adeguato anche i 200 metri, oltre che naturalmente i 100.
La tua staffetta dei sogni?
Bella domanda. La staffetta dei miei sogni se si intende quella che vorrei è quella con me dentro.
Contro chi ti piacerebbe correre?
Mi piacerebbe correre contro tantissima gente. Penso che ogni gara quest’anno sarà molto stimolante e quindi con chiunque mi capiterà sarà una bella emozione e una bella sfida. Penso che tutto sarà molto divertente.