Mancano solo due giorni al grande inizio della Diamond League 2023, il più prestigioso circuito di meeting mondiali di atletica, che si aprirà in Qatar nella capitale Doha per poi proseguire in altre dodici date che metteranno in palio i punti per la finale di Eugene, in Oregon il 16 e 17 settembre, con l’appuntamento italiano fissato per il 2 giugno allo stadio Ridolfi di Firenze, che sarà la 43esima edizione del classico Golden Gala, da un decennio intitolato all’indimenticato Pietro Mennea scomparso nel marzo del 2013.

L’impianto che ospiterà le gare di venerdì 5 maggio non sarà, come di consueto per le gare del Diamante, lo stadio Khalifa che ospitò il Mondiale del 2019 ma il più raccolto Qatar Sports Club, pronto ad accogliere le sfide tra quindici campioni olimpici e mondiali, tra cui la stella di casa Mutaz Barshim nel salto in alto.

In tale prestigioso contesto inaugurale saranno tre gli italiani in gara, e ben due nella stessa gara del salto triplo maschile, il neo italiano Andy Diaz che avrà contro l’altro azzurro Emmanuel Ihemeje, mentre nel salto con l’asta femminile sarà in pedana la primatista nazionale Roberta Bruni.

Per Diaz, vincitore del Trofeo del Diamante nella sua specialista l’anno scorso a Bruxelles con il personale di 17.70, sarà una gara particolare essendo la prima dopo l’acquisizione della cittadinanza italiana e sarà molto interessante la sfida con il suo futuro compagno di nazionale, Ihemeje reduce da un brillante esordio stagionale all’aperto negli States con il personale di 17.29, ottenuto a Walnut, che lo pone per ora quale leader mondiale stagionale.

Per i due azzurri, in ogni caso, avversari di primissimo livello a partire dal campione olimpico, mondiale ed europeo, il portoghese Pedro Pichardo, poi il primatista indoor e vice campione del mondo Hugues Fabrice Zango del Burkina Faso, il veterano statunitense Christian Taylor, senza dimenticare il cinese bronzo iridato Zhu Yaming e il cubano oro mondiale indoor Lazaro Martinez.

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Nel gara del salto con l’asta femminile anche per Bruni avversarie molto impegnative, dovendo affrontare le prime sei classificate dei Mondiali di Eugene a partire dalle statunitensi Katie Moon e Sandi Morris, e poi l’australiana Nina Kennedy, la slovena Tina Sutej, la greca Katerina Stefanidi e la finlandese Wilma Murto, ma allo stesso tempo l’intero podio degli Europei di Monaco di Baviera composto dalle già citate Murto, Stefanidi, Sutej.

Di fatto è una finale iridata per l’azzurra subito contro le più forti a meno di quattro mesi dai Mondiali di Budapest. Nella stagione al coperto la saltatrice è tornata a migliorare dopo dieci anni esatti il primato italiano indoor (4,62) che detiene dal 2013 e purtroppo non ha trovato la migliore delle giornate agli Europei in sala di Istanbul, concludendo la finale all’ottavo posto con 4,25.

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I principali protagonisti mondiali attesi nelle altre gare

Grande attesa per la super-sfida nei 200 metri con almeno quattro velocisti di assoluto valore quale l’oro mondiale dei 100, lo statunitense Fred Kerley, il suo connazionale campione mondiale dei 400 Michael Norman, l’oro olimpico dei 200 il canadese Andre De Grasse, ma anche l’altro atleta degli USA, il vice campione mondiale e olimpico dei 200 Kenny Bednarek.

Tra le donne, il duello dei 100 metri è tra la regina iridata dei 200 la giamaicana Shericka Jackson e la statunitense Sha’Carri Richardson, già capace di correre in stagione a 10″57 ventoso (+4.1).

Nel mezzofondo a spiccare è la keniana oro olimpico e mondiale Faith Kipyegon che sarà impegnata nei 1500 metri, annunciata anche per il Golden Gala di Firenze, mentre al maschile vanno seguiti i 3000 con il marocchino olimpionico delle siepi Soufiane El Bakkali, l’etiope oro di Tokyo dei 10.000 Selemon Barega e l’altro etiope primatista del mondo indoor Lamecha Girma.

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