Il meeting Weltklasse di Zurigo, il primo della Wanda Diamond League dopo i Mondiali di Budapest, è stato contrassegnato da risultati tecnici inferiori alle attese, anche per la serata abbastanza fredda, e da qualche sorpresa che non è certo avvenuta nella gara del salto con l’asta dove, il Re indiscusso della specialità, lo svedese Armand Duplantis, ha vinto senza problemi superando per l’ennesima volta nella sua pur giovane carriera la misura di 6,00 metri, esatti nella circostanza, per poi fallire tre tentativi di nuovo primato del mondo a 6.23, mentre dietro di lui si è molto ben comportato lo statunitense Sam Kendricks salito a quota 5.95, il quale è stato campione iridato a Doha 2019 ma era assente a Budapest per non aver superato i Trials.
Nelle attese prove di velocità, nessun crono eclatante, a cominciare con la campionessa del mondo dei 100 donne, la statunitense Sha’Carri Richardson, che ha prevalso senza problemi in 10″88 di fronte a un parterre che non comprendeva le altre migliori velociste dell’anno, con la giamaicana Natasha Morrison e la sua connazionale campionessa olimpica Elaine Thompson-Herah, rispettivamente al secondo e terzo posto con lo stesso crono di 11″00.
Senza rivali anche l’oro iridato dei 200 metri donne, l’altra giamaicana Shericka Jackson, vittoriosa in 21″82 con un vantaggio netto sulla britannica Daryll Neita, seconda con 22″25, mentre nel mezzo giro di pista al maschile ha dovuto impegnarsi fino al traguardo il tre volte campione in Ungheria, lo statunitense Noah Lyles, che ha mantenuto a fatica l’imbattibilità che dura da due anni sulla distanza, con 19″80, davanti al connazionale Erriyon Knighton secondo in 19″87 e al britannico Zharnel Hughes terzo in 19″94.
Sorpresa nei 400 ostacoli con l’argento mondiale Kyron McMaster delle Isole Vergini Britanniche, il quale ha inflitto il primo ko stagionale al fenomeno norvegese Karsten Warholm, il primo con il crono di 47″27 contro il 47″30, ad invertire l’ordine di arrivo della finale iridata della scorsa settimana a Budapest, mentre al terzo posto si è classificato il brasiliano Alison dos Santos con 47″62.
Gli azzurri impegnati
Nella prima gara dopo l’oro mondiale, Gianmarco Tamberi detentore negli ultimi 2 anni del Trofeo, ma che quest’anno non parteciperà alle finali in programma a Eugene, si è piazzato al quarto posto nel salto in alto con la misura di 2,28 superata al terzo tentativo, in una serata per lui non brillantissima, mentre invece lo è stata per il qatarino Mutaz Barshim, bronzo iridato, che ha vinto con 2,35 per poi fallire due prove a 2.37 e una a 2.40, davanti al 2,33 del neozelandese Hamish Kerr, rimasto fuori dalla finale di Budapest, e al 2,31 del coreano Woo Sang-hyeok.
Nel salto triplo femminile le due azzurre finaliste ai Mondiali si sono confermate sopra i quattordici metri, con la migliore di loro che è stata Dariya Derkach, settima con 14.18 mentre in ottava posizione ha chiuso Ottavia Cestonaro con 14.11, nella gara vinta dalla campionessa olimpica e mondiale Yulimar Rojas con 15.15 davanti alla giamaicana Shanieka Ricketts con 14,78 e alla cubana Liadagmis Povea con 14,73.
Veramente poco brillante, invece, il giovanissimo talento azzurro Mattia Furlani, evidentemente stanco e molto scarico mentalmente alla fine di una stagione che gli ha regalato tantissimo, che non è andato oltre i 7,53 per l’ultimo posto nella competizione vinta, ancora una volta all’ultimo salto, dal fenomeno greco Miltiadis Tentoglu con 8,20.
In due gare non valide per il trofeo del Diamante, nei 400 metri buon secondo posto per il primatista italiano Davide Re con 45″49 preceduto soltanto dal 45″28 del norvegese Havard Ingvaldsen, sesto alla rassegna iridata, mentre è stato quinto nei 110 ostacoli Lorenzo Simonelli che ha colpito l’ultima barriera e si è sbilanciato, chiudendo in 13″60 nella gara dominata dallo svizzero Jason Joseph con il record nazionale di 13″08.
Gli altri principali risultati
Al fotofinish i 1500 con lo statunitense Yared Nuguse in 3’30″49 nei confronti dell’iridato Josh Kerr secondo con 3’30″51, mentre è stata netta l’affermazione dell’altra scozzese Laura Muir negli 800 con 1’57″71 e dell’etiope Yomif Kejelcha in 12’46″91 sui 5000 metri.
Duello spalla a spalla tra le prime due dei Mondiali nei 3000 siepi, ma primeggia ancora Winfred Yavi del Bahrain in 9’03″19 su Beatrice Chepkoech seconda in 9’03″70, mentre terza è stata la connazionale keniana Faith Cherotich in 9’07″59, e si è migliorata l’albanese campionessa europea Luiza Gega con 9’09″64.
Anche nei 100 ostacoli conferma dell’iridata giamaicana Danielle Williams in 12″54 al contrario che nel lancio del giavellotto maschile, dove l’indiano Neeraj Chopra, campione olimpico e mondiale, ha chiuso al secondo posto con 85,71 dietro al ceco Jakub Vadlejch, autore di un lancio a 85,86.
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