Il mito Lemaitre vuole stupire ancora

Intervista esclusiva con il grande velocista francese

Christophe Lemaitre è un velocista francese di quasi 32 anni, li compirà l’11 giugno prossimo, che è stato il primo uomo al mondo di pelle chiara ad essere riuscito ad abbattere la barriera dei 10 secondi sui 100 metri piani, salvo poi ottenere grandi risultati anche sulla distanza doppia dei 200, dove ha ottenuto la medaglia di bronzo a Giochi Olimpici di Rio disputati nel 2016.

Per Christophe quella del 2016 è stata l’ultima partecipazione di rilievo a una grandissima manifestazione internazionale visto che, ai mondiali del 2017 a Londra non riuscì a centrare la finale e che poi, non è più riuscito a partecipare a nessuna massima competizione anche perché, dopo l’importante infortunio avuto a inizio luglio 2018, non ha più avvicinato i suoi migliori crono che sono 9″92 sui 100 e 19″80 sui 200.

Parlando brevemente della sua grande carriera agonistica, ci piace ricordare come i grandi appuntamenti internazionali siano iniziati molto presto per lui e, in tal senso, lo ripensiamo appena diciannovenne sui blocchi di partenza dei mondiali di Berlino nel 2009, quando fu eliminato nei quarti di finale dei 100 metri da una falsa partenza che gli impedì di entrare in una semifinale ampiamente alla sua portata.

I 100 metri, in ogni caso, hanno inizialmente segnato la sua carriera, poiché il 9 luglio 2010, a solo vent’anni, corse in 9″98 a Valence nel corso dei campionati assoluti francesi, divenendo appunto il primo uomo bianco nella storia a scendere sotto i 10″, e stabilendo anche il nuovo record francese sulla distanza.

Il 2010 fu uno dei due anni magici della sua carriera: tra fine luglio e inizio di agosto, infatti, vinse ai Campionati Europei di Barcellona, sia i 100 che i 200 metri e poi conquistò anche l’oro nella staffetta 4×100 metri.

Infine il 29 agosto, a Rieti, in quello che un tempo era il meeting dei record, corse la batteria in 9″98 e poi la finale in 9″97, migliorando ancora il suo primato francese e andando per la terza volta, nell’anno, sotto i 10 netti.

Anche il 2011 fu un anno straordinario per Christophe in quanto riuscì, a soli 21 anni, nell’impresa di correre altre tre volte sotto i 10″: 9″96 a Montreuil, 9″95 a Stoccolma e infine, 9″92 ad Albi, crono che rimane tuttora il suo personale e che vale, di fatto, il record del mondo da parte di un atleta di pelle chiara.

Straordinaria, però, anche la sua partecipazione ai Campionati del mondo di Taegu, di fine agosto, dove arrivò quarto, con 10″19 (-1.4 di vento) nella finale dei 100 metri orfana di Usain Bolt squalificato per una famosa falsa partenza, mentre invece conquistò un fantastico bronzo in quella dei 200 metri, correndo in 19″80, suo attuale primato personale e francese, proprio dietro a Bolt e a Walter Dix.

Dopo il 2011, Christophe pur non mantenendo gli altissimi standard di prestazioni che avevano contraddistinto i suoi due anni magici, ha comunque ottenuto sino al 2016 ottimi risultati, sia cronometrici che di piazzamento, quale il 19″91 nei 200 a Londra in un meeting nel 2012, un bronzo sempre nella capitale inglese, nella staffetta 4×100 delle Olimpiadi e, soprattutto l’ultima grande impresa della sua carriera rappresentata dal terzo posto, nei 200 metri, alle Olimpiadi di Rio 2016.

Da ricordare anche l’oro nei 100 metri agli Europei di Helsinki nel 2012 e l’argento, sia nei 100 che nei 200, ai campionati Europei di Zurigo 2014.

Per il resto, mai più sotto i 10″, dove ricordiamo essere sceso ben 6 volte, e tante stagioni costellate anche da vari problemi fisici che ne hanno inevitabilmente condizionato il rendimento.

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Per SprintNews.it un onore e una grande emozione poterlo intervistare e di questo gliene siamo estremamente grati.

Ciao Christophe, prima di tutto come stai?

Sto bene e anche gli allenamenti stanno andando bene.

In Italia sei molto apprezzato ma forse pochi sanno come e quando hai cominciato a fare atletica. Puoi raccontarmi dei tuoi inizi?

Ho cominciato a 15 anni, nel 2005. Stavo cercando uno sport di velocità perché mi era stato consigliato dal mio insegnante di educazione fisica. Mia madre mi ha portato a una festa degli sport dove le squadre locali stavano facendo una gara sui 50m. Ho provato la distanza due volte e il coach mi ha detto di provare a fare velocità perché avevo del potenziale.

Quando hai capito che saresti potuto diventare un campione?

L’ho capito a Barcellona nel 2010 quando sono diventato Campione Europeo per tre volte. È stato in quel momento che ho capito che avevo il potenziale per eccellere nello sport.

Qual è il tuo miglior ricordo nell’atletica?

Sicuramente la medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Rio nel 2016, dopo diverse stagioni compromesse da infortuni.

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Qual è l’atleta contro cui ti è più piaciuto correre e c’è qualcuno contro cui lo avresti voluto fare?

Sono stato molto felice di gareggiare contro Usain Bolt perché era il migliore al mondo e ho amato battermi contro di lui. Dopo di lui mi è sempre piaciuto competere contro i migliori al mondo nei meeting. Sono stato fortunato perché ho avuto una lunga carriera che mi ha permesso di scontrarmi con tanti atleti.

Ci sono molti nuovi velocisti che stanno ottenendo risultati impressionanti. Cosa ne pensi? Credi che qualcuno riuscirà a battere i record di Bolt nei prossimi anni?

Penso che, quantomeno sui 200, potrebbe superarli Erriyon Knighton perché ha battuto il record del mondo junior di Usain e quindi si può pensare che abbia il potenziale per farlo, ma bisognerà vedere se continuerà a migliorare oppure no. Ho visto molti giovani velocisti emergere e, sfortunatamente, sparire dopo 2-3 stagioni.

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Hai avuto degli straordinari risultati da giovane, anche con grande continuità ma poi, dopo il terzo posto sui 200 metri a Rio, hai avuto a soli 26 anni un calo leggero ma costante, e non sei più riuscito a tornare ai tuoi migliori livelli.
Pensi in qualche modo che questo possa essere imputabile al fatto che hai gareggiato troppo nei primi anni della tua carriera e che il tuo fisico possa essersi in qualche modo logorato troppo presto?

Sfortunatamente molti infortuni hanno interrotto la mia preparazione ogni stagione e questo è accaduto perché il mio allenamento non era sufficientemente adatto alle mie necessità sia tecniche che fisiche.

A giugno compirai 32 anni e tornare a certi livelli competitivi diventa sempre più difficile. Pensi di poter puntare ancora a qualcosa di importante, a una finale mondiale quantomeno e se si su quale disciplina ti stai maggiormente concentrando, i 100 o i 200?

Penso di poter essere competitivo. Non so se sarò in grado di raggiungere una finale mondiale ma è il mio obbiettivo. Ma se così fosse, punterò più sui 200 che sui 100 metri. Per questo mi sto focalizzando più su quella distanza.

Ho letto su qualche sito francese che stai lavorando in maniera diversa quest’anno, quali sono le novità che hai realmente introdotto?

Questo anno sto lavorando in modo molto specifico sul potenziamento della parte superiore del corpo e poi sto facendo una grande lavoro tecnico per allungare il passo che ho perso, oltre a tantissimi esercizi di controllo motorio per la mobilità.

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