Se prima di questa mattinata giapponese, notte italiana, avevamo delle grandi aspettative sulla staffetta 4×100 maschile avendo in squadra ben due atleti da sub 10 adesso, dopo la magnifica prova che ha portato il quartetto azzurro diretto in finale, con il nuovo record nazionale di 37″95, abbiamo delle assolute certezze e domani sera, complice anche la clamorosa eliminazione degli statunitensi grandi favoriti della vigilia, nulla è assolutamente precluso.
La staffetta italiana approda alla finale 21 anni dopo l’ultima volta che fu a Sydney 2000, realizza la miglior prestazione europea 2021 nonché quinta continentale di tutti i tempi e, soprattutto, quarto tempo complessiva delle due semifinali, non lontana dalla Giamaica prima questa mattina con 37″82.
Il quartetto composto dall’esordiente Lorenzo Patta, Marcell Jacobs, Eseosa Desalu e Filippo Tortu, si comporta benissimo, terminando al terzo posto di un convulso arrivo nella loro semifinale, dietro a Cina e Canada davanti per solo 3 centesimi, entrambe le compagini a 37″92, con la formazione nord americana che poteva contare sul campione olimpico dei 200 André De Grasse.
Clamorosa, come detto, l’esclusione dei grandi favoriti statunitensi schierati praticamente con la formazione titolare (Bromell, Kerley, Baker, Gillespie) ma irriconoscibili, sesti nella stessa gara dell’Italia in 38″10.
Per la finale di domani sera alle 15,50 italiane (le 22,50 locali) tutto può accadere, sia perché i cambi degli azzurri, questa mattina, sono stati fatti abbastanza in sicurezza, sia per l’eccellente condizione mostrata da tutti, e da rilevare l’ottimo esordio di Lorenzo Patta in prima frazione con anche l’eccellente rettilineo finale di Filippo Tortu.
Le dichiarazioni dei quattro azzurri
Filippo Tortu: “Sapevamo di poter entrare in finale ed eravamo qui per questo. Era giusto non porsi limiti e non l’abbiamo fatto. I cambi sono stati leggermente in sicurezza perché volevamo prima di tutto arrivare al traguardo.
Adesso dobbiamo soltanto pensare a recuperare il più velocemente possibile, oggi sembra di aver fatto un 400 a testa perché è stato veramente faticoso, sia il riscaldamento, sia la gara stessa: troppo caldo.
Ora siamo tra i migliori, pronti a giocarcela. Mi sento di ringraziare anche gli altri staffettisti che sono qui, Davide Manenti, Antonio Infantino e Wanderson Polanco, ma anche Federico Cattaneo e Roberto Rigali che non sono a Tokyo ma che ci hanno accompagnato in questi anni”.
Fausto Desalu: “Bella emozione correre con un campione olimpico in squadra. Il gruppo è davvero fomentato, molto unito. Sapevamo di poter contare su Marcell, ma anche su Filippo e sull’esordiente Patta che non ha tradito le aspettative.
Non mi esprimo fino in fondo perché sono scaramantico, ma abbiamo margine. Nella gara individuale avrei potuto fare molto di più, sono molto deluso e arrabbiato, ma questa rabbia la trasformerò in grinta per portare la staffetta a un bel risultato”.
Lorenzo Patta: “Ero abbastanza tranquillo – le parole dello sprinter sardo – soltanto stamattina ho sentito un po’ di ansia appena sveglio. Penso che la mia frazione sia andata discretamente bene, nonostante il gran caldo”.
Marcell Jacobs: “Sono molto contento perché siamo entrati in pista con un grande spirito di squadra, questa gara si corre tutti e quattro insieme e siamo riusciti a raggiungere un obiettivo importante che ci siamo prefissati da anni.
Sicuramente in finale le condizioni saranno migliori perché correremo di sera. Oggi non erano ottimali, e anche io non mi sono sentito al 100%. Ma qui conta tutta la squadra, bisogna portare il testimone in fondo, abbiamo visto cos’è successo al Sudafrica che poteva essere una squadra tosta ma che non ha terminato la gara“.
Grande prova anche della 4X100 femminile che, come quella maschile, realizza il nuovo record italiano, 42″84, ma non basta purtroppo per ottenere la finale come accadde invece ai mondiali di Doha 2019.
Le azzurre, Irene Siragusa, Gloria Hooper, Anna Bongiorni e Vittoria Fontana, chiudono al sesto posto nella prima delle due batterie e, soprattutto, al nono nel computo complessivo, ma grande onore e plauso alla loro prestazione realizzata al limite delle loro possibilità, di fronte a nazionali che hanno fatto cose stupefacenti quali, ad esempio, la Gran Bretagna che chiude con un fenomenale 41″55.
Le dichiarazioni delle quattro atlete
Irene Siragusa: “Dopo cinque anni abbiamo centrato l’obiettivo che ci eravamo prefissate, anche se chiaramente volevamo entrare in finale“.
Gloria Hooper: “Dispiace perché siamo capitate in una batteria un po’ difficile, ma siamo comunque felici di aver ottenuto il record nazionale“.
Anna Bongiorni: “C’è stato un contatto con le giapponesi e visto che siamo fuori per tre centesimi, forse senza quel contatto ce l’avremmo fatta“.
Vittoria Fontana: “Volevamo di più, ma era complicato in una batteria che sembrava una finale“.
Straordinarie notizie per l’Italia arrivano anche dalla pedana del getto del peso dove, nella finale dominata dal primatista del mondo Ryan Crouser, l’italo sudafricano Zane Weir migliora ancora il suo personale, nella gara più importante della carriera, e realizza un ottimo 21,41 per un super prestigioso quinto posto.
Al secondo posto complessivo l’altro statunitense Joe Kovacs (argento con 22,65), poi il neozelandese Tom Walsh, bronzo con 22,47 e il brasiliano Darlan Romani, quarto con 21,88.
Le parole di Zane dopo la gara: “Sono molto felice, grazie a tutti per il tifo. Ringrazio la mia famiglia, il mio coach Paolo Dal Soglio e la Federazione perché ha creduto in me, mi ha dato tanto supporto e un’opportunità unica“.
L’oro del salto triplo finisce tra le mani di Pedro Pichardo. Il portoghese tiene fede al pronostico atterrando dalle parti dei 18 metri, esattamente a 17,98, ottenendo il primato nazionale e salendo sul gradino più alto del podio di Olimpia.
Con lui, a dividersi le tre piazze più pregiate, Yaming Zhu (Cina, 17,57) e Fabrice Zango (Burundi, 17,47) con otto atleti che atterrano oltre i 17 metri ma tra loro, purtroppo, non ci sono i due italiani presenti.
Sia Andrea Dallavalle che Emmanuel Ihemeje non si esprimono, infatti, sui loro migliori limiti dell’anno con il piacentino nono con 16,85 (1.0), mentre il bergamasco è undicesimo con 16,52 (0.2).
Un peccato, perché raggiungendo i tre salti finali riservati agli otto migliori, avrebbero potuto lottare per posizioni migliori.
Le dichiarazioni di Andrea: “Non saltavo come al mio solito, è veramente un peccato ma non mi butto giù”.
Le parole di Emmanuel: “Esperienza bellissima all’esordio in Nazionale, l’anno prossimo il Mondiale nella ‘mia’ Eugene, dove studio e mi alleno”.
Non benissimo, purtroppo, le qualificazioni del salto in alto delle due italiane, con Elena Vallortigara che fa un errore a 1,90, due a 1,93 prima di arrendersi all’1,95 che le avrebbe dato la qualificazione, con due bei salti su tale ultima quota mancata veramente di pochissimo.
Si ferma anche Alessia Trost che chiude a 1,90 saltato al terzo tentativo, e poi fallisce i tre successivi a 1,93.
Esito imprevisto nella terza e ultima finale della giornata, i 110 ostacoli, andati al giamaicano Hensle Parchement in 13″04 (-0.5) che batte il favoritissimo statunitense Grant Holloway, argento in 13″09 mentre terzo è l’altro giamaicano Ronald Levy, in ritardo rispetto all’americano di appena un centesimo (13″10).
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