La super giornata scandinava con Warholm e Duplantis

L'approfondimento e le interviste del quinto atto di atletica olimpica

Karsten Warholm ha demolito di 76 centesimi di secondo il suo record del mondo dei 400 metri ostacoli con un sensazionale 45″94 nella più grande gara della storia non solo di questa specialità ma forse di tutta l’atletica.

E’ un primato incredibile che entra di diritto nei libri di storia del nostro sport e può stare alla pari con i record di Usain Bolt nella velocità.

Abbiamo ormai esaurito tutti gli aggettivi per definire le prestazioni di Warholm. Il campione norvegese ha completato in pochi anni il Grande Slam vincendo due ori mondiali a Londra 2017 e Doha 2019, il titolo europeo di Berlino 2018 e ora l’oro olimpico.

Un mese fa Warholm aveva battuto il leggendario primato mondiale di Kevin Young correndo in 46”70 sulla pista di casa del Bislett Stadium di Oslo in occasione della tappa norvegese della Wanda Diamond League. Young deteneva il precedente record con 46”78 dal giorno della finale olimpica di Barcellona 1992.

C’era molta attesa per la finale dei 400 ostacoli che prometteva di essere la gara copertina dell’Olimpiade giapponese ma il livello della finale ha persino superato le aspettative degli appassionati, perché scendere sotto i 46 secondi è di per sé una buona prestazione sui 400 piani.

Per fare un paragone Edoardo Scotti ha vinto il titolo italiano sui 400 metri a Rovereto in 46”13.

Karsten si è strappato la maglietta come l’incredibile Hulk con un atteggiamento più simile ad un ragazzo dal temperamento latino piuttosto che un freddo scandinavo. Il norvegese è una persona di straordinaria semplicità fuori dalla pista. In una recente intervista ha raccontato di essersi dedicato alla sua passione per il lego e di aver fatto numerose costruzioni durante i giorni del lockdown

Karsten Warholm: “E’ un record pazzesco. E’ di gran lunga il più grande momento della mia vita. Mi alleno come un maniaco e dedico tutto il mio tempo a questo. Devo trovare nuovi obiettivi. Ho vinto tutto, Olimpiadi, Mondiali ed Europei e detengo i primati mondiali ed europei. Tutti parlano del titolo olimpico. Sapevo che sarebbe stata la gara più dura della mia vita, ma ero pronto”.

Raj Benjamin, figlio di un grande campione di cricket delle West Indies, ha dato vita ad un testa a testa sul rettilineo finale con Warholm vincendo l’argento in un altrettanto strepitoso 46”17, secondo crono della storia davanti ai precedenti record di Warholm e Young. L’ostacolista allenato da Quincy Watts aveva già corso in 46”83 ai Trials di Eugene.

Raj Benjamin: “Non penso che il 9”58 di Usain Bolt sui 100 metri sia molto meglio di questo record. Ho lavorato duramente tutto l’anno. Ho vinto una medaglia, mi brucia aver perso. Il prossimo tornerò ancora più forte. Ho fatto qualche errore che mi è costato qualcosa ma cercherò di risolverli”.

Il brasiliano Alison Dos Santos ha vinto la medaglia di bronzo in 46”72 diventando il terzo di sempre davanti a Kevin Young.

Alison Dos Santos: “Vogliamo correre sempre più velocemente, Vogliamo fare sempre meglio. E’ davvero fenomenale. Se Warholm scende sotto i 46 secondi, posso farcela anch’io”.

Il portacolori delle Isole Vergini Britanniche Kyron McMaster ha demolito il suo record nazionale con 47”08 battendo Abderrahmane Samba, che ha fermato il cronometro in 47”12, un tempo che avrebbe permesso di vincere tutte le edizioni delle Olimpiadi tranne quella di Barcellona 1992.

Non è finita qui perché Yasmani Copello ha eguagliato il suo record turco con 47”81. Rasmus Magi ha migliorato il record estone con 48”11. Il campione europeo under 23 Alessandro Siibilio si è battuto alla grande correndo ancora in un ottimo 48”72 dopo il 47”93 realizzato in semifinale.

Alessandro Sibilio: “Abbiamo visto una delle gare più veloci della storia. Quello di Warholm è un tempo da semifinale mondiale sui 400 metri senza ostacoli. Mostruoso Warholm, dietro ci sono altri atleti eccezionali come Benjamin e Dos Santos. Da parte mia, forse troppa emozione.

Ho spinto in semifinale. Ho dato tutto per entrare in questa finale. Oggi ho provato a stare insieme agli altri fino al quinto ostacolo. Uno sforzo che poi ho pagato nella seconda parte di gara. E’ stato un vero miracolo entrare nei primi otto. Ora me la godo, ma non è ancora finita.

C’è una staffetta 4×400 che lotta per qualcosa di davvero importante. C’è un muro da abbattere che dura da tantissimi anni (il record italiano della staffetta 4×400). Non ho ancora capito cosa sia successo in questo 2021 magico. Lo capirò più avanti. L’anno scorso correvo intorno ai 50 secondi ed esultavo all’arrivo. Ora corro in 47”93 e me la gioco con i migliori”.

Karsten Warholm (foto Colombo/FIDAL)
Karsten Warholm (foto Colombo/FIDAL)

Finale asta maschile

Nella magica giornata degli scandinavi Armand “Mondo” Duplantis ha vinto il primo oro olimpico della sua carriera superando 6.02m. Nella storia delle Olimpiadi soltanto il brasiliano Thiago Braz Da Silva ha fatto meglio vincendo le precedenti Olimpiadi di Rio de Janeiro stabilendo il primato olimpico e il record sudamericano con 6.03m.

Duplantis ha superato 5.55m, 5.80m, 5.92m, 5.97m e 6.02m sempre al primo tentativo. Il ventunenne svedese è stato sotto pressione solo quando lo statunitense Christopher Nilsen ha superato 5.97m al primo tentativo. Nilsen, che aveva battuto Duplantis ai Campionati NCAA del 2019, ha commesso tre errori a 6.02m. Con la medaglia d’oro ormai in tasca Mondo ha mancato di nulla due tentativi alla misura del primato del mondo di 6.19m. Nella prima prova aveva superato la misura ma l’asticella è caduta dopo alcuni secondi.

Nilsen ha superato 5.87m al primo tentativo prima di valicare l’asticella a 5.92m e 5.97m sempre alla prima prova. Il brasiliano Thiago Braz Da Silva ha vinto la medaglia di bronzo con 5.87m tornando sul podio olimpico dopo il trionfo di Rio.

Il giovane greco Emmanouil Karalis e lo statunitense KC Lightfoot hanno condiviso il quarto posto con 5.80m. Piotr Lisek e Il primatista britannico Henry Coppell hanno superato la stessa misura di 5.80m con più errori Renaud Lavillenie, non al meglio per un infortunio alla caviglia subito qualche settimana fa. Ha superato 5.70m ma non è andato oltre questa misura dopo che il problema fisico si è riacutizzato in finale.

Armand Duplantis: “Il primato del mondo sarebbe stato bello e ho avuto la sensazione di esserci andato vicino ma ho vinto le Olimpiadi e non posso lamentarmi troppo. E’ una sensazione quasi surreale. Da quando ero bambino amo questo sport e ho sempre pensato che mi avrebbe portato a gareggiare in posti fantastici. Questo sport mi ha dato molto”.

Finale 200 metri femminili

Elaine Thompson Herah ha centrato la seconda doppietta olimpica consecutiva dopo Rio de Janeiro 2016 vincendo la finale dei 200 metri femminili in 21”53.

La giamaicana è diventata la seconda sprinter al mondo di sempre dopo Florence Griffith Joyner, che vinse le Olimpiadi di Seul 1988 in 21”34. La vincitrice dei 100 metri ha migliorato il record giamaicano stabilito nel lontano 1991 da Merlene Ottey, che realizzò 21”64 a Bruxelles.

Elaine Thomson Herah: “Ho battuto di nuovo il record personale. Onestamente sono molto stanca. Le mie gambe hanno bisogno di riposo. Ho avuto una settimana faticosa. Non ho dormito dopo i 100 metri”.

Christina Mboma ha riportato la Namibia sul podio olimpico dello sprint 25 anni dopo l’argento sui 100 e sui 200 metri di Frankie Fredericks ad Atlanta 1996. Mboma ha realizzato il terzo record mondiale under 20 in due giorni fermando il cronometro in 21”81.

La vincitrice del Trials statunitensi Gabby Thomas ha completato un podio straordinario con 21”87 battendo Shelly Fraser Pryce, fuori da podio malgrado un eccellente 21”94. Di grande livello anche Marie Josée Ta Lou (22”27), l’altra namibiana Beatrice Masilingi (22”27) e Mujinga Kambundji (22”30, a soli quattro centesimi di secondo dal suo record nazionale di 22”26 stabilito sia in batteria sia in semifinale).

Christina Mboma: “Sono le mie prime Olimpiadi. Sono venuta qui per fare esperienza, ma ho fatto meglio di quanto mi aspettassi. Sono felice per la mia performance. Sono orgogliosa di me stessa. In passato diventavo nervosa ogni volta che gareggiavo con le migliori velociste al mondo.”

Elaine Thompson Herah (foto Colombo/FIDAL)
Elaine Thompson Herah (foto Colombo/FIDAL)

Finale 800 metri femminili

Due ragazze nate nel 2002 ancora appartenenti alla categoria juniores sono salite sui primi due gradini del podio olimpico degli 800 metri. La diciannovenne Athing Mu ha conquistato il primo oro importante della sua carriera in un formidabile record statunitense di 1’55”21. Mu è la più giovane campionessa olimpica dal 2008 quando vinse la diciottenne keniana Pamela Jelimo.

La coetanea Keely Hodgkinson ha vinto l’argento olimpico battendo il record britannico assoluto della grande Kelly Holmes (campionessa olimpica degli 800 e dei 1500 metri di Atene 2004) e il primato europeo under 20 con 1’55”88 alcuni mesi dopo la medaglia d’oro agli Europei Indoor di Torun.

Hodgkinson studia criminologia all’Università e vive a Wigan. E’ allenata da Trevor Painter, marito dell’ex ottocentista Jenny Meadows. Al via erano presenti tre ottocentiste britanniche a dimostrazione dell’eccellente livello del mezzofondo britannico.

La statunitense Raevyn Rogers ha compiuto una rimonta pazzesca dalla penultima posizione all’ingesso del rettilineo finale che le ha permesso di vincere la medaglia di bronzo con 1’56”81 davanti alla britannica Jemma Reekie (1’56”90). Tutte le finaliste sono scese sotto i 2 minuti.

La cinese Chunyu Wang si è classificata al quinto posto in 1’57”00 davanti all’etiope Habitam Alemu (1’57”56), alla britannica Alexandra Bell (1’57”66) e alla giamaicana Natoya Goule (1’58”26).

Athing Mu: “Sono soddisfatta. Sono venuta qui e ho fatto ciò che dovevo fare. Il mio obiettivo era vincere una medaglia. Sapevo che ara possibile e non sono sorpresa. Sto raggiungendo risultati pazzeschi. Vincere la medaglia d’oro alle Olimpiadi è straordinario. Ora punto a battere il record del mondo degli 800 metri”.

Keely Hodgkinson: “Sono ancora sorpresa per il tempo. E’ straordinario passare dal titolo europeo indoor a battere il record britannico sul palcoscenico più importante del mondo”.

Athing Mu (foto Colombo/FIDAL)
Athing Mu (foto Colombo/FIDAL)

Finale del salto in lungo femminile

La tedesca Malaika Mihambo ha completo il “Grande Slam” vincendo il titolo olimpico con 7.00m all’ultimo salto a sua disposizione dopo i trionfi agli Europei di Berlino 2018 e ai Mondiali di Doha 2019.

La nigeriana Ese Brume si è portata in testa con 6.97m al primo tentativo. La campionessa olimpica di Londra 2012 Brittney Reese ha eguagliato questa misura alla terza prova.

Malaika Mihambo ha saltato 6.83m e 6.95 al primo e terzo tentativo salendo in zona medaglie. La tedesca originaria di Zanzibar ha realizzato il salto della vittoria di 7.00m.

Malaika Mihambo: “Significa molto per me. L’anno scorso non è stato facile per me. Ho fatto molta fatica con la rincorsa. Ho avuto delle difficoltà a tornare ai miei migliori livelli e a ritrovare la mia migliore rincorsa.

Sono davvero grata e felice di aver gareggiato ai miei migliori livelli e di aver vinto la medaglia d’oro. Sapevo di avere nelle gambe una misura migliore di 6.95m e volevo uscire dalla stadio con un sorriso, sapendo di aver dato tutto. Avevo fiducia in me stessa e nelle mie capacità”.

Malaika Mihambo (foto Colombo/FIDAL)
Malaika Mihambo (foto Colombo/FIDAL)

Brume ha provato a rispondere con un salto da 6.90m ma si è dovuta accontentare del terzo posto con la stessa misura di Reese, che ha fatto registrare la seconda miglior misura (6.95m contro 6.88m).

Reese ha vinto 11 medaglie olimpiche o mondiali (otto delle quali d’oro). Ivana Spanovic si è piazzata al quarto posto con 6.91m precedendo l’ucraina Maryna Beck Romanchuk (6.88m), la giovane statunitense Tara Davis (6.84m), l’australiana Brooke Stratton (6.84m) e la britannica Jazmin Sawyers (6.80m).

Brittney Reese: “E’ stata una grande sensazione. Ho avuto una grande carriera. Pratico il salto in lungo da 13 anni e non posso lamentarmi di finire la carriera con un argento. E’ stata una grande gara vinta per pochi centimetri. Ho vinto 11 medaglie. Volevo partecipare alla mia quarta Olimpiade. Ho vinto tre medaglie su quattro edizioni. Non posso essere delusa”.

Finale lancio del martello femminile

Anita Wlodarczyk è diventata la prima donna a vincere tre medaglie d’oro olimpiche di fila. La polacca ha preso la testa della gara con un lancio da 77.44m al terzo tentativo e si è migliorata realizzando il lancio della vittoria con 78.48m.

La cinese Zheng Wang si è portata al secondo posto con 77.03m all’ultimo tentativo superando la polacca Malwna Kopron, terza con un lancio da 75.43m al quinto tentativo. Tre lanciatrici hanno prodotto misure oltre i 74 metri: la francese Alexandra Tavernier (74.41m), la canadese Camryn Rogers (74.35m) e la romena Bianca Florentina Ghelber (74.13m).

La campionessa mondiale DeAnna Price, infortunata ad un piede dai Trials statunitensi, non è andata oltre l’ottava posizione con 73.09m. L’azzurra Sara Fantini si è classificata dodicesima con 69.10 al secondo tentativo 25 anni dopo la finale raggiunta da suo padre Corrado Fantini ad Atlanta 1996.

Anita Wlodarczyk: “Ho ottime sensazioni. Speravo di diventare la regina del lancio del martello. Sono rimasta infortunata ma sono tornata in tempo per vincere l’oro”.

Sara Fantini: “Sono felice di aver raggiunto la finale. Era il sogno di una vita. Tre lanci comunque buoni, che non rispecchiano il mio valore.”

Semifinali 200 metri maschili

Il bronzo olimpico dei 100 metri André De Grasse ha realizzato il miglior tempo delle semifinali dei 200m e il record canadese con uno straordinario 19”73 battendo Kenny Bednarek, secondo con 19”83.

Noah Lyles ha rallentato nel finale correndo qualche rischio perché è stato superato nei metri finali dal canadese Aaron Brown e dal liberiano Joseph Fahnbulleh (campione NCAA nel 2021) e si è qualificato solo per ripescaggio.

Tutti e tre hanno fermato il cronometro in 19”99. Il fenomenale diciassettenne Erryion Knighton ha vinto agevolmente l’altra semifinale in 20”02 battendo il giamaicano Rasheed Dwyer (20”13).

Nella stessa semifinale Eseosa Desalu è stato eliminato con 20”43 dopo aver corso in un ottimo 20”29 in batteria. L’allievo di Sebastian Bacchieri ha ammesso di aver sentito un crampo dopo la batteria.

Batterie 110 ostacoli maschili

Il campione mondiale Grant Holloway ha dominato la batteria in un eccellente 13”02 senza forzare battendo il giamaicano Hansle Parchment (13”23). Gli altri tempi più veloci sono stati realizzati dall’altro giamaicano Ronald Levy (13”17) e dallo statunitense Devon Allen (13”21).

Paolo Dal Molin si è qualificato per la semifinale con 13”44 grazie al quarto posto nella sua batteria dietro a Allen, Pascal Martino Lagarde (13”37) e dal giapponese Taio Kanai (13”41).

Qualificazioni del salto triplo maschile

Il campione europeo indoor Pedro Pablo Pichardo ha realizzato la straordinaria misura di 17.71 nelle qualificazioni.

Per la finale si sono qualificati anche i due azzurri il piacentino Andrea Dallavalle con 16.99m e il bergamasco Emmanuel Ihemeje con 16.88m. Tobia Bocchi è stato il primo degli esclusi dalla finale con 16.78m (tredicesima misura).

Tra i migliori qualificati ci sono il turco Necati Er con 17.13m, il cinese Christian Napoles (17.08m), l’algerino Yesser Tricki (17.05m) e lo statunitense Donald Scott (17.01m). Fabrice Zango ha rischiato molto ma si è qualificato con la dodicesima misura di 16.83m.

Batterie 400 metri femminili

La portacolori della Repubblica Dominicana Marileidy Paulino ha realizzato il miglior tempo delle batterie con un ottimo 50”06. Shaunae Miller Uibo e Allyson Felix hanno vinto le loro batterie rispettivamente in 50”50 e in 50”84.

Qualificazioni del getto del peso maschile

Il campione olimpico in carica Ryan Crouser ha realizzato la miglior misura delle qualificazioni con 22.05m. Tra i qualificati alla finale ci sarà anche l’azzurro Zane Weir, che ha migliorato il personale con 21.25m.

Leonardo Fabbri non ha passato il turno dopo aver realizzato la quattordicesima misura di 20.80m. Fuori dalla finale anche l’altro azzurro Nick Ponzio, a cui non basta la misura di 20.28m.

Gli altri qualificati più importanti sono stati Tom Walsh (21.49m),Mesud Pezer (21.33m), Darlan Romani (21.31m) e Mostafà Hassan (21.23m). Eliminato anche il campione europeo Michal Haratyn.

Zane Weir (foto Colombo/FIDAL)
Zane Weir (foto Colombo/FIDAL)

Batterie 5000 metri maschili

Yeman Crippa è stato eliminato, quindicesimo nella batteria dei 5000 metri in 13’47”12. Mohamed Katir ha realizzato il miglior tempo assoluto con 13’30”10.

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