Elaine Thompson Herah ha scritto un’altra pagina memorabile nella storia dello sprint mondiale, vincendo in 10″61 il secondo titolo olimpico consecutivo sui 100 metri, e il terzo della sua carriera considerando anche la vittoria sul 200 metri a Rio de Janeiro 2016.
La ventinovenne originaria di Banana Ground nella Manchester Parish ha migliorato di un centesimo di secondo il primato delle Olimpiadi togliendolo a Florence Griffith Joyner, che corse in 10”62 alle Olimpiadi di Seul 1988.
Tutte le tre medagliate sono giamaicane come accadde in un’altra Olimpiade su suolo asiatico quando una giovane Shelly Ann Fraser trionfò in 10”76 a Pechino nel 2006. Fraser (ora sposata con Jason Pryce) è salita ancora sul podio a 34 anni con uno straordinario 10”74 battendo la connazionale Shericka Jackson, che ha vinto un’altra medaglia olimpica con il personale di 10”76 cinque anni dopo il bronzo sui 400 metri dietro a Shaunae Miller Uibo e a Allyson Felix a Rio de Janeiro.
Fraser Pryce ha arricchito la sua bacheca che annovera già due medaglie d’oro nel 100m a Pechino 2008 e Londra 2012, il bronzo sui 100m a Rio 2016 e gli argenti sui 200m e nella staffetta 4×100 a Londra 2012 nelle sue tre precedenti partecipazioni alle Olimpiadi.
Elaine Thompson Herah: “Non riesco a trovare le parole. Ho gridato a voce alta perché ero davvero felice. Ho avuto molti infortuni. Sono grata di essere riuscita a tornare in pista per difendere il titolo.
Sapevo di avere nelle gambe il record olimpico, ma ho avuto alti e bassi con gli infortuni, ma ho saputo tenere la fiducia. Penso che avrei potuto correre più velocemente se non avessi celebrato prima della linea del traguardo. Volevo dimostrare che ho ancora molti margini di miglioramento. Spero un giorno di poter sfruttare tutto il mio potenziale”.
Shelly Ann Fraser Pryce: “L’obiettivo di ogni atleta è vincere sempre ma oggi non è successo, ma sono grata di aver corso la finale e di aver vinto una medaglia nella mia quarta Olimpiade”.
La tripletta giamaicana ha scatenato la grande festa a Kingston dove sarà risuonata la musica di Bob Marley che accompagna ogni trionfo degli atleti dei Caraibi. Ci sarà molto da festeggiare anche a Lignano Sabbiadoro, dove Elaine Thompson si allena da anni e ha vinto i 100 metri nell’ultima edizione del Meeting Sport e Solidarietà.
Elaine è nata il 28 Giugno 1992 ed è cresciuta con la nonna fin da quando aveva sette anni. Ha avuto un’infanzia difficile in una regione povera della Giamaica e quanto sotto quel che lei racconta in merito.
“Mia nonna mi ha fatto da madre. E’ una figura speciale per la mia vita. A Banana Ground vivevo in campagna. Ricordo che mia nonna mi mandava a fare la spesa in uno dei pochi negozi della zona, che distava da casa un centinaio di metri. Ci andavo di corsa ed è così che ho iniziato a praticare lo sport”.
Marie Josée Ta Lou, la più veloce delle batterie con il record africano di 10”78 stabilito in batteria, si è piazzata ancora quarta in 10”91 cinque anni dopo aver mancato di una posizione il podio sia sui 100 sia sui 200 metri a Rio de Janeiro.
Grande soddisfazione anche in Svizzera per la finale raggiunta dalla ticinese di Bignasco Ajla Del Ponte e dalla bernese di origini congolesi Mujinga Kambundji, quinta e sesta in 10”97 e 10”99 davanti all’unica statunitense Teahna Daniels (11”02) e alla britannica Daryil Neita (11”12).
La finale delle due rossocrociate è stato uno dei tanti momenti di gioia in una giornata storica per lo sport elvetico che ha festeggiato anche ll bronzo del ticinese Noé Ponti nei 100 metri delfino di nuoto e l’oro di Belinda Bencic nel tennis. Le prestazioni di Del Ponte e Kambundji sono la migliore promozione per i prossimi meeting di Berna, Losanna, Zurigo e Bellinzona.
Ajla Del Ponte: “Sono orgogliosa della mia prestazione. Ho dimostrato di poter correre forte per tre volte in due giorni. E’ una sensazione pazzesca. Ho dovuto percorrere una strada lunga per arrivare fin qui. Credo che in Ticino organizzeranno una grande festa per me e Noé Ponti. Sono tutti felici. Sono felice per la medaglia di Noé Ponti”.
Nelle semifinali Fraser Pryce e Thompson Herah avevano già corso molto forte con 10”73 e 10”76. Jackson e Ta Lou hanno finito spalla a spalla nella seconda semifinale con 10”79 ma il primo posto è andato alla giamaicana per una questione di millesimi di secondo. La britannica Daryl Neita si è qualificata per la finale precedendo Michelle Ahye in 11”00.
La campionessa del mondo dei 200 metri Dina Asher Smith non si è qualificata dopo il terzo posto nella semifinale in 11”05 dietro a Thompson Herah e Del Ponte (11”01). La britannica è arrivata all’appuntamento olimpico in cattive condizioni dopo un infortunio alla coscia subito durante i Trials britannici di Manchester dove si è imposta in 10”91.
Dina Asher Smith: “Sono triste perché sono una grande agonista, ma ci saranno altri campionati in futuro. Ero nella forma della mia vita. Ero vicina a rinunciare alle Olimpiadi dopo aver subito l’infortunio durante la finale dei Campionati britannici. Sono grata nei confronti di tutti coloro che mi hanno aiutato per permettermi di gareggiare qui. Non sono la solita persona felice di sempre ma sono orgogliosa del percorso che ho fatto”.
La dottoressa in medicina Anna Bongiorni si è battuta bene correndo la sua semifinale con 11”38 dopo l’ottimo 11”35 della batteria.
Finale del lancio del disco
Lo svedese Daniel Stahl ha vinto il suo primo oro nel lancio del disco con 68.90m al secondo tentativo battendo il connazionale e compagno di allenamento Simon Petterson, che ha completato la doppietta svedese con un lancio da 67.39m. Chissà che festa per gli appassionati nel paese scandinavo con la maglia gialla e blu della bandiera della Svezia e le corna da vichinghi.
L’austriaco Lukas Weisshaidinger ha conquistato la prima medaglia in una gara maschile di atletica per l’Austria alle Olimpiadi. Weisshaidinger aveva già festeggiato il bronzo mondiale due anni fa a Doha.
L’australiano Matthew Denny si è classificato quarto con il personale di 67.02m precedendo il campione e primatista europeo under 23 Kristian Ceh (66.37m).
Daniel Stahl: “C’è molto lavoro e divertimento lungo il cammino che mi ha portato a questa medaglia. Il mio compagno di allenamento Simon sta lavorando duramente. Sono orgoglioso del nostro allenatore Vesteinn Hafsteinsson che ha creduto in noi”.
Staffetta mista 4×400
La Polonia ha vinto la prima medaglia d’oro nella storia della 4×400 mista alle Olimpiadi stabilendo il record europeo e il primato delle Olimpiadi con 3’09”21. Il quartetto polacco formato da Karol Zalewski, Natalia Kazmarek, Justyna Swiety Ersetic e Kajetan Duszynski ha regalato la seconda medaglia d’oro alla Polonia in una gara di staffetta 56 anni dopo il successo nella 4×400 proprio a Tokyo nel 1964.
La formazione della Repubblica Dominicana composta da Lidio Andres Feliz, Marileidy Paulino, Anabel Medina Ventura e Alexander Ogunda ha conquistato l’argento in 3’10”21. Gli Stati Uniti, originariamente squalificati dopo la batteria, hanno completato il podio con il terzo posto in 3’10”22.
Karol Zalewski: “Abbiamo creduto tutti di potercela fare. Non eravamo sicuri se sarebbe stato oro o un’altra medaglia. Sapevamo che potevamo fare qualcosa. Abbiamo lasciato il cuore in pista”.
Kendall Ellis: “E’ davvero eccitante venire qui e vincere la prima medaglia nella staffetta mista nella storia delle Olimpiadi. Uscire dalla pista con una medaglia è una sensazione stupenda”.
Semifinali 800 metri femminili
La Giamaica non è solo velocità ma anche mezzofondo. La giamaicana Natoya Goule ha vinto la prima batteria in 1’59”57 precedendo di due centesimi di secondo la scozzese Jemma Reekie.
Brava la vicentina Elena Bellò, che ha combattuto alla grande chiudendo con un onorevole sesto la sua avventura olimpica in 2’02”35 davanti alla forte norvegese Hedda Hynne (2’02”38). Un atleta di rango come la polacca Joanna Jowzik ha preceduto di soli tre centesimi di secondo l’azzurra.
La diciannovenne Athing Mu ha corso il miglior tempo delle tre batterie con 1’58”07 davanti all’etiope Habitam Alemu (1’58”40) e Alexandra Bell (1’58”83). La campionessa europea indoor Keely Hodgkinson ha preceduto di due centesimi di secondo la sorprendente cinese Wang Chunyu (1’59”12) e lo statunitense Raevyn Rogers (1’59”28).
Qualificazioni salto in lungo maschile
Juan Miguel Echevarria ha realizzato la miglior misura delle qualificazioni del salto in lungo con 8.50m. Sei atleti erano divisi da appena 15 centimetri a dimostrazione del grande equilibro. Tra questi c’è anche il siciliano Filippo Randazzo, che ha sfiorato di due centimetri il record personale con 8.10m al primo tentativo.
Il campione italiano si è qualificato con la sesta misura, preceduto solo da Echevarria, dal greco Miltiadis Tentoglou (8.22m), dal campione mondiale under 20 Yuki Hashioka (8.17m), dal giamaicano Tayaj Gayle, che ha si è qualificato con 8.14m nonostante un infortunio, e da “Mr. Jumps” Ju’Vaughn Harrison (8.13m dopo essersi qualificato per la finale del salto in alto).
Batterie 400 ostacoli femminili
Dalilah Muhammad ha iniziato la difesa del titolo olimpico vincendo la batteria firmando il miglior tempo assoluto di giornata in 53”97.
Dalilah Muhammad: “Ho ottime sensazioni. Il Covid è alle spalle. Ho recuperato anche da un infortunio”.
Sydney McLaughlin ha corso con facilità fermando il cronometro in 54”65 firmando il quarto miglior tempo tra le ammesse alle semifinali.
Sydney McLaughlin: “Devo ammettere di sentirmi molto bene, Ho avuto la sensazione che la pista è molto reattiva”.
L’altra grande favorita Femke Bol ha dato l’impressione di passeggiare sul rettilineo finale fermando il cronometro in 54”43.
Linda Olivieri ha guadagnato l’accesso alla semifinale eguagliando il personale con 55”54. Yadisleidis Pedroso ha migliorato il personale stagionale di 22 centesimi di secondo con 55”57 qualificandosi per la semifinale con il terzo tempo d ripescaggio.
Batterie 100 ostacoli
Jasmine Camacho Quinn ha realizzato il miglior tempo delle batterie con un eccellente 12”41 arrivando a nove centesimi di secondo dal suo record di Portorico.
Kendra Harrison ha dominato la sua batteria in 12”74 superando nettamente l’australiana Liz Clay (12”87) e l’azzurra Luminosa Bogliolo, che si è qualificata per la prima semifinale olimpica della sua carriera con 12”93.
Ottima anche la giamaicana Megan Tapper , che ha migliorato il personale con 12”53 precedendo la belga Anne Zagré (12”83) e la britannica Tiffany Porter (12”85).
Tobi Amusan ha vinto la terza batteria in 12”72 superando di due centesimi di secondo la giamaicana Yanique Thompson (12”74) e la polacca Pia Skrzyszowska (12”75)
Elisa Maria Di Lazzaro si battuta bene classificandosi al quarto posto in 13”08 con vento contrario di -1.1 m/s ma non è bastato per passare il turno.
Batterie 800 metri maschile
Il bronzo mondiale Ferguson Rotich ha realizzato il miglior crono di sempre in un Olimpiade per una batteria con 1’43”75 precedendo l’australiano Peter Bol (record dell’Oceania con 1’44”13) e e Elliot Giles (1’44”89).
Le altre batterie più interessanti sono state vinte dal canadese Marco Arop (1’45”26) su Amel Tuka (1’45”48), dal vice campione olimpico di Londra 2012 Nijel Amos (1’45”04) e da Clayton Murphy (1’45”53) e da Emmanuel Korir (1’45”53) per un centesimo di secondo su Mateus Borkowski.
Qualificazioni del lancio del disco femminile
La finalista europea e campionessa delle Universiadi Daisy Osakue ha eguagliato il record italiano di Agnese Maffeis con 63.66m qualificandosi per la seconda grande finale della sua carriera dopo il quinto posto degli Europei di Berlino 2018.
La statunitense Valaria Allman si è qualificata con la miglior misura di 64.42m. L’indiana Kamalpreet Kaur ha realizzato la seconda misura delle qualificate con 64.00m. Formalità superata dalla due volte campionessa olimpica Sandra Perkovic con un lancio da 63.75m. Fuori dalla finale l’olandese Jorinde Van Klinken che non è andata oltre la misura di 61.15m.
Qualificazioni del salto con l’asta maschile
Armand Mondo Duplantis ha commesso un errore alla misura d’ingresso di 5.50m ma ha messo le cose a posto superando questa quota alla seconda prova prima di valicare l’asticella a 5.65m e 5.75m senza problemi. Qualche brivido in più per Renaud Lavillenie, che ha dovuto faticare per superare 5.50 solo alla terza prova ma si è qualificato valicando la misura di 5.75m.
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